Addio a Flixbus? Un emendamento del Decreto Milleproroghe taglierebbe fuori la compagnia dei bus low cost dal mercato italiano. Il governo non mantiene la promessa di intervenire.
Flixbus a rischio in Italia dopo l’ok al Milleproroghe e il governo si rimangia la promessa di intervenire a riguardo.
Dopo l’approvazione di un emendamento presente nel Decreto Milleproroghe 2017, il testo passato in Parlamento che ha provocato anche la protesta e lo sciopero dei tassisti, la posizione di Flixbus in Italia sembrava potersi risolvere ma il governo ha compiuto una clamorosa marcia indietro.
Flixbus è una startup tedesca presente in Italia dalla metà del 2015, che collega tramite autobus moderni e dotati di wi-fi 120 città italiane con il resto d’Europa a prezzi stracciati. Un servizio di cui nel nostro paese hanno usufruito 3 milioni di persone in un anno e mezzo di vita.
Flixbus adesso rischia seriamente di non poter più operare in Italia, in quanto un emendamento presente nel Milleproroghe concederebbe le licenze per tragitti interregionali solo ad operatori economici che abbiano come attività principale il trasporto di passeggeri su strada.
Essendo Flixbus una piattaforma online, se la startup tedesca decidesse di non adeguarsi alla nuova legge allora non potrebbe avere l’autorizzazione per lavorare in Italia.
Il governo sembrava essersi reso conto dell’errore, pensando di porre subito rimedio con una norma ad hoc correttiva. Il testo che avrebbe salvato Flixbus, tuttavia, è rimasto fuori dal decreto sulla Concorrenza. Adesso ci sono soltanto due mesi di tempo per mettere una proverbiale toppa oppure i bus low cost della compagnia tedesca non potranno circolare in Italia.
L’emendamento presente nel Milleproroghe ha già suscitato diverse polemiche, ma viene difeso dall’Anav, una sorta di Confindustria dei Trasporti.
Addio a Flixbus con il decreto Milleproroghe?
L’emendamento presente nel Decreto Milleproroghe approvato dal Senato non è stato poi modificato dalla Camera per questioni di tempo. Servirebbe quindi un intervento del ministro dei Trasporti Graziano Del Rio, che inizialmente non sembrava essere intenzionato ad intervenire.
Firmatari del codicillo inserito nel Milleproroghe sono stati i senatori Lucio Tarquinio, Francesco Bruni, Luigi D’Ambrosio Lettieri e Luigi Perrone, ex Forza Italia ed ora facenti parte dei Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto.
Operiamo all’interno di una normativa ben definita del ministero dei Trasporti e abbiamo ricevuto l’autorizzazione anche dell’Antitrust. Questo è un vero blitz contro la concorrenza.
Questo è lo sfogo di Andrea Incondi, il giovane responsabile di Flixbus in Italia. Parole che non trovano d’accordo invece Giuseppe Vinella, presidente dell’Anav, l’associazione trasporto viaggiatori legata a Confindustria.
Governo e Parlamento hanno manifestato la giusta sensibilità rispetto a un tema così importante, con garanzia di una più ampia qualità, efficacia e sicurezza del trasporto con autobus mediante mandatari certi e visibili.
In molti sostengono che l’emendamento anti Flixbus sia stato studiato ad hoc per fermare una startup che, operando in una maniera simile a quella di Ryanair, riesce ad offrire prezzi più competitivi basandosi esclusivamente su una piattaforma web.
Le grandi proteste, sia da parte dei cittadini che di una larga parte del mondo politico, sembrerebbero spingere il governo ad un dietrofront. Dopo le rassicurazioni iniziali, però, nulla è stato fatto ad oggi per porre rimedio e tra due mesi l’emendamento anti Flixbus diventerà operativo.
Il segreto del successo di Flixbus
Flixbus è una startup nata a Monaco di Baviera nel 2013. Visti gli ottimi successi iniziali, nel 2015 decide di espandersi in tutta Europa, arrivando quindi anche in Italia dove al momento raggiunge 120 città.
Il segreto del successo di Flixbus è semplice: autobus moderni e dotati di wi-fi, biglietteria solo online, prezzi bassi e collegamenti in tutta Europa. Una strategia che in Italia è stata premiata da 3 milioni di passeggeri in meno di due anni.
Flixbus non possiede autobus ma si appoggia a società di trasporto locali, al momento circa 50, assicurando la parte logistica, di prenotazione e di marketing. Attualmente sono circa 1.000 le persone in Italia che vi lavorano, per un giro d’affari stimato in 25 milioni di euro.
I servizi offerti da Flixbus sono altamente competitivi dal punto di vista economico. Un posto in pullman per la tratta da Roma a Monaco di Baviera costa mediamente 40 euro, stesso prezzo anche per andare da Milano a Parigi.
In un’epoca dove spesso ci si riempie la bocca con le parole innovazione, startup e utilizzo del web, se si dovesse bloccare un servizio come quello offerto da Flixbus solo perché offre prezzi più bassi rispetto alla concorrenza, ci troveremmo di fronte ad una scelta assolutamente anacronistica.
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