Il deficit commerciale USA dipende dall’anemia dell’eurozona e dal surplus tedesco. Parola di Matthew C. Klein.
Da cosa dipende il deficit commerciale USA? Matthew C. Klein, blogger del Financial Times, assolve il Messico e punta il dito contro l’eurozona e, nello specifico, la Germania.
Dal suo arrivo alla Casa Bianca, Trump ha spesso asserito che il deficit commerciale USA, vale a dire quella particolare condizione che vede gli USA importare più beni di quanti ne esporti all’estero, sia da attribuire al Messico.
Per Klein non ha alcun senso prendersela col Messico. Trump ha frainteso completamente la ragione del deficit commerciale USA, che va invece attribuito all’indisponibilità di Paesi come la Germania, tra i più esposti con l’estero, a sostenere l’export USA attraverso politiche di sostegno alla domanda interna. In altre parole, affinché si riduca il deficit commerciale USA è necessario che la Germania, e l’eurozona nel suo complesso, intensifichino la domanda di prodotti americani.
La Germania, complice la crisi dell’euro, ha promosso nell’eurozona l’implementazione di politiche di deflazione salariale che hanno spinto non solo i tedeschi, ma tutti gli europei, a domandare sempre meno prodotti americani. D’altro canto, invece, la Germania ha continuato a esportare negli USA (il surplus tedesco è tra i più alti al mondo) alimentando, così, il deficit commerciale USA.
Deficit commerciale USA: il “problema” viene dall’eurozona
Da quando Trump si è insediato alla Casa Bianca non ha fatto che ripetere, forte delle prerogative che la Costituzione attribuisce al Presidente in materia di commercio estero, che l’esposizione estera del Messico è alla base del deficit commerciale USA.
Il che significa, in poche parole, che ciò che una volta gli USA producevano (internamente) ed esportavano all’estero (auto, macchinari ecc.) ora lo importano dal Messico, con conseguenze nefaste sull’occupazione americana. Suona come una semplificazione. Infatti il Messico, secondo l’analisi di Klein, non è né il solo né il più esposto tra i Paesi che vantano un surplus commerciale nei confronti degli USA.
Secondo Klein, i Paesi con il surplus commerciale più alto nei confronti degli USA sono, in ordine di importanza, 8 (questi Paesi esportano negli USA più beni di quanti ne importino. A questa ragione si deve il deficit commerciale USA):
- Germania;
- Cina;
- Giappone;
- Corea;
- Taiwan;
- Olanda;
- Svizzera;
- Singapore.
La domanda di beni americani in questi Paesi è troppo bassa, il che porta le aziende esportatrici americane a tagliare posti lavoro, con conseguenze nefaste sul reddito dei cittadini. Per questo, secondo Klein, l’obiettivo dell’Amministrazione USA dovrebbe essere quello di spingere questi Paesi ad assorbire l’offerta di prodotti americani attraverso politiche di sostegno alla domanda.
Klein fa notare che il problema principale per il commercio mondiale e il deficit commerciale USA è dato dall’eurozona e dalla Germania in particolare. Le politiche di risanamento perseguite dai Paesi dell’eurozona in seguito alla crisi dell’euro - ampiamente caldeggiate dalla Germania - hanno spinto i salari degli europei al ribasso e con essi la domanda di beni esteri.
“Distruggendo la domanda interna” (Cit. Mario Monti) per ripianare i conti con l’estero in seguito alla crisi, i Paesi dell’eurozona hanno drasticamente diminuito le importazioni, sia dalla Germania che dal resto del mondo, USA inclusi.
La soluzione? Sperare che la Germania apprenda presto che il commercio è fatto di esportazioni e importazioni e che il surplus commerciale di un Paese è giocoforza il deficit di qualcun’altro.
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