Terza Guerra Mondiale: la paura nucleare può evitare lo scoppio del conflitto?

Alessandro Cipolla

20 Aprile 2017 - 17:08

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Terza Guerra Mondiale: la politica aggressiva degli Stati Uniti voluta da Donald Trump innervosisce Russia e Corea del Nord, può allora la paura nucleare evitare il conflitto?

Terza Guerra Mondiale: la paura nucleare può evitare lo scoppio del conflitto?

Terza Guerra Mondiale: può la paura dell’utilizzo di armi nucleari essere il deterrente principale per evitare lo scoppio di un conflitto?

Dopo le operazioni militari condotte dagli Stati Uniti nelle ultime settimane, il mondo intero è piombato di nuovo nell’incubo di una Terza Guerra Mondiale. L’attacco missilistico alla base siriana di Al Shayrat e l’aumento della tensione con la Corea del Nord, sono episodi poco rassicuranti a riguardo.

Da quando è diventato presidente, Donald Trump ha imposto agli Stati Uniti una politica estera molto aggressiva, suscitando però la ferma irritazione da parte di Kim Jong-un e di Vladimir Putin, con il feeling tra il leader russo e il suo collega americano che sembrerebbe essersi già incrinato.

Una tensione questa percepita e temuta da tutti paesi, che come in una rinnovata Guerra Fredda si sono apertamente schierati per uno o l’altro fronte, facendo tornare a spirare i venti di una Terza Guerra Mondiale.

Terza Guerra Mondiale: la nuova crisi

Anche se nel nostro paese dal termine del secondo conflitto mondiale si è sempre respirata l’aria della pace, nel resto del mondo le piccole o grandi guerre non sono mai mancate, con l’unica differenza che gli scenari adesso sono l’Africa e l’Asia invece che l’Europa.

Conflitti feroci e sanguinari questi, che però percepiamo come lontani in quanto spesso anche taciuti dai media. Quando in scena però entrano grandi potenze come gli Stati Uniti e la Russia, ecco che torniamo a temere per lo scoppio di una Terza Guerra Mondiale.

La vittoria di Donald Trump ha sicuramente cambiato la posizione americana. Barack Obama nei suoi 8 anni di presidenza non è stato sicuramente con le mani in mano, nonostante il Nobel per la Pace ricevuto, ma le intenzioni del tycoon sembrerebbero essere molto differenti.

“Make America great again” è stato lo slogan di Trump nella sua vincente campagna elettorale, con il nuovo presidente statunitense che in termini di politica estera sembrerebbe avere le idee molto chiare sul come agire.

In ballo ci sono sempre i delicati equilibri in Medio Oriente e più in generale in tutto il continente asiatico, ormai vero e proprio crocevia dove si concentrano i grandi interessi economici dovuti sia alle ingenti risorse presenti che a un mercato commerciale in costante espansione.

I 59 missili lanciati verso la base siriana di Al Shayrat, la bomba Moab sganciata in Afghanistan e le portaerei mandate verso la Corea del Nord, anche se si vocifera che avessero sbagliato strada navigando invece verso l’Australia, sono tutti chiari segnali che gli Stati Uniti stanno facendo sul serio.

Una serie di operazioni queste fatti dagli Stati Uniti che hanno irrigidito la Russia, facendo ripiombare i due storici avversari in un clima di Guerra Fredda che non si respirava da diversi anni.

La reazione della Corea del Nord invece è stato il solito delirio propagandistico di Kim Jong-un, che si è detto pronto a rispondere in qualsiasi maniera ad un eventuale attacco da parte degli americani.

In questo scenario internazionale, i timori che da un momento all’altro la situazione possa degenerare sono alti, ma paradossalmente proprio la dotazione nucleare degli eserciti in questione può essere il più grande fattore di pace.

Niente Terza Guerra Mondiale grazie al nucleare?

Si vis pacem, para bellum dicevano i latini, e questo brocardo può essere preso in prestito per descrivere l’attuale situazione internazionale, che negli ultimi tempi sembrerebbe essere in maniera costante sull’orlo di una Terza Guerra Mondiale.

Questo perché Stati Uniti, Russia e Corea del Nord sono tutte potenze nucleari che, chi in maniera più esplicita chi invece in modalità indirette, negli ultimi tempi stanno facendo la gara a mostrare i propri muscoli.

Le super bombe americane, le operazioni russe e le provocazioni nordcoreane possono essere infatti lette come avvertimenti ai nemici, segnali di forza per ricordare a tutto il mondo la loro potenza e pericolosità.

Se la Corea del Nord non avesse posseduto armi nucleari, gli Stati Uniti avrebbero sbrigato la pratica Kim Jong-un già diversi anni fa ai tempi del padre, invece adesso si guardano bene a passare ad azioni concrete.

Anche tra Usa e Russia la situazione è simile, con nessuno tra Trump e Putin che si prenderebbe la responsabilità di trascinare il proprio paese in un conflitto nucleare dalle conseguenze disastrose.

Washington e Mosca in verità di guerre ne stanno combattendo da decenni, armando le varie fazioni in lotta in Medio Oriente lasciando che siano le popolazioni locali a fare il lavoro sporco.

In ballo infatti non ci sono più città da conquistare o “razze superiori” dal dover portare al dominio del mondo, ma soltanto pozzi petroliferi da sfruttare e contratti commerciali da siglare.

In quest’ottica, gli unici timori per una Terza Guerra Mondiale sono tutti da addossare alla Corea del Nord, vera e propria scheggia impazzita, ma la speranza di tutti è che il lavoro di mediazione della Cina tenga sotto controllo Pyongyang, con le esternazioni di Kim Jong-un che così resterebbero soltanto puro folclore.

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