Terza Guerra Mondiale: alta tensione tra le due Coree, esercito di Seul spara verso il Nord

Alessandro Cipolla

24 Maggio 2017 - 12:02

Terza Guerra Mondiale: dopo che un drone di Pyongyang avrebbe oltrepassato il confine, l’esercito di Seul ha risposto sparando colpi verso la Corea del Nord. Che rischi ci sono?

Terza Guerra Mondiale: alta tensione tra le due Coree, esercito di Seul spara verso il Nord

Terza Guerra Mondiale: cresce la tensione tra le due Coree dopo che un drone di Pyongyang avrebbe oltrepassato il confine, con l’esercito di Seul che ha risposto sparando colpi verso i cugini del Nord. C’è il rischio di una pericolosa escalation?

Non si placano gli screzi militari nella penisola coreana. Dopo i due recenti test missilistici realizzati dal regime di Kim Jong-un, ecco che una nuova provocazione ha scatenato la reazione di Seul.

Nel pomeriggio, ora locale, di martedì 23 maggio, i radar dell’esercito della Corea del Sud hanno intercettato un oggetto non identificato che aveva oltrepassato il confine tra i due paesi. La risposta di Seul è stata l’esplosione di diversi colpi verso il territorio nordcoreano.

Dopo la vittoria alle elezioni di poche settimane fa, il nuovo presidente sudcoreano Moon Jae-in aveva espresso la propria volontà di riaprire i negoziati con la Corea del Nord.

L’energica risposta dell’esercito alla violazione del confine lascia pensare però, che oltre al lavoro diplomatico, il nuovo governo di Seul non sia intenzionato a tollerare oltre le continue provocazioni di Kim Jong-un.

Terza Guerra Mondiale: tensione tra le due Coree

Non sembrerebbe esserci pace per la penisola coreana, dove da tempo spirano i pericolosi venti di una Terza Guerra Mondiale. La zona infatti, assieme alla Siria, è al momento al centro delle tensioni internazionali e delle manovre militari.

L’ultimo episodio è avvenuto martedì 23 maggio. L’agenzia Yonhap ha riportato infatti che l’esercito della Corea del Sud avrebbe esploso un centinaio di colpi verso il territorio nordcoreano.

Una reazione questa dovuta al fatto che i radar di Seul avevano intercettato un oggetto non identificato che aveva superato i confini tra i due paesi. Con ogni probabilità , si trattava di un drone di Pyongyang che già altre volte aveva compiuto operazioni del genere.

La risposta decisa da parte della Corea del Sud a questa nuova provocazione da parte dei poco amati cugini, indica quanto alta sia la tensione nell’area anche dopo i recenti test missilistici nordcoreani.

Dall’inizio di questo 2017 Kim Jong-un ha ordinato una serie di lanci di vettori che si sono inabissati nel Mar del Giappone. Un elevato numero di test che hanno mandato su tutte le furie Donald Trump.

Da sempre infatti gli Stati Uniti sono grandi alleati della Corea del Sud, con i militari Usa che sono presenti in maniera massiccia all’interno dei confini e delle acque territoriali sudcoreane.

Negli ultimi tempi poi, Trump ha ammassato ancora altre truppe, aumentando le esercitazioni militari e iniziando la costruzione di uno scudo missilistico. Mosse queste che hanno irritato questa volta Kim Jong-un.

Quella a cui siamo di fronte è una sorta quindi di guerra di nervi, con le vicine Russia, Cina e Giappone che seguono con molta attenzione l’evolversi di questa crisi, dove si sta cercando di trovare una soluzione.

Le mosse della Cina

Il paradosso della questione coreana è che siano proprio questi continui screzi a tenere lontana l’ipotesi dello scoppio di una Terza Guerra Mondiale, quasi come ripetevano i latini con il loro Si vis pacem, para bellum.

Una serie di operazioni militari da entrambi gli schieramenti tesi solo a mostrare i muscoli per spaventare i nemici, ma al momento per fortuna nessuno sembrerebbe essere veramente pronto a dare il via ad un conflitto nucleare che potrebbe avere conseguenze catastrofiche.

Questo la Corea del Nord lo sa bene, motivo per cui continua a provocare mostrando la pericolosità dei missili a propria disposizione per cercare di placare gli spiriti interventisti di Trump.

L’obiettivo di tutto questo è, come sempre, di natura economica. Donald Trump dopo i recenti test ha ottenuto l’effetto di convincere la Cina a limitare le importazioni da Pyongyang, scambi commerciali vitali per la fragile economia della Corea del Nord.

In quest’ottica, si vocifera che sia la Russia di Vladimir Putin che ora si sia avvicinata al regime di Kim Jong-un per stringere dei rapporti commerciali tra i due paesi, visto le buone risorse a disposizione di Pyongyang.

La Corea del Nord continua a fare la voce grossa per mettere al riparo da tentativi di colpi di stato il proprio regime, oltre che per cercare di strapapre qualche buon accordo economico anche in termini di aiuti diretti.

La Cina finora ha sempre svolto il compito dell’arbitro, cercando di mantenere la calma tra Corea del Nord e Stati Uniti. Se Pyongyang non dovesse più poter contare su questo appoggio, allora non sarebbero da escludere nuove operazioni militari anche più decise per cercare di far tornare Pechino sui propri passi.

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