La guerra commerciale, targata Donald Trump, sta costringendo Pechino a differire le azioni programmate sul debito pubblico
La guerra commerciale, avviata da Donald Trump nei confronti della Cina, rischia di allontanare Pechino dalla sua battaglia anti-debito.
Il tentativo di sostenere l’economia a discapito del pareggio dei conti, potrebbe rivelarsi disastroso per l’economia del paese.
Ad affermarlo è un rapporto di Citi, riportato dall’emittente statunitense Cnbc.
Debito pubblico alle stelle, con la guerra commerciale si rischia di aumentarlo
I grandi progetti di investimento portati avanti dal Governo cinese hanno contribuito a stimolare la crescita del prodotto interno lordo, trasformando la Cina in una delle economie più grandi al mondo, seconda solo agli Stati Uniti.
La potenza economica ha puntato sull’aumento del potere di spesa della classe media cinese piuttosto che sugli investimenti nelle infrastrutture. Questo ha portato ad accumulare un enorme debito pubblico che, secondo i piani iniziali, doveva essere abbattuto e sostituito da un modello più sostenibile.
L’aumento dei dazi, imposti dagli Stati Uniti, obbliga la Cina a modificare i propri piani
Il programma di ridurre il debito pubblico, dopo l’aumento delle tariffe sulle esportazioni cinesi, ha indotto la Cina a mettere da parte il programma di riduzione del debito pubblico, passato in secondo piano.
La guerra commerciale infatti sta intaccando la crescita economica del Paese e sta costringendo Pechino a un ripensamento sulle politiche di riduzione del debito.
Il cosiddetto ‘deleveraging’ dovrà dunque attendere, mentre le autorità cinesi stanno cercando modi alternativi per ottenere di più dall’economia locale, così da compensare i danni causati dalle tariffe del presidente americano Donald Trump.
Una delle tendenze è quella di nuovi tagli ai coefficienti di riserva obbligatoria per le banche che, di fatto, dà il via libera agli istituti di credito di concedere maggiori finanziamenti, con un conseguente aumento del debito per le casse statali.
Secondo il rapporto Citi, questo cambio di atteggiamento porterà all’aumento del rapporto debito/Pil al 274,5% entro la fine del 2018, invertendo il leggero calo che si era registrato già lo scorso anno.
I mercati, intanto, tremano per queste manovre e così pure gli analisti di Citi, come riportato dalla Cnbc.
“I mercati hanno ragione, a nostro avviso, a sentirsi più preoccupati per la sostenibilità del debito cinese e l’aumento dei rischi finanziari”,
è il commento degli economisti.
Da Citi fanno sapere che se l’attuale livello del debito cinese rimanesse stabile o addirittura tornasse a salire, lo scenario per l’economia del paese orientale potrebbe essere disastroso.
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