Addio Labubu, questi peluche possono costare fino a 1.400 euro

Ilena D’Errico

19 Ottobre 2025 - 21:13

Un altro peluche conquista i social e diventa virale, raddoppiando gli incassi del brand. Non sono più i Labubu i pupazzi dell’anno.

Addio Labubu, questi peluche possono costare fino a 1.400 euro

L’era dei Labubu sta finendo o forse ancora no, ma intanto un altro pupazzo da collezione sta spopolando su TikTok. Si tratta dei Jellycat, che con la nuova popolarità raggiunta sui social hanno fatto raddoppiare i profitti del marchio britannico della Jelly holdings. Tra le ragioni di questa spinta non c’è certo il prezzo, visto che si va da un minimo di 20 euro fino anche a 1.400 euro per alcuni peluche, ma le stesse logiche di mercato che hanno guidato l’interesse di massa per i Labubu.

Di fatto, questi prodotti hanno molto in comune, oltre al fatto che si tratta di peluche, pur essendo al contempo molto differenti tra loro. In entrambi i casi abbiamo infatti articoli prodotti da anni che trovano un enorme successo grazie alla viralità sui social, conquistando l’interesse dei giovani adulti in modo sorprendente. Ma basta davvero qualche video per far diventare un pupazzo un fenomeno globale?

Cosa sono i Jellycat, i peluche che arrivano fino a 1.400 euro

Jellycat è un marchio londinese attivo da oltre 30 anni in gran parte del mondo, che produce principalmente peluche. Da sempre è molto apprezzato per i prodotti di qualità, durevoli, allegri e variopinti. Non c’è infatti un soggetto standard per i Jellycat, che spaziano dai protagonisti classici come animaletti e cuoricini, agli oggetti di uso quotidiano e al cibo, passando per edizioni speciali e pupazzi per ogni occasione. Matrimoni, Halloween, Natale, nascite o lauree c’è poco che non si possa celebrare con un colorato Jellycat. Una varietà che si riflette anche sui prezzi, con articoli per ogni budget. Il peluche più venduto è anche quello più economico, oltre che un classico: Smudge Bear, al costo di 18 sterline (una ventina di euro). Ci sono anche versioni più care, che rivendute dai privati diventano veri e propri pezzi da collezione.

Jellycat raviolo Jellycat raviolo (dallo store ufficiale)

Tra i più gettonati troviamo però anche i peluche a forma di cibo, divertenti e rappresentativi, anche grazie agli store a tema sparsi per il mondo. C’è un’ampia selezione di prodotti britannici, ovviamente, ma anche di pasticceria francese (venduta peraltro a Parigi in un’atmosfera del tutto immersiva). In Italia non abbiamo un punto vendita Jellycat (ma molti rivenditori), ma possiamo comunque sentirci a casa con peluche che raffigurano i cibi più famosi della nostra tradizione.

Jellycat pizza Jellycat pizza (dallo store ufficiale)

La grande scelta dei peluche Jellycat permette di aggiungere un tocco in più a ogni occasione, rallegrare l’arredamento, il vestiario, i momenti di lettura e i giochi dei bambini. Ognuno di questi pupazzi è un vero e proprio personaggio, con un nome, una storia e delle caratteristiche ben precise. Sicuramente gli elementi chiave del successo ci sono tutti, ma anche il momento è risultato particolarmente favorevole al brand.

Jellycat Parmigiano Jellycat Parmigiano (dallo store ufficiale)

Jellycat ovunque, i Labubu non sono un caso isolato

Nel 2024 la Jelly Holdings ha più che raddoppiato i profitti, soprattutto grazie al boom in Europa, Cina e Stati Uniti. Il fatturato è incrementato del 66% raggiungendo i 333 milioni di sterline e anche l’utile è duplicato, arrivando a 139 milioni di sterline. Un successo che sì, può essere giustificato da quanto sono carini, simpatici e morbidi i Jellycat, ma solo in parte. Per una visione completa, anche alla luce del fenomeno dei Labubu, bisogna anche tenere conto di altri fattori:

  • l’influenza dei social network sulle preferenze dei consumatori;
  • l’interesse dei più giovani verso prodotti generalmente legati all’infanzia, in un insieme di nostalgia e voglia di dolcezza;
  • i cambiamenti della moda, pensando soprattutto ai popolari peluche da attaccare alle borse, che sembra abbandonare lo stile minimal degli ultimi anni verso un estremo bisogno di personalizzazione e creatività;
  • la spinta della condivisione e del collezionismo;
  • il desiderio di stare al passo con le tendenze e concedersi uno sfizio abbordabile rispetto agli articoli di lusso.

Insomma, negli ultimi tempi tutti pensano ai Jellycat, complice anche la tendenza Kidult che unisce la cultura pop alla tecnologia e strizza l’occhio alla leggerezza dell’infanzia di cui tutti, prima o poi, avvertono il bisogno.

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