Svizzera: titoli di stato decennali a tassi negativi ma gli investitori continuano a comprare. Ecco perché

Simone Casavecchia

09/04/2015

La Svizzera vende titoli di Stato decennali a tassi negativi che ottengono, comunque, un elevato apprezzamento: ecco perché, in questo caso, gli investitori hanno ritenuto l’investimento conveniente.

Svizzera: titoli di stato decennali a tassi negativi ma gli investitori continuano a comprare. Ecco perché

Chi i titoli di stato siano ormai soggetti a tassi negativi non è una grande novità: si tratta di un fenomeno ormai diffuso in molti Paesi dell’Eurozona e dovuto alle scelte della BCE, ormai immutate da anni, di tenere i tassi d’interesse ai livelli minimi.

Nel caso della Svizzera occorre però evidenziare degli elementi differenti rispetto a casi simili precedentemente avvenuti nel vecchio continente. Il ministero del Tesoro svizzero ha emesso ieri dei bond decennali, in scadenza nel prossimo luglio 2025, con un tasso del -0,055%. Per la prima volta, quindi, un tasso negativo è stato applicato a titoli di stato con una scadenza molto lunga, quegli stessi titoli che sia in Svizzera che in altri stati dell’Eurozona avevano finora goduto di tassi positivi (e, quindi, maggiormente apprezzati dagli investitori) proprio in virtù del vincolo di lunga durata al quale era sottoposto il capitale investito. A titolo di esempio, sempre restando in territorio elvetico, è opportuno ricordare l’ultima asta di titoli di stato avvenuta lo scorso febbraio quando, agli stessi bond decennali, era stato applicato un tasso (positivo) dello 0,11%.

Un ulteriore dato da segnalare è che nella stessa asta tenutasi ieri, il Tesoro svizzero ha venduto anche titoli di stato con scadenza a 25 anni (2049), con un tasso dello 0,422%, un tasso positivo ma, comunque, altrettanto poco elevato per una scadenza ancor più lunga di quella decennale.

Con l’asta tenutasi ieri la Svizzera, quindi, non solo conferma una pratica, quella dei tassi negativi, ormai diffusa nell’Eurozona ma raggiunge anche un nuovo record dal momento che è la prima volta che i tassi negativi interessano titoli di stato con una scadenza così lunga non solo in Europa ma anche al di fuori del vecchio continente. Basta pensare, a tal proposito, che neanche in un paese come il Giappone, dove l’andamento deflattivo dell’economia è ormai conclamato da qualche decennio, sono stati mai applicati tassi negativi alle emissioni di titoli di stato.

Il dato su cui, però, occorre riflettere è un altro. La domanda dei bond svizzeri con tasso negativo è stata comunque consistente, nonostante i tassi: alla fine dell’asta sono stati assegnati bond per un controvalore di 232,5 milioni di franchi senza riuscire a soddisfare la totalità delle richieste pervenute che ammontavano a 410,5 milioni di franchi. A questo punto occorre chiedersi, allora, perché un numero elevato di investitori abbia accettato tassi negativi su titoli a così lunga scadenza ovvero, in altri termini, abbia accettato di pagare un interesse, seppur minimale, per comprare i bond emessi dalla Confederazione Elvetica.

Per comprendere queste scelte di investimento è necessario ricordare, da un lato, che l’abbassamento dei tassi, anche in Svizzera, è stato indotto dalle scelte della BCE. Il lancio del Quantitative Easing ha avuto, infatti, degli effetti anche su Paesi non direttamente interessati che, però, come nel caso della Svizzera, si trovano comunque nell’area economica dell’Euro e sono state interessate anch’esse da un generale abbassamento dei tassi.

Oltre alle cause esogene risultano fondamentali quelle endogene: nello scorso Gennaio la Banca Centrale Svizzera ha deciso di scollegare il tasso di cambio del franco da quello dell’euro lasciando la moneta svizzera di rivalutarsi ampiamente (nonostante il rallentamento delle ultime settimane, l’Eur/Chf si attesta attualmente a quota 1.04269 con una variazione del +0.07% - rilevazione delle 8.50).

La rivalutazione del franco svizzero ha in gran parte determinato un forte calo dei prezzi, certificato anche dall’istituto di statistica della Confederazione Elvetica che ha rilevato per il mese di Marzo 2015 un calo dei prezzi dello 0,9% su base annua (il calo più consistente dal giugno 2012).

Proprio la piena deflazione a cui è soggetta la Svizzera attualmente spiega il comportamento degli investitori, dal momento che la deflazione stessa influisce sui tassi reali facendoli risultare, in realtà leggermente positivi. E’ questa la ragione principale per cui gli investitori sono stati attirati dal bond decennale svizzero.

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