USA: la nuova ondata di default delle aziende sarà più dolorosa del previsto - Bloomberg

Livio Spadaro

6 Aprile 2016 - 16:55

Wall Street continua la sua ascesa dopo il sell-off di inizio anno. Bloomberg però avverte: le società sono troppo indebitate, i default saranno molto dolorosi.

USA: la nuova ondata di default delle aziende sarà più dolorosa del previsto - Bloomberg

Wall Street viaggia in rialzo da settimane dopo il sell-off di inizio dell’anno, sospinti da un’ondata di ottimismo generata dai dati macro statunitensi che, seppur contrastati, hanno dato segnali di una ripresa seppur moderata dell’economia statunitense. Molti operatori, trader e investitori si chiedono però se i livelli attuali degli indici a stelle e strisce riflettano il reale andamento delle aziende americane che dalle ultime trimestrali non sembrano godere di ottima salute.

Dalla prossima settimana prenderà il via la nuova stagione delle trimestrali USA con Alcoa che farà gli onori per prima con la pubblicazione dei propri conti. Bloomberg sembra essersi reso conto che le società USA non godono di buona salute e avverte: la prossima ondata di default sarà di gran lunga più dolorosa di quanto ci si aspetti.

USA: la prossima ondata di default societari sarà molto dolorosa - Bloomberg

Bloomberg lancia l’allarme sullo stato di salute delle società americane, non riflesso dai livelli attuali degli indici americani. Bisogna stare attenti perché come sottolinea Bloomberg, la prossima ondata di default corporate negli USA sarà molto più dolorosa di quanto si creda.

Le perdite generate sui bond di compagnie fallite saranno probabilmente più alte dei cicli precedenti, questo perché gli emittenti americani hanno più debito rispetto ai loro asset come sottolineano gli analisti di Bank of America. Questi alti livelli significano che, in caso di liquidazione delle società, il processo richiederebbe più debiti da ripagare.

USA: attualmente i livelli di indebitamento sono i più alti di sempre - Newfleet Asset

Edwin Tai, portfolio manager di Newfleet Asset Management spiega che gli Stati Uniti hanno il più alto debito corporativo di sempre, con una leva finanziaria mai vista che aumenta il potenziale di disastri in caso di default.

Michael Contopoulos, credit strategist di Bank of America-Merril Lynch, rende noto che i tassi di perdita degli investimenti stanno aumentando, indicando così che i “junk bonds” (bond spazzatura) non stanno attualmente compensando abbastanza i detentori di tali titoli. La media di questo tasso sui bond spazzatura è al momento dell’8,45%, in linea con quella degli ultimi 10 anni.

USA: l’indebitamento alle stelle? Colpa del QE della Federal Reserve

Una parte del “dolore” che gli investitori proveranno nella prossima ondata di default è in parte collegato all’ultimo credit crunch generato dalle mosse Fed.

Durante la crisi finanziaria, la Federal Reserve tagliò i tassi di interesse rapidamente, e gli investitori iniziarono a rituffarsi nel mercato dei bond spazzatura e ad alto rischio. In questo modo, molte compagnie furono in grado di rifinanziare il debito piuttosto che dichiarare fallimento.

Un gran numero di società in bilico che erano diventate sovra-indebitate riuscirono a trovare soluzioni temporanee nell’ultimo ciclo creditizio, spiega Alan Holtz di AlixPartners. Tuttavia, questi “aiuti” non sono più disponibili e ora molte compagnie stanno tornando a interfacciarsi con situazioni di stress.

Holtz ha concluso spiegando che i livelli di leva sono aumentati poiché queste aziende hanno usato il denaro preso a prestito per finanziare buyback e per ripagare debiti esistenti piuttosto che investire in asset per aumentare i profitti delle società.

Difatti, gli investimenti di capitale sono stati piuttosto bassi durante i periodi di rifinanziamento.

USA: tassi di default in crescita entro la fine dell’anno - Moody’s

Le compagnie “spazzatura” adesso hanno un debito equivalente al 48% degli asset, in aumento del 7,5% rispetto ai valori degli ultimi 7 anni spiega nuovamente Bank of America. Il rapporto debito/asset è uno dei fattori che spiega quanto saranno elevate le perdite degli investitori.

Un altro fattore è il tasso di default, poiché quando molte compagnie defaultano fanno in modo di far scattare piani di ristrutturazione o vendite di asset a quelle ancora in piedi, diminuendo così le possibilità di recupero del capitale agli investitori.

Stando alle stime di Moody’s Investors Service, i tassi di default sono intorno al 4% e ci si attende che saliranno al 5,05% entro la fine dell’anno in uno scenario ottimista, al 15% in uno scenario decisamente pessimista.

I tassi di recupero invece, che indicano la percentuale di rientro del capitale per gli investitori, sono iniziati a crollare. Adesso sono intorno al 29% mentre fino a 2 anni fa erano al 44% stando alle proiezioni di Bank of America.

USA: bassi prezzi del petrolio aumenteranno i default senza possibilità di recupero

I bassi prezzi del petrolio sono un altro fattore che probabilmente ostacoleranno la ripresa delle compagnie in difficoltà. Alcune società energetiche saranno in grado di rinegoziare il debito con i propri creditori, ma una parte di esse non lo sarà.

Questo perchè queste aziende hanno costi di produzione troppo elevati (al netto dei costi di finanziamento), dando ai creditori poche opzioni alternative alla liquidazione della compagnia.

Leonard Klingbaum, partner di Willkie Farr & Gallagher, ha detto che da queste società c’è poco da recuperare in termini di denaro liquido. L’economia USA è davvero in ripresa?

Fonte: Bloomberg.com

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