Allarme mutui, il rialzo dei costi abbatte il potere d’acquisto: cosa succederà a marzo

Giacomo Andreoli

28 Febbraio 2023 - 16:45

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Il continuo aumento dei tassi di interesse della Bce fa salire il costo dei mutui e abbatte il potere d’acquisto: nei prossimi mesi l’effetto per le tasche dei cittadini potrebbe anche peggiorare.

Allarme mutui, il rialzo dei costi abbatte il potere d’acquisto: cosa succederà a marzo

L’aumento dei tassi d’interesse da parte della Bce sta facendo volare il costo dei mutui, abbattendo il potere d’acquisto degli italiani. E ora che a marzo si attende un nuovo rialzo da parte della Banca centrale europa, monta la paura per una possibile stangata sulle tasche dei cittadini.

Un effetto inesorabile delle strette monetarie avviate dalla Bce da luglio, quello che si sta verificando sui portafogli, con il costo denaro all’ingrosso che si è alzato finora di 300 punti base. Ora si prevede che diventeranno 350 con il prossimo rialzo da marzo.

Mutui, la perdita di potere d’acquisto

Ad oggi il mercato dei future sconta Euribor a 3 mesi a una percentuale molto alta, pari al 3,7% e quindi un tasso di rifinanziamento principale al 4,2%. Prendendo ad esempio un debitore a gennaio del 2021 e del 2022, a fronte di un reddito superiore a 1700 euro al mese, poteva permettersi di pagare una rata di mutuo tra i 500 e i 550 euro per un immobile dal valore di 200mila euro, con un mutuo a 30 anni che corrisponde all’80% del valore della casa.

Ora la stessa persona, con i tassi lievitati dall’1,7% al 3,5%, con quella rata mensile e quel tipo di mutuo può accedere a un immobile dal valore di 148mila euro. Il potere d’acquisto di immobili in questo caso è quindi sceso del 26%. E il trend è destinato a peggiorare visto che le strette monetarie non sono finite e non c’è un aumento dei salari corrispondente all’inflazione.

Meglio il tasso fisso o quello variabile?

Chi deve aprire un mutuo, poi, ora deve scegliere tra un tasso d’interesse più alto rispetto a uno o due anno fa o puntare sulla variazione dell’Euribor (in caso di tasso variabile) che prima o poi potrebbero tornare a scendere. Chi sceglie l’opzione fissa può evitare i colpi di una possibile seconda ondata di inflazione, mentre chi opta per il mutuo variabile deve pagare secondo le variazioni del mercato.

La Bce, dopo l’aumento di marzo, potrebbe decidere di continuare con una politica monetaria restrittiva, ma se l’inflazione dovesse calare in modo importante potrebbe interrompere i rialzi e addirittura, alla fine dell’anno, passare a dei ribassi.

In tal senso spingono diversi Paesi europei, tra cui l’Italia, che vorrebbe limitare i rialzi dei tassi e la limitazione degli acquisti dei titoli di Stato prevista dal prossimo quantitative tightening.

Mutui e tassi Bce, cosa succede a marzo

Con l’ultimo aumento dei tassi d’interesse di 50 punti base secondo Facile.it le rate dei mutui a tasso variabile sono cresciute in modo importante, con rincari fino a 197 euro all’anno. Ora, se l’aumento fosse della stessa entità, ci potrebbe essere un nuovo aggravio da decine di euro in più al mese.

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