Perché la variante Delta è più contagiosa

Giorgia Bonamoneta

22 Agosto 2021 - 22:44

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La variante Delta è più contagiosa e fin qui lo avevamo capito tutti guardandoci intorno, ma l’articolo di Nature spiega anche il perché e chiarisce per bene i focolai di questa estate.

Perché la variante Delta è più contagiosa

Gli studi lo avevano già annunciato, le evidenze sulla popolazione, sul numero di contagi lo hanno confermato in questa estate: la variante Delta è molto più contagiosa. La novità pubblicata da Nature, che ha riportato i dati di uno studio ancora in pre-print, è che la variante Delta ha una finestra di contagio pre-sintomi più ampia.

Lo avevamo visto con il caso di Maiorca, ma ora gli esperti ne hanno studiato gli effetti nello specifico. Benjamin Cowling, epidemiologo dell’Università di Hong Kong, ha studiato 101 persone contagiate e ha scoperto un tempo decisamente più ampio di assenza di sintomi con carica virale maggiore.

Ricordiamo infatti che la variante Delta è tra il 40 e il 60% più contagiosa della variante Alpha, ovvero quella scoperta nel Regno Unito che a sua volta era più contagiosa del virus scoperto in Cina alla fine del 2019.

La variante Delta è più contagiosa, arriva un ulteriore conferma

In questi giorni Nature ha dato nuovo materiale sul quale far discutere opinione pubblica e Governi in merito ai rischi legati alla diffusione della variante Delta. Già all’inizio dell’estate si iniziava a fare i conti sugli ipotetici esiti che la nuova variazione avrebbe portato all’Europa e al mondo.

Dopo settimane di allarme, soprattutto per i contagi altissimi registrati nel Regno Unito, Delta è effettivamente diventata la variante dominante. Ma perché? A rispondere a questa domanda, in uno studio pre-print - una bozza di articolo scientifico che non è stata ancora valutata da una rivista accademica che prevede revisione paritaria (peer review)- è Nature, dove arriva la conferma di un dato che ormai appariva chiaro a tutti: la variante Delta è più contagiosa.

La novità è la scoperta del motivo, analizzato a partire dal focolaio nel Guangdong, in Cina, tra la fine di maggio e i primi di giugno. Sotto esame sono finite 101 persone e quello che è emerso risponde al perché si siano presentati molti altri dei focolai che abbiamo visto in questa estate (vedi caso focolaio di Maiorca).

Lo studio su Nature che spiega la contagiosità della variante Delta

La risposta è più complessa e prevede mutazioni, proteina Spike e luoghi di scissione. Insomma termini poco usuali. Per spiegarlo in modo semplice potremmo dire soltanto che “la mutazione accelera la diffusione di SARS-CoV-2 da cellula a cellula”.

Quindi succedono due cose:

  • il soggetto contagiato sviluppa prima una contagiosità maggiore
  • il soggetto presenta sintomi dopo 1,8 giorni

La maggior diffusione e contagiosità della variante Delta è dovuta quindi a una finestra di tempo più ampia (prima della variante delta era pari a 0,8 giorni) entro la quale il soggetto, che non presenta sintomi, riesce a incontrare e contagiare più persone.

Variante Delta e la situazione in Italia

È evidente che qualcosa sia cambiatodall’anno scorso a quest’anno e non è solo la campagna vaccinale. La variante Delta nel nostro Paese è presente per la maggioranza dei casi di positività riscontrati. L’ISS (Istituto superiore di sanità) ha monitorato la presenza della variante e negli ultimi 45 giorni (3 luglio - 16 agosto) ha raggiunto quota 82,4% dei tamponi sequenziati.

L’Italia si trova in una situazione di relativa calma, con contagi limitati, seppur in grado di spaventare in vista della riapertura, ma con un numero di morti costanti che non ha mai toccato lo zero e che aggravano costantemente il bilancio complessivo di questa pandemia ci cui non si vede ancora la fine. Per questo si pensa all’obbligo di vaccinazione dopo aver già seguito la Francia sulla questione green pass.

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