Veneto Banca e Popolare di Vicenza festeggiano il via libera al salvataggio, ma la clausola risolutiva di Intesa Sanpaolo getta nuove ombre sulla questione.
Veneto Banca e Popolare di Vicenza hanno festeggiato con entusiasmo il via libera al salvataggio concesso dall’UE.
L’intero comparto bancario (italiano ed europeo) ha risentito della decisione e nella sessione di ieri è decollato evidenziando, tra tutti, 5 migliori titoli di Piazza Affari. Nonostante l’entusiasmo, però, il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza potrebbe ancora incontrare degli ostacoli.
Dopo l’ok del Consiglio di Amministrazione, Intesa Sanpaolo ha firmato il contratto di acquisto di Veneto Banca e Popolare di Vicenza al più volte citato prezzo simbolico di 1 euro. Ricordiamo che tale acquisizione non riguarderà le banche in toto, ma soltanto alcuni asset.
La clausola risolutiva prevista da Intesa Sanpaolo metterà a repentaglio (ancora una volta) il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza?
La clausola risolutiva su Veneto Banca e Popolare di Vicenza
Come accennato, nel contratto firmato da Intesa Sanpaolo è stata introdotta una clausola risolutiva che lascia ancora aperte le porte del fallimento a Veneto Banca e Popolare di Vicenza.
Secondo quanto previsto dalla clausola, infatti, nel momento in cui il Decreto Legge non sarà convertito, o sarà convertito con modifiche tali da rendere l’operazione più onerosa, o non sarà pienamente in vigore entro i termini di legge, allora il contratto sarà inefficace e l’acquisizione di Veneto Banca e Popolare di Vicenza non andrà in porto.
Opinioni divergenti sul salvataggio
Il via libera europeo al salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza ha determinato reazioni profondamente divergenti. Se, come accennato, il comparto azionario è decollato, molti analisti hanno messo in luce il contrasto tra la decisione e la normativa UE (si è parlato di morte dell’Unione Bancaria e l’Italia è stata derisa ancora una volta).
Di tutt’altro avviso, ovviamente, il premier Gentiloni, il quale ha affermato che la decisione sulle banche venete non costituisce un regalo ai banchieri, come qualcuno lo ha definito.
“Interveniamo in questa operazione per tutelare i risparmi di 2 milioni di famiglie, l’erogazione del credito di 200 mila imprese e l’occupazione 10mila persone. Siamo la soluzione per accelerare la crescita del Paese”.
Sulla stessa lunghezza d’onda il Ministro dell’economia Padoan, in quale ha negato energicamente qualsiasi violazione della normativa sugli aiuti di Stato. Per il Governo, dopo il salvataggio di Veneto Banca e Popolare di Vicenza si aprirà un’altra partita importante: quella su MPS.
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