Wall Street a un bivio tra eccessiva leva e aumento delle scommesse short

Nicola D’Antuono

4 Marzo 2014 - 06:29

Wall Street chiude in calo in scia alle tensioni tra Ucraina e Russia. La borsa americana rischia ora anche un pericoloso deleveraging dai massimi storici

Wall Street a un bivio tra eccessiva leva e aumento delle scommesse short

Come era prevedibile la borsa di Wall Street sta soffrendo l’aumento delle tensioni geopolitiche che stanno interessando l’Ucraina, giunta ormai ai ferri corti con la Russia dopo l’invasione militare della Crimea ordinata da Vladimir Putin. Mosca non ha alcuna intenzione di fermarsi solo alla Crimea, ma è pronta a invadere anche le regioni orientali dell’Ucraina. La situazione potrebbe precipitare da un momento all’altro e gli investitori stanno reagendo acquistando asset-rifugio, come l’oro, il franco svizzero e i T-Bond americani. Gli asset più rischiosi, come le azioni, sono finiti subito nel mirino dei venditori. A Wall Street, però, il problema al momento non può essere circoscritto soltanto alle tensioni tra Kiev, Mosca e l’Occidente.

La borsa di New York ha fornito alcuni dati molto interessanti per capire lo stato di salute dell’azionario a stelle e strisce. L’ascesa degli indici azionari americani è stata favorita da un eccessivo utilizzo della leva finanziaria, responsabile tra l’altro dell’ultimo crack dei mercati globali nel 2008 (ma anche di altri crolli clamorosi, come quello del 1929). Lo scorso gennaio il margin debt, ovvero il denaro preso in prestito per acquistare azioni, ha segnato un nuovo record. Al Nyse questo valore ha toccato i 451 miliardi di dollari, ovvero il 20% in più rispetto a un anno prima ma anche più dei record precedenti del 2007 quando fu raggiunta la cifra di 381 miliardi di dollari.

Wall Street è giunta probabilmente a un bivio, tra l’altro in coincidenza con l’avvio del piano di riduzione degli stimoli monetari attuato dalla Federal Reserve a partire da inizio anno. Il sentiment degli investitori è in costante peggioramento, anche a causa delle turbolenze valutarie sui mercati emergenti. I grandi investitori stanno iniziando a fiutare la grande opportunità short a partire dai massimi storici. Infatti, si sta già registrando un forte aumento degli acquisti di opzioni put sull’indice S&P500 e sugli Etf short in leva. Tra i grandi nomi della finanza globale c’è chi come George Soros si è posizionato massicciamente al ribasso sull’S&P500: il finanziere americano ha già un’esposizione totale short sull’indice S&P500 pari a 1,3 miliardi di dollari. Ieri chiusura negativa per i principali indici azionari americani: Dow Jones -0,94%, S%P500 -0,74%.

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