Trump vincerà alle Elezioni USA 2020 (ancora)

Flavia Provenzani

9 Luglio 2019 - 14:39

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Lo dicono i sondaggi, è confermato dalle logiche di psicologia politica: il presidente Trump piace all’elettorato americano e vincerà nuovamente alle Elezioni USA, in programma a novembre 2020.

Trump vincerà alle Elezioni USA 2020 (ancora)

Donald Trump vincerà le elezioni presidenziali americane nel 2020, proprio come accaduto alle Elezioni USA 2016 (e come Money.it aveva predetto in tempi non sospetti).
Congettura o profezia? Solo il tempo saprà dirlo.

Molti Democratici diranno che è tutta una farsa, una tattica scaltra elaborata dall’establishment per impedire ai democratici centristi di scegliere un candidato democratico di puro sangue che possa gareggiare e vincere contro il candidato repubblicano, Donald Trump, nel 2020.

Nelle scorse elezioni i candidati Repubblicani alla presidenza hanno passato l’intera campagna elettorale a spiegare che scegliere Trump come rappresentante dei Repubblicani avrebbe comportato una perdita certa contro la candidata democratica, Hillary Clinton. Tuttavia, Trump ha vinto le elezioni ed è diventato presidente degli Stati Uniti d’America.

Cosa dicono gli ultimi sondaggi

Ad eccezione di un sondaggio politico di Washington Post-ABC News, negli altri sondaggi sulle Elezioni USA 2020 appare chiaro che il candidato prescelto dal fronte democratico farà una grande differenza sulla possibilità che Donald Trump vinca le elezioni e venga confermato presidente per un secondo mandato.

Nel sondaggio sopracitato, l’ex vicepresidente Joe Biden vincerebbe con il 53% dei voti, contro il 43% delle preferenze per l’attuale presidente (le rilevazioni sono state raccolte tra il 28 giugno e il 1° luglio).

Biden è l’unico democratico con un vantaggio statisticamente significativo su Trump.

La senatrice californiana Kamala Harris nel sondaggio ottiene il 48% delle preferenze contro il 46% per Trump, mentre il senatore del Vermont Bernie Sanders si attesta al 49% con il 48% per il presidente in carica.

Pubblico diviso a metà sia nel caso di uno scontro di Trump contro la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren che contro il sindaco di South Bend, Pete Buttigieg.

Il vantaggio di Biden su Trump è spiegato, in qualche modo, dal fatto che il candidato è un personaggio conosciuto sul palcoscenico nazionale come risultato degli otto anni da vicepresidente di Barack Obama e più di trent’anni di servizio al Senato. Biden è inoltre percepito - anche dagli Indipendenti e dai Repubblicani più moderati - come un centrista a differenza, ad esempio, di Sanders, che ha abbracciato ogni principio immaginabile del liberalismo.

I prossimi otto mesi porteranno alla definizione del candidato democratico che affronterà Trump nel 2020. Intanto, però, è bene non sottovalutare il messaggio principale lanciato dal sondaggio oggetto di questo approfondimento: Trump non sarà una preda facile a novembre del prossimo anno. Donald Trump potrebbe vincere le elezioni e vedersi confermato il ruolo di vicepresidente per altri quattro anni.

I dati riferiti dal sondaggio ci ricordano che Trump non si contrerà con un candidato democratico idealizzato. Si scontrerà con una persona in carne ed ossa, con le sue debolezze e i suoi punti di forza. E a giudicare dati dati del sondaggio, ha ancora una possibilità concreta di battere chiunque sia il suo rivale democratico.

Perché Trump vincerà le Elezioni USA 2020

Non è una mera questione economica, è semplicemente una questione di psicologia e di politica. Gli americani, come gli italiani, sono sedotti dagli incantesimi e dalle mitologie della politica, ed è per questo che alle prossime elezioni generali il gioco si rivelerà essere piuttosto semplice.

Partiamo dal fronte politico. Il filosofo Max Weber, molto tempo fa, ha sottolineato come l’Occidente sia sempre stato vulnerabile alla demagogia, un’affermazione confermata sia dalla storia che dalla politica contemporanea. Da Pericle a Putin, da Churchill alla Thatcher, da Reagan a Clinton fino a Trump: il carisma spesso ha superato il valore delle idee.

È per questo che la politica oratoria ha sempre avuto importanza, e perché nei media di oggi le immagini, il clickbait e il deepfake contano come non mai.

È anche il motivo per cui siamo così in pericolo. Perché, come avvertiva Cicerone, l’eloquenza separata dalla saggezza può distruggere un Paese. Un avvertimento mai così importante come oggi, in un’epoca in cui non c’è più senso del comune e del bene.

Ma, come anticipato, è anche una questione psicologica. Una lezione che avremmo potuto imparare tanto tempo fa da George Orwell e dalla filosofa politica Hannah Arendt sulla propaganda, le bugie e la “creduloneria” umana.

C’è una semplice ragione per cui non riusciamo a trovare una via d’uscita dall’ignoranza delle fake news e della disinformazione: perché ci piace l’ignoranza, la preferiamo persino. È la stessa ragione per cui così tante persone credono a ciò che Trump dice, per quanto falso possa essere.

Ognuno di noi cerca di dare un senso a ciò che un senso non ne ha in un mondo così virtuale e travolgente. Ecco perché crediamo a ogni cosa che ci viene detta. Perché in mezzo al rumore, per un semplice senso di appartenenza, siamo disposti a sacrificare la verità e a volte anche noi stessi.

È esattamente quel che sosteneva Arendt: tra l’arbitrarietà anarchica e la «coerenza fantasticamente fittizia di un’ideologia», la gente sceglie spesso quest’ultima. «Non è perché siamo stupidi o cattivi», ma perché dà al detentore di un’ideologia la sicurezza intellettuale, fornendo un’illusione e un senso di sé. Questa è la psicologia all’interno della politica sia di sinistra che di destra. Fondamentalmente una forma di ansia, è la patologia che ci accomuna tutti, la causa di tutto il caos sociale, civico e politico.

Ma perché tutto ciò anticipa il fatto che Trump vincerà alle Elezioni USA 2020?

Perché Trump sfrutta i giochi della politica e della psicologia meglio di chiunque altro. Non c’è da preoccuparsi dei tanti Democratici che si stanno contendendo la posizione di sfidante ufficiale di Trump - Peter Buttigieg è l’evoluzione progressiva dei WASP (white anglo-saxon protestant, la classe dei bianchi di origine anglosassone e di religione e cultura protestante); il senatore Bernie Sanders e la senatrice Elizabeth Warren evocano un socialismo democratico chiaramente poco interessante per molte ragioni, soprattutto perché il senso del sociale è sparito. E questi sono i migliori.

Nessuno di questi candidati, né le loro idee, possono competere con quello che Trump fa con ogni tweet e ai suoi raduni: «Vogliono distruggerti e vogliono distruggere il nostro paese come lo conosciamo». Questa è la politica della demagogia, ed è anche una retorica magistrale e autoritaria. E ha funzionato senza fallire in alcuni momenti difficili della storia, una verità che Trump comprende apparentemente meglio di chiunque altro, qualcosa che almeno sfrutta meglio di chiunque altro.

Trump ha polso e sa come sfruttare il pathos. Sa che gli americani sono egoisti, soli e amareggiati, e sa che le persone eleggono i candidati a loro immagine e somiglianza.

In più, Trump è sicuro di quel che molti americani non ammetteranno mai pubblicamente: lo hanno già eletto una volta e lo eleggeranno di nuovo.

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