L’Ue aumenterà la spesa militare di 200 miliardi: Bruxelles ora teme la guerra

Alessandro Cipolla

20/05/2022

20/05/2022 - 16:19

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La Commissione europea ha inviato al Parlamento europeo un atto dove si chiede ai Paesi un aumento complessivo di 200 miliardi della spesa militare: la guerra fa paura viste le carenze ammesse da Bruxelles.

L’Ue aumenterà la spesa militare di 200 miliardi: Bruxelles ora teme la guerra

La guerra che va avanti da quasi tre mesi nel cuore del Vecchio Continente sta spaventando l’Unione europea, specie dopo il rapporto redatto da Palazzo Berlaymont dove sono state evidenziate le tante carenze nel sistema di difesa dei 27 Paesi comunitari.

La conclusione a cui sono arrivati a Bruxelles è tanto semplice quanto inquietante: se la guerra dovesse estendersi anche al territorio dell’Ue, al momento noi non saremmo in grado di affrontare un conflitto con la Russia.

Per El Pais che ha pubblicato in esclusiva i contenuti del documento, le carenze militari del’Unione europea sarebbero “tante quante il numero dei soldati”. Basti pensare che come spiegato dal generale Carlo Landi a Money.it, in caso di un attacco missilistico verso il nostro Paese l’Italia al momento non avrebbe un sistema di difesa capace di intercettare i missili, potenzialmente capaci di trasportare anche testate nucleari, in dotazione alla Russia.

Da qui vista la guerra in corso è nata la richiesta messa nero su bianco dalla Commissione europea agli Stati membri: aumentare di 200 miliardi la spesa militare nei prossimi anni, spingendo però per un acquisto congiunto degli armamenti come fatto con i vaccini Covid.

L’Ue e i timori della guerra

In attesa che prenda piede dopo i tanti annunci il progetto dell’esercito comunitario, a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina Ursula von der Leyen ha avanzato una doppia richiesta ai Paesi dell’Unione europea: aumentare la spesa militare e accrescere la percentuale degli acquisti congiunti attualmente ferma all’11%.

Nel 2021 complessivamente i 27 Stati membri hanno speso per la difesa 216 miliardi, più o meno l’equivalente della fetta del Recovery plan spettante all’Italia. Aumentare nei prossimi anni questo budget di ulteriori 200 miliardi, vorrebbe dire sostanzialmente raddoppiare questa voce di bilancio.

L’Italia insieme agli altri membri della Nato si è già impegnata a portare la spesa militare fino al 2% del Pil, ma a Bruxelles temono che questo enorme fiume di denaro possa essere speso male con già avvenuto in passato.

Il ritorno della guerra in Europa ha evidenziato gli effetti di anni di spesa insufficiente per la difesa – ha sentenziato Ursula von der Leyen – Abbiamo perso un decennio negli investimenti per la difesa a causa di tutti questi tagli. Tuttavia, gli Stati membri stanno ora invertendo questa tendenza. Ora dobbiamo mantenere lo slancio. Dobbiamo assicurarci che questo denaro venga speso in modo coordinato, che colmi le lacune di capacità individuate sia dall’Ue che dalla Nato, che rafforzi la nostra base industriale europea della difesa a lungo termine”.

Il modello auspicato da Palazzo Berlaymont così è quello dell’acquisto dei vaccini anti-Covid, che è stato gestito da Bruxelles con le dosi poi distribuite ai vari Paesi (che saldano i pagamenti) in base alla loro necessità.

Per la Commissione europea questo comporterebbe diversi benefici, come il riuscire ad acquistare i migliori sistemi di difesa a un prezzo minore e il risparmiare nelle spese di studio che al momento ogni singolo Stato deve portare avanti per conto proprio.

Istituiremo immediatamente una task force con gli Stati membri per coordinare i rifornimenti immediati e le esigenze di approvvigionamento - ha spiegato von der Leyen - Sarà accompagnato da uno strumento di incentivazione finanziaria all’acquisto congiunto. E in autunno proporremo un regolamento per garantire che gli appalti congiunti beneficino dell’esenzione totale dall’Iva”.

Sia l’aumento della spesa sia l’acquisto coordinato sono comunque delle richieste da parte della Commissione europea che potranno essere recepite o meno dai vari Stati membri: la guerra però fa paura e la corsa alle armi è già iniziata.

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