Varata la Legge di Stabilità 2015: L’Italia non rispetta le regole europee. In arrivo una bocciatura da Bruxelles?

Marta Panicucci

16 Ottobre 2014 - 10:02

Manovra italiana nel mirino della Commissione europea. Pareggio di bilancio rinviato al 2017, aumento del rapporto deficit/Pil al 2,9% e aggiustamento strutturale dello 0,1%: le violazioni italiane delle regole europee rischiano di comportare una bocciatura da Bruxelles. Ma Padoan ha 3,4 miliardi come asso nella manica.

Varata la Legge di Stabilità 2015: L’Italia non rispetta le regole europee. In arrivo una bocciatura da Bruxelles?

A fronte di una richiesta di riduzione strutturale dello 0,25%, la Legge di Stabilità italiana risponde con una riduzione dello 0,1%. Pur rispettando formalmente il paletto europeo del 3%, il governo Renzi ha proposto una legge di stabilità che tenta di forzare le regole comunitarie. Ancora non sappiamo come Bruxelles reagirà allo sgarro italiano, ma è molto probabile che venga chiesto a Roma di aggiustare il tiro prima dell’approvazione finale. La commissione ha tempo fino al 29 ottobre per dare un primo giudizio sulla manovra, e nel caso di una bocciatura parziale, entro fino novembre per presentare una relazione con opinioni e ipotesi di aggiustamento. Per rispondere ad eventuali richieste comunitarie Padoan si è tenuto da parte un tesoretto di 3,4 miliardi utili per rassicurare Bruxelles.

Legge di stabilità 2015
Ieri sera il consiglio dei Ministri ha varato la legge di stabilità per il 2015, una manovra imponente da circa 36 miliardi di euro. Le risorse stanziate per stabilizzare il bonus di 80 euro, sostenere le imprese nelle nuove assunzioni, tagliare l’Irap per 6,5 miliardi, provengono in gran parte dalla spending review e dall’aumento del deficit. (Qui per leggere tutti gli interventi della legge di stabilità)

La legge di stabilità conferma ciò che il premier e il Ministro Padoan avevano già annunciato: il rinvio del pareggio di bilancio al 2017. Per il prossimo anno, invocando le "circostante eccezionali" della crisi economica e della stagnazione persistente, il governo farà salire il deficit dal 2,2 tendenziale al 2,9 programmatico allo scopo di ottenere circa 11 miliardi da utilizzare nella manovra finanziaria. Uno 0,7% che vale quindi 11 miliardi che il governo intende utilizzare con la "volontà di finanziare impegni di spesa nei settori ritenuti più rilevanti per la crescita e ridurre la pressione fiscale per famiglie e imprese". Chissà se questa spiegazione sarà sufficiente per passare l’esame europeo.

Richieste comunitarie
Le regole europee impongono ai paesi membri di inviare la legge di stabilità entro la mezzanotte del 15 ottobre al fine di poter rispedire al mittente un parere sulla manovra finanziaria ed, eventualmente, chiedere aggiustamenti di bilancio entro il mese di novembre. Il rinvio di bilancio al 2017 e l’utilizzo dello 0,7% del deficit per recuperare 11 miliardi rappresenta certamente una violazione delle regole del fisclal compact. Inoltre è noto che l’aggiustamento strutturale per i paesi particolarmente indebitati deve essere dello 0,5% del Pil. Quest’estate, tenendo conto delle persistenti difficoltà economiche dell’Italia, la Commissione ha tagliato la richiesta di aggiustamento strutturale allo 0,25%, cifra però, ancora molto distante dallo 0,1% messo in campo dal governo.

Nonostante il governo rispetti formalmente il limite del rapporto deficit/Pil al 3%, la forzature delle regole comunitarie non farà certamente piacere a Bruxelles, che ha tempo fino al 29 ottobre per bocciare la manovra.

Proprio per essere pronto a questa eventualità, il Ministro Padoan si è tenuto da parte un tesoretto da 3,4 miliardi di euro per tentare di rassicurare Bruxelles. Nelle prossime settimane probabilmente il premier Renzi dovrà dare spiegazioni alla Commissione e cercare di convincere i vertici europei che la forzatura delle regole è giustificata dall’attuazione di una manovra espansiva e di riforme strutturali sempre invocate da Bruxelles.

I 3,4 miliardi di euro sono l’asso nella manica di Padoan e saranno utili a rassicurare la Commissione europea nel corso del negoziato. La partita che si gioca a Bruxelles è di importanza fondamentale; non dobbiamo dimenticare infatti, che sulla testa della legge di stabilità pesa la clausola di salvaguardia che prevede aumenti automatici di Iva e altre imposte nel caso in cui non si rispettino gli impegni presi.

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