La vittoria di Elliott in Telecom Italia mette il turbo al processo di scorporo della rete. Come avverrà e quali conseguenze avrà sui consumatori italiani?
La vittoria di Elliott su Telecom Italia ha messo il turbo a quell’atteso progetto di scorporo della rete che, secondo la maggior parte del mercato, avrà diverse conseguenze per i consumatori.
Il progetto iniziale di separazione era già stato annunciato a gennaio dall’allora amministratore delegato Amos Genish, che aveva proposto la creazione di una newco (controllata da Telecom) nella quale far confluire tutti gli asset della stessa rete, compreso il noto “ultimo miglio”, ossia il collegamento tra le centrali e le case degli utenti.
Le cose rispetto all’inizio dell’anno sono però molto cambiate in Tim. Con grande sorpresa, Vivendi è stata sconfitta in Cda dal fondo Elliott che ha così preso possesso della maggioranza di Telecom Italia.
Bisognerà capire ora in che modo il carro dei vincitori si muoverà per dar vita all’atteso scorporo della rete Tim. Quel che è certo, però, è che le conseguenze per i consumatori saranno comunque evidenti.
Come avverrà la separazione della rete Tim?
Con la vittoria di Elliott in cda il futuro della ex monopolista sarà ancora tutto da scrivere poiché bisognerà capire come il fondo, appoggiato da Cassa Depositi e Prestiti, intenderà agire dinanzi alla nuova società creata ad hoc e nella quale far confluire la rete.
Ci si chiede se questa nuova entità sarà totalmente indipendente o se invece Telecom manterrà un certo controllo sulla stessa (come da progetto di scorporo iniziale). Altro dubbio riguarderà la quota di questo nuovo soggetto che sarà messa sul mercato.
Stando a quanto già ribadito da Elliott, il suo progetto di scorporo della rete permetterebbe a Tim di mantenere una quota compresa tra il 25% e il 75% nella nuova società. Una forchetta di prezzo decisamente ampia e vaga che non ha dunque permesso di formulare ipotesi più approfondite.
Sia i francesi di Vivendi che gli americani di Elliott hanno sempre concordato sulla necessità di procedere allo scorporo della rete Tim, ma a divergere sono state le modalità e la tempistica con cui dar vita all’operazione. I 16-18 mesi previsti dalla precedente gestione potrebbero oggi essere solo un lontano ricordo: il nuovo board, infatti, potrebbe decisamente accelerare.
Le conseguenze per i consumatori
Sin dall’inizio dell’anno, quando il progetto di scorporo della rete è rimbalzato sulle prime pagine dei quotidiani nazionali e non, in molti si sono interrogati sulle sue possibili conseguenze, soprattutto per quel che riguarda i consumatori italiani.
Tra i maggiori benefici della separazione, mettono in luce gli osservatori, sicuramente quelli relativi ad una maggiore concorrenza della quale l’intero mercato delle telecomunicazioni potrà beneficiare.
“Se lo scorporo sarà fatto a regola d’arte e completo anche delle infrastrutture attive (apparati di rete) oltre che dei cavi, prevedo un grosso impatto su utenti e concorrenza”,
aveva affermato prima della vittoria di Elliott Francesco Sacco, docente dell’Università Bocconi oltre che uno dei maggiori esperti di rete.
In quell’occasione, Sacco aveva evidenziato i benefici derivanti dalla creazione di una rete indipendente:
“Verranno meno tutte le dispute che affliggono i concorrenti sulla qualità del servizio offerto agli utenti. Una società autonoma che offre il servizio a tutti in modo indipendente risolve il problema alla base”.
Un mercato concorrenziale, tariffe più competitive e di conseguenza più economiche, miglioramento della qualità minima di quanto offerto, oltre che la possibilità di introdurre servizi più innovativi da parte di una società che si concentrerà solo ed esclusivamente sulla rete. Queste, secondo gli esperti, potrebbero essere soltanto alcune delle conseguenze derivanti dallo scorporo della rete Telecom Italia. Bisognerà soltanto capire in che modo Elliott intenderà procedere.
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