Zona Euro: Merkel insiste su economia. La voce dei leader Europei a Davos per il WEF

Federica Agostini

25 Gennaio 2013 - 10:55

Zona Euro: Merkel insiste su economia. La voce dei leader Europei a Davos per il WEF

Dal prestigioso DealBook del NYTimes, il resoconto della voce dei leader Europei presenti a Davos, in occasione del World Economic Forum. Per la Cancelliera Merkel è importante che non si perda di vista il rilancio dell’economia. Anche se i mercati finanziari hanno smesso di esercitare pressione sulla zona Euro, ci sono ancora molti problemi da risolvere.

Davos: la Merkel insiste sull’economia

Parlando a Davos, Angela Merkel ha invitato i colleghi Europei a non perdere di vista ciò che va fatto per rinforzare le loro economie ora che si è allentata la pressione dei mercati finanziari. La Cancelliera ha dato voce ad una più generale preoccupazione circa la possibilità che la ripresa economica dell’Eurozona possa essere minata dalla compiacenza della politica.

Negli ultimi mesi, infatti, le misure introdotte dalla Banca Centrale Europea per aiutare le banche problematiche dei paesi dell’Eurozona hanno certamente avuto l’effetto di calmare i mercati, ma non risolvono i numerosi problemi economici che ancora persistono. E’ questo il messaggio dell’intervento della Cancelliera Merkel al World Economic Forum di Davos; "la BCE -ha detto- ha fatto molto. Ora dev’esserci il nostro impegno politico, dobbiamo fare i compiti a casa".

Riprendendo il suo ruolo di "sorvegliante" Europeo, la Merkel ha parlato subito dopo Mario Monti, il quale rivolgendosi alla platea di Davos ha assicurato che il suo paese sta facendo grandi progressi nella riduzione del debito e nel recupero dell’economia. L’Italia, ha detto Monti, rimuove le barriere che impediscono la competitività, ricostruisce le infrastrutture e smantella quei regolamenti sul lavoro che ostacolano assunzioni e licenziamenti.

Tuttavia, tra gli investitori è diffuso un generale scetticismo riguardo al fatto che i politici possano portare avanti questi importanti cambiamenti, ora che la pressione dei mercati è allentata.

David Cameron, primo ministro Britannico, ha intensificato la pressione sull’Eurozona con l’annuncio di voler rimettere al voto popolare degli inglesi, il loro ruolo nell’Unione Europea. Ieri a Davos ha aggiunto che il Regno Unito non intende tornare sui suoi passi in merito al progetto dell’Unione Europea, ma vuole che questa diventi "più competitiva, aperta e flessibile".

Competitività: qualche numero

Il tema della competitività Europea è stato messo in discussione dopo la pubblicazione del report sull’andamento del settore manifatturiero e dei servizi, da questo emerge la possibilità che la zona Euro esca dalla recessione prima del previsto; ma tali indici, detti PMI e rilasciati dall’istituto Markit, mostrano un’evidente spaccatura tra i paesi dell’Eurozona: mentre le aziende tedesche sembrano essere più ottimiste circa il loro futuro, il sentiment in Francia è calato bruscamente.

Una pubblicazione a parte rilasciata da Madrid lo stesso giovedì, mostra come il tasso di disoccupazione in Spagna abbia raggiunto un nuovo record al 26% alla fine del 2012, con circa sei milioni di persone disoccupate.

La Marchal of Bain & Company sostiene che molte aziende rimangono caute riguardo al futuro e preferiscono non fare grandi investimenti. "Molte di loro, spiega, stanno addirittura posticipando gli investimenti strategici e si preparano perché le cose possano peggiorare".

Durante il suo discorso, la Cancelliera Merkel ha descritto se stessa come "condizionatamente ottimista" ed ha aggiunto che "la fiducia degli investitori nei confronti dell’Europa è sensibilmente migliorata". Ma poi ha continuato lamentando un eccessivo tasso di disoccupazione. In Spagna, infatti, i dati rilasciati ieri mostrano come il tasso di disoccupazione giovanile (tra i 16 e i 24 anni) abbia raggiunto il 55% negli ultimi tre mesi del 2012, rispetto al 52% del trimestre precedente. "Il nostro limite più grande è la disoccupazione giovanile" ha detto la Merkel.

L’Europa deve sfruttare al meglio il proprio status di mercato più grande del mondo, ha proseguito la Cancelliera che ha poi aggiunto "Possiamo fare molto se rimaniamo aperti e innovativi e se non diamo per scontata la leadership del mercato Europeo sull’economia mondiale".

Zona Euro: il problema della crescita

Anche se la Germania è considerata l’economia più grande e forte d’Europa, la crescita lì è tutt’altro che dinamica. Nell’ultimo trimestre del 2012 la crescita è scesa violentemente e secondo la maggior parte delle previsioni, quest’anno la Germania crescerà soltanto dell’1%.

In un’intervista, Thomas J. Donohue, presidente della Camera di Commercio statunitense dice: "anche se le cose vanno meglio, c’è differenza tra migliorare e avere un livello di crescita tale che consenta di assumere personale".

Donohue sottolinea come Stati Uniti, Europa e Cina siano diventati nel tempo sempre più dipendenti tra loro: "Se l’Unione Europea ha una crescita negativa, la notizia non sarà positiva per nessuno dei tre paesi".

Draghi e la quiete dei mercati

La Cancelliera Merkel si è poi complimentata con Mario Draghi, presidente della BCE, per aver insistito affinché si lavorasse sul il miglioramento delle performance economiche, come condizione necessaria per ricevere gli aiuti dalla banca centrale nel contenere la pressione dei mercati sui titoli di Stato.

Molti degli uomini d’affari che presenziano al congresso di Davos sono seriamente preoccupati che tale progresso possa giungere alla stagnazione a causa degli interessi di alcuni gruppi che non vogliono assolutamente perdere i privilegi o i quasi-monopoli assicurati loro dalle regole dei governi nazionali. Inoltre, l’opinione è che i sindacati Europei abbiano insistito su modifiche alle leggi che rendono impossibile il licenziamento dei lavoratori, anche quelli che non sono necessari o che non sono adatti al loro ruolo.

Le riforme portate avanti da Monti hanno contribuito a ridare all’Italia il rispetto e la credibilità internazionale, ma al momento c’è un’incredibile e generalizzato nervosismo riguardo a cosa potrebbe succedere dopo le elezioni di febbraio. Ora che i tassi di interesse sui titoli italiani sono rientrati dalla zona di allarme, i leader politici sentono molta più pressione dai loro elettori, che non dagli investitori in obbligazioni.

Da quando Mario Draghi ha promesso lo scorso anno di essere pronto a fare tutto il necessario per salvare l’Euro "non ho più visto l’introduzione di alcuna misura nei paesi della zona Euro", dice in un’intervista Maximilian Zimmerer, a capo dell’ufficio finanza della compagnia assicurativa tedesca Allianz.

Zimmer si è detto ottimista riguardo alla possibilità che il percorso di riforme riprenda, anche se, ha aggiunto con una certa preoccupazione, "al momento non si sente la pressione da parte dei mercati".

Traduzione a cura di:

Federica Agostini

Fonte: DealBook In Davos, Merkel Presses Leaders to Keep Focus on Economy

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