Zone gialle e riaperture: cosa dicono gli esperti

Martino Grassi

17/04/2021

06/07/2021 - 17:25

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A partire dal 26 aprile torneranno le zone gialle e le attività di ristorazione potranno aprire nuovamente. Ecco qual è il parere degli esperti sulla decisione del governo.

Zone gialle e riaperture: cosa dicono gli esperti

A partire dal 26 aprile torneranno in vigore le zone gialle, come ha anticipato il premier Mario Draghi in conferenza stampa lo scorso venerdì. Le nuove misure prevedono un allentamento delle norme e concederanno maggiori libertà ai cittadini e alla attività commerciali, prevedendo un calendario di riaperture, nel quale saranno privilegiate le attività all’aperto.

Sulla questione di sono espressi anche alcuni esperti, che si dividono tra chi teme che il ripristino della zona gialla possa far tornare la curva dei contagi a crescere, e chi ritiene l’allentamento graduale delle restrizioni una misura di buon senso.

Zone gialle e riaperture: cosa dicono gli esperti

Il governo ha finalmente concesso delle maggiori libertà a partire dal 26 aprile, che prevederanno in un primo momento il ritorno sui banchi di scuola degli studenti nelle zone gialle e arancioni, e la riapertura delle attività di ristorazione all’aperto nelle regioni in cui si riscontra un basso rischio. Sulla questione si sono espressi anche diversi esperti intervistati dall’Adnkronos.

Tra i più preoccupati troviamo Andrea Crisanti, il direttore di Microbiologia e virologia dell’università di Padova, secondo cui è a rischio l’estate: “Con una situazione di contagio elevato, pensare alle riaperture vuole dire che tra un mese avremo un aumento dei casi di Covid-19 e l’estate sarà a rischio e dovremmo richiudere”. La tripartizione in regioni rosse, arancioni e gialle, secondo l’esperto, “è la dimostrazione che in un anno non si è trovata un’alternativa efficace e non si sono costruiti strumenti adeguati per contenere l’epidemia. Siamo sempre lì, con oscillazioni tra zone gialle e arancioni, nelle prime si apre e il contagio aumenta”.

A fare eco alle dichiarazioni di Crisanti anche Massimo Galli, responsabile di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, secondo il quale “le riaperture sono un rischio calcolato male. Mi sembra scontato che invece di vedere la flessione della curva dei contagi che è appena accennata, finiremo per avere il processo opposto. A meno che non si riesca a vaccinare a tamburo battente tanta gente, ma non mi pare il caso”. Anche secondo Andreoni, il direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, riaprire adesso rappresenta un grosso azzardo per il nostro Paese.

Infine, secondo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria, “la decisione sulle riaperture è di buon senso e si attendeva, anche perché non viene detto che da domani si apre tutto indiscriminatamente. Ma è giusto iniziare dalle aree esterne dei ristoranti e dei bar perché sappiamo che il contagio all’aria aperta è pari a zero. Draghi si è dimostrato un vero leader che si assume la responsabilità delle decisioni dopo aver sentito tutte le campane”. Chiaramente, continua l’esperto, si dovrà fare attenzione e continuare a monitorare, sanzionando immediatamente le persone che non rispettano i protocolli.

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