Acqua gratis ai dipendenti, le regole per il datore di lavoro

Simone Micocci

19 Marzo 2024 - 15:45

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L’acqua potabile è gratuita per ogni lavoratore dipendente: tuttavia, ciò non significa che il datore di lavoro debba farsi carico dei costi necessari per l’acquisto di bottiglie d’acqua.

Acqua gratis ai dipendenti, le regole per il datore di lavoro

Il datore di lavoro ha l’obbligo di mettere a disposizione dei lavoratori acqua potabilein quantità sufficiente”. A prevederlo è il punto 1.13 dell’allegato IV al D.lgs 81 del 2008, ossia il Testo unico che regola la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro.

Si tratta dunque di un obbligo da cui i datori di lavoro non possono discostarsi, per quanto valga la pena fare delle precisazioni. Si potrebbe pensare infatti che sia compito dell’azienda farsi carico dei costi per l’acquisto di acqua in bottiglia, o comunque che in ogni ufficio debba esserci il dispenser gratuito; in realtà non è così, in quanto è sufficiente che ci sia un lavandino da cui fuoriesca acqua potabile.

Acqua gratis ai dipendenti, le regole per il datore di lavoro

Indipendentemente dal settore di riferimento, nei luoghi di lavoro o nelle immediate vicinanze deve essere messa a disposizione dei lavoratori acqua in quantità sufficiente, tanto per l’uso potabile quanto per lavarsi (di questo parleremo di seguito).

A stabilirlo il punto 1.13.1. dell’allegato IV al Testo Unico sulla sicurezza dei luoghi di lavoro, mentre nel seguente viene specificato che è obbligo dell’azienda rispettare le norme igieniche tanto per la conservazione quanto per la distribuzione della stessa, al fine di evitarne l’inquinamento e impedire la diffusione delle malattie.

La fonte d’acqua deve essere quindi:

  • facilmente accessibile
  • gratuita
  • potabile

Condizioni che di per sé non obbligano il datore di lavoro ad acquistare acqua imbottigliata, perché ad esempio potrebbe essere sufficiente un punto di accesso all’acqua corrente (purché potabile ovviamente).

A chiarire ulteriori aspetti è stato il ministero del Lavoro che con l’interpello n. 4 del maggio 2013 ha precisato che laddove un luogo di lavoro sia posto all’interno di un ambiente ben definito e circoscritto si ritiene che tale obbligo venga assolto anche quando i servizi non siano a uso esclusivo dell’azienda, a patto che i lavoratori ne possano fruire liberamente, facilmente e senza alcun aggravio di costo. E ovviamente nel pieno rispetto delle norme igieniche.

In caso di lavoro fuori sede è comunque necessario che la fonte d’acqua si trovi in prossimità del luogo in cui si svolgono le mansioni, rispettando sempre le solite condizioni.

Solamente quando non si può disporre di un punto di accesso all’acqua è invece obbligatorio per il datore di lavoro farsi carico delle spese necessarie affinché i lavoratori possano comunque disporre di una fonte per abbeverarsi, ad esempio acquistando l’acqua in bottiglia.

Acqua per igiene personale

Diverso il discorso della disponibilità d’acqua (e locali) per l’igiene personale, altro aspetto trattato nel Testo Unico per la sicurezza e la prevenzione sui luoghi di lavoro.

Ad esempio, l’obbligo di avere docce sufficienti e appropriate vale solo quando il tipo di attività o la salubrità lo esigono. Allora sì che è obbligatorio disporre di locali per le docce (con acqua calda e fredda) separati per uomini e donne, nonché facilmente comunicanti con gli spogliatoi. Tutti i locali devono avere dimensioni sufficienti per permettere a ogni lavoratore di rivestirsi con semplicità e nelle condizioni appropriate di igiene. È inoltre obbligo del datore di lavoro mettere a disposizione i detergenti e i mezzi per asciugarsi.

È invece sempre obbligatoria la presenza di gabinetti e lavabi con acqua corrente calda (quando necessario dotati di saponi e asciugamani). Solitamente dovrebbe esserci un bagno per le donne e uno per gli uomini, ma laddove ciò non fosse possibile a causa di vincoli urbanistici o architettonici, o comunque nelle aziende con meno di 10 dipendenti, è ammessa l’utilizzazione separata dello stesso gabinetto.

In ogni caso è obbligatorio per i datori di lavoro mantenere in stato di scrupolosa pulizia i suddetti ambienti, mentre i lavoratori devono utilizzarli con cura.

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