Tasi 2014, che ne sarà delle vecchie esenzioni che avevamo conosciuto con l’Imu? La domanda è più che legittima, soprattutto se consideriamo che circa 2 milioni e mezzo di italiani l’anno scorso non avevano pagato la vecchia imposta municipale unica, proprio in virtù di detrazioni che sembrano ormai essere solo un lontano ricordo. Che cosa succederà adesso? Scopriamolo insieme.
Tasi 2014, il rebus sulle eventuali esenzioni continua ormai da giorni senza sosta, ma di buone notizie - per ora - non sembra esserci nemmeno l’ombra. In seguito all’accordo raggiunto tra il Governo e l’Anci (l’Associazione Nazionale Comuni Italiani) sull’aumento delle aliquote, infatti, il dubbio balenato nella mente di molti è che, dietro alla soddisfazione espressa in maniera congiunta da esecutivo e sindaci, si nasconda l’ennesima fregatura a carico dei contribuenti.
Imu prima casa: le vecchie detrazioni
Ad appena un giorno di distanza dalla definitiva abolizione della seconda rata Imu sulla prima casa - frutto del contrastatissimo varo del decreto Imu-Bankitalia - rischiamo di dover rimpiangere la vecchia imposta municipale unica? Un dubbio tutt’altro che peregrino: gli italiani non hanno certo dimenticato che l’anno scorso non tutti furono chiamati al pagamento della tassa sulla prima abitazione, e questo in virtù della detrazione base prevista nella somma di 200 euro, più 50 euro per ogni figlio a carico. Un meccanismo che, di fatto, aveva consentito alle famiglie proprietarie di case dal valore catastale più basso di non versare neanche un centesimo.
Quali detrazioni per la Tasi?
La differenza con la situazione attuale, quindi, è evidente: innanzitutto la decisione di non destinare alle detrazioni i 500 milioni di euro stanziati dalla legge di Stabilità (che andranno invece a coprire i molteplici "buchi" degli esangui bilanci comunali) restringe non di poco il possibile perimetro delle agevolazioni alle famiglie. Ma anche la possibilità, da parte dei Comuni, di imporre un’addizionale all’aliquota base tra lo 0,1 e lo 0,8 per mille (a uso esclusivo delle detrazioni) rischia di comportare quasi esclusivamente un aggravio a carico dei cittadini, consentendo solo sconti di piccolissima entità.
UIL: solo 63 euro in media di detrazione
A fare i conti, su questo aspetto, è il Servizio Politiche Territoriali della UIL, il quale ha calcolato che il gettito complessivo derivante dalla maggiorazione delle aliquote Tasi ammonterebbe a circa 1,4 miliardi di euro. Una cifra necessaria appena a garantire, in media, 63 euro di detrazione, da sottrarre su un importo dovuto all’incirca tra i 198 e i 261 euro per quanto riguarda la prima casa.
L’ipotesi stangata è quindi dietro l’angolo? Il futuro, da questo punto di vista, è quantomai incerto: non dimentichiamo, infatti, che già dal 2015 l’aliquota massima della Tasi potrà godere di un maggior carico impositivo, arrivando fino al 6 per mille.
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