UE: la Repubblica Ceca è la prossima vera minaccia

C. G.

5 Settembre 2017 - 12:38

La Repubblica Ceca sarà la prossima grande minaccia alla tenuta dell’Unione europea. Dopo Londra post-Brexit anche Praga lascerà il blocco?

UE: la Repubblica Ceca è la prossima vera minaccia

La Repubblica Ceca potrebbe mettere in serio pericolo la tenuta dell’Unione europea, esattamente come accaduto con la Brexit del Regno Unito.

Praga è entrata nell’Ue ben 13 anni fa e da quel momento in poi ha raggiunto standard di vita più elevati rispetto a quelli dei vecchi membri del blocco come Portogallo e Grecia. La Repubblica Ceca ha anche vantato il più basso tasso di disoccupazione tra tutti i 28 Stati Ue.

Le famiglie possono viaggiare liberamente, gli studenti vi si recano per contribuire alla propria formazione, mentre il commercio è fortemente sostenuto da ottimi ritmi di esportazione verso gli altri membri Ue.

Eppure, nonostante Praga non sembri aver sofferto l’entrata e la permanenza nell’Ue, sono in molti oggi a non essere attratti dall’idea di essere parte del blocco. La Repubblica Ceca potrebbe dar vita ad una Brexit dell’Est Europa?

Soltanto un terzo della popolazione considera l’appartenenza all’Unione europea come qualcosa di positivo - cifre così basse non si sono registrate neanche durante la campagna pro-Brexit. Soltanto un quarto dei cittadini, poi, pensa che adottare l’euro sia la scelta migliore da compiere.

Le conseguenze dell’euroscetticismo

L’euroscetticismo è piuttosto evidente in Repubblica Ceca ed esso si riverserà sulle prossime elezioni generali di ottobre. Secondo gli ultimi sondaggi in testa alla corsa dovrebbe esservi Andrej Babis, miliardario che ha ottenuto popolarità dipingendo i partiti tradizionali come corrotti e incompetenti.

Esattamente come Donald Trump ha venduto il suo fiuto per gli affari come una caratteristica necessaria per guidare il Paese. Il suo partito ha attratto consensi sia da destra che da sinistra e ha sottratto voti ai partiti tradizionali.

L’euroscetticismo di Babis in Repubblica Ceca è molto simile a quello di Viktor Orban in Ungheria e a quello di Jaroslaw Kaczynski in Polonia.

Nella sua particolare visione politica l’Ue dovrebbe dar vita a dei centri di detenzione per migranti in Tunisia e Turchia. La NATO, poi, dovrebbe chiudere i confini proprio con l’obiettivo di impedire l’accesso agli stessi migranti. Egli è inoltre un estremo oppositore della moneta unica:

Non vogliamo l’euro qui. Fornirebbe a Bruxelles soltanto un’altra area su cui esercitare la propria ingerenza”.

Anche Vaklas Klaus, ex presidente della Repubblica Ceca, non ha mancato di esternare la propria visione dell’Ue:

“Abbiamo prosperato non grazie all’Ue, ma nonostante l’Ue. Essa è diventata un potere dominante centralizzato con pochissima autonomia lasciata ai suoi membri”.

Anche l’apparentemente europeista partito dei social democratici ha iniziato ad opporsi sia all’adozione dell’euro sia alle politiche sull’immigrazione dell’Ue. Il ministro degli esteri Lubomir Zaoralek, alla guida del partito alle prossime elezioni, ha affermato che prima di adottare l’euro bisognerà arrivare ai livelli della Germania. Egli ha anche ribadito come il Paese non dovrebbe essere costretto ad accettare rifugiati dai Paesi più vicini come Italia e Grecia.

In caso di vittoria di Babis alle prossime elezioni generali di ottobre, la Repubblica Ceca potrebbe davvero mettere i bastoni tra le ruote al progetto Ue.

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