Super-euro penalizza la ripresa nell’Ue-18, ma la BCE resta immobile

Nicola D’Antuono

7 Marzo 2014 - 10:38

Il boom dell’euro non fa sorridere le società maggiormente orientate all’export e rischia di frenare la già anemica ripresa economica dell’eurozona

Super-euro penalizza la ripresa nell’Ue-18, ma la BCE resta immobile

Prosegue anche stamattina il rally dell’euro che ha toccato il massimo più alto da oltre due mesi a 1,3881 dollari, a un passo dai top del 27 dicembre scorso di 1,3894. Superata la zona di fornitura di 1,3830 – 1,3850, la porta per una nuova fase rialzista della moneta unica appare decisamente spalancata. Tra l’altro se oggi pomeriggio i non-farm payrolls americani dovessero deludere ancora le aspettative, anche se condizionati dalle pessime condizioni meteo degli ultimi due mesi, il cambio euro/dollaro potrebbe mettere il turbo e involarsi verso quota 1,40. Già diversi analisti valutari hanno cambiato la propria view sul target del cambio euro/dollaro per i prossimi mesi. Tra questi c’è la banca d’affari francese Bnp Paribas, che era posizionata al ribasso sulla moneta unica.

Chiuse in perdite le posizioni short, ora gli esperti dell’istituto di credito transalpino ritengono che il cambio euro/dollaro possa spingersi fino a 1,40 entro fine mese. Si tratta di una prospettiva “Toro” che invece è da tempo nelle strategie di Goldman Sachs, che già sul finire dello scorso anno avevano stimato un approdo a 1,40 entro il primo semestre del 2014. Alla Bnp Paribas, però, ritengono che la quotazione sia comunque destinata a scendere a 1,37 nel secondo trimestre, sulle aspettative di nuove misure espansive della BCE per rilanciare la crescita e l’inflazione. Gli economisti dell’Eurotower hanno calcolato che simili apprezzamenti dell’euro tendono a favorire un processo disinflazionistico.

In uno studio relativo al periodo 2012-2013 l’apprezzamento del 10% del cambio euro/dollaro ha portato a una diminuzione dello 0,4%-0,5% del tasso di inflazione. Inoltre il super-euro non fa bene alla ripresa economica dell’Ue-18, visto che rende i prodotti delle società esportatrici troppo costosi e quindi meno appetibili rispetto a quelli offerti dai concorrenti, in particolare multinazionali giapponesi e dei mercati emergenti che stanno sperimentando una forte svalutazione della propria valuta. Ieri alla borsa di Milano, le azioni di alcune società del lusso, come Luxottica, Safilo e Salvatore Ferragamo, che vendono gran parte dei propri prodotti all’estero, hanno sofferto non poco il super-euro. Una moneta unica così forte, e non solo contro il dollaro, rischia davvero di frenare irrimediabilmente la già fragile ripresa economica dell’eurozona.

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