Accordo Ue-Ungheria, via i veti ma a che prezzo? Perché Orban può sorridere

Alessandro Cipolla

14 Dicembre 2022 - 10:11

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L’Ue e l’Ungheria hanno raggiunto un accordo: Orban toglie il veto per i soldi all’Ucraina e Bruxelles sblocca i fondi per il pnrr e il fondo di coesione. Chi è il vincitore?

Accordo Ue-Ungheria, via i veti ma a che prezzo? Perché Orban può sorridere

Tra Ungheria e Unione europea alla fine è scoppiata la pace, con Budapest che si è detta soddisfatta dell’accordo trovato proprio alla vigilia del Consiglio Ue che si terrà il 15 e 16 dicembre.

Del resto il veto messo da Viktor Orban rischiava di bloccare due delle principali misure che il Consiglio si appresta a deliberare: i 18 miliardi di aiuti finanziari all’Ucraina e la minimum tax, che prevede l’introduzione di una aliquota minima a livello europeo sul fatturato delle multinazionali.

In cambio l’Ungheria si è vista sbloccare i 5,8 miliardi del suo Pnrr, oltre a 1,2 miliardi dei fondi di coesione congelati su un totale di 7,5 miliardi: per avere i restanti soldi, Budapest dovrà dimostrare di aver avviato le riforme richieste dall’Ue sui temi dello stato di diritto e dell’indipendenza della magistratura, una richiesta di certo non proibitiva.

Ora che sembrerebbe essere terminato questo braccio di ferro tra Orban e l’Unione europea, viene da chiedersi chi sia il vincitore tra le due parti in causa: il sentore è che questa volta il piatto della bilancia penda decisamente più verso Budapest.

L’accordo tra Ue e Ungheria

La situazione che si è venuta a creare tra Ungheria e Unione europea assomigliava molto a uno “stallo alla messicana” di cinematografica memoria, con entrambi i contendenti fermi e granitici sulle loro posizioni mentre si puntavano le pistole contro a vicenda.

Viktor Orban però ha rischiato seriamente di perdere i soldi del suo Pnrr viste le scadenze della fine dell’anno, mentre l’Ue ha avuto davanti a sé lo spettro del veto magiaro ai fondi per l’Ucraina e alla minimum tax.

In sostanza Bruxelles mesi fa ha deciso di congelare 7,5 miliardi di fondi di coesione destinati all’Ungheria, a causa dei mancati miglioramenti da parte del governo magiaro sui temi dello stato di diritto e dell’indipendenza giudiziaria.

Per tutta risposta Orban nelle scorse settimane ha annunciato il veto ungherese ai fondi per Kiev e alla minumim tax, facendo scattare la ritorsione dell’Unione europea che ha deciso in un primo momento di bloccare anche i soldi del pnrr magiaro.

Dopo l’accordo trovato, il Consiglio degli Stati membri ha sbloccato i fondi del pnrr e parte di quelli di coesione, con il resto che potrà arrivare nelle casse ungheresi ad aprile se Orban dimostrerà di aver avviato le riforme richieste da Palazzo Berlaymont: resta da capire ora se la prossima primavera Bruxelles sarà ugualmente intransigente su questi temi come avvenuto in passato.

Orban è il vincitore?

L’Ungheria così che fino a pochi giorni fa ha rischiato di perdere in totale circa 15 miliardi, si vedrà accreditare subito 7 miliardi con i restanti 8 miliardi che non sono più bloccati ma legati all’avvio di una serie di riforme, una condizione di certo non irricevibile per Orban.

Pur di far venire meno il veto ungherese su Ucraina e minimum tax, l’Ue così ha rinunciato in buona parte alla sua linea dura nei confronti di Viktor Orban. “Abbiamo sempre sostenuto che se un accordo può essere raggiunto in un quadro ragionevole, attraverso normali compromessi - ha spiegato una fonte del governo ungherese - allora dovrebbe essere raggiunto, soprattutto in un momento in cui mantenere l’unità europea è particolarmente importante”.

Un lieto fine questo che sembrerebbe far contento più Budapest che Bruxelles.

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