Stipendio netto mensile, come calcolarlo in pochi semplici passaggi secondo le regole in vigore nel 2024. La guida completa.
Nel 2024 cambiano le regole per calcolare lo stipendio netto dal lordo. Merito degli sgravi contributivi e delle nuove aliquote d’imposta volute dal legislatore per tagliare il cuneo fiscale, ossia la differenza che c’è tra lordo e netto.
Conoscere i passaggi per il calcolo dell’importo netto dello stipendio, conoscendo il lordo, è molto importante. Ad esempio, è utile quando durante un colloquio di lavoro viene proposta una certa Ral (retribuzione annua lorda) senza scendere nel dettaglio su quanto spetta di netto in busta paga.
A tal proposito, esistono due modi per calcolare lo stipendio netto dal reddito annuo lordo:
- uno è veloce, ma è utile solo per farsi un’idea approssimata;
- l’altro è più complicato, ma restituisce un risultato molto più preciso.
In questa guida parleremo di entrambi, partendo dal più semplice per poi scendere nel dettaglio dei singoli passaggi richiesti da quello più complesso (ma preciso).
Il metodo veloce per calcolare lo stipendio netto
Se non volete perdere tempo in calcoli più o meno complessi e cercate una formula veloce e semplice per uscire da un colloquio di lavoro con le idee ben chiare in testa, si potrebbe adottare un semplice calcolo approssimativo, togliendo al lordo tra il 25% e il 40%, ovvero, nel complesso, l’espressione delle ritenute di legge a carico del lavoratore da versare per Irpef, Inps e altre voci.
In virtù di quanto espresso sopra (soprattutto vista la progressività dell’Irpef) andrà stimata una percentuale tanto più alta quanto più alto è l’importo totale dei compensi nell’arco dell’anno.
Ad esempio, per uno stipendio di 40 mila euro consigliamo di togliere il 40%, mentre con una Ral di 20 mila anche un 25% può essere corretto.
Come anticipato, però questo calcolo restituisce un dato approssimato, senza tener conto ad esempio se spettano particolari bonus in busta paga, come ad esempio gli sgravi che resteranno in vigore per tutto il 2024.
Calcolo stipendio mensile netto partendo dal lordo: i fattori da considerare
Quali sono i fattori da considerare per effettuare correttamente il calcolo dello stipendio netto partendo dal lordo? Sono diversi e, a seconda della circostanza, questi possono far variare l’importo netto del compenso o dello stipendio in relazione all’importo lordo. Nel dettaglio, bisogna considerare:
- Ammontare totale del lordo annuo (Ral), da cui deriverà un’aliquota Irpef media diversa. L’Irpef è infatti un’imposta progressiva.
- Detrazione Irpef da lavoro dipendente spettante in relazione al reddito annuo complessivo, altro elemento della progressività dell’Irpef.
- Detrazioni spettanti per familiari a carico direttamente in busta paga;
- Aliquota applicata dalla cassa pensionistica di appartenenza. Non tutti infatti accumulano la pensione con l’Inps, in quanto esistono molte altre casse di previdenza.
- Le aliquote per le addizionali regionali e comunali, variabili a seconda del luogo in cui si vive.
- Il diritto o meno al trattamento integrativo, conosciuto anche come ex bonus Renzi.
Per farsi un’idea di quale sarà lo stipendio netto, dunque, bisogna approfondire punto per punto i suddetti elementi, così da arrivare a una cifra più o meno vicina a quella attesa in busta paga.
Gli elementi spiegati
Abbiamo uno stipendio lordo: dobbiamo capire a quanto corrisponde di netto. Cosa fare? Semplice, bisogna sottrarre da tale importo tutte le imposte dovute e i relativi versamenti contributivi.
Irpef
Partiamo dall’Irpef, l’imposta sul reddito delle persone fisiche, una tipologia d’imposta diretta, personale, progressiva e generale. Come anticipato, le aliquote - con i relativi scaglioni - sono state modificati dal 1° gennaio 2024, con il risultato che viene riassunto dalla seguente tabella.
SCAGLIONI IRPEF 2024 | REDDITO | ALIQUOTE IRPEF 2024 |
---|---|---|
1° scaglione | fino a 28mila euro | 23% |
2° scaglione | da 28.000 a 50mila euro | 35% |
3° scaglione | oltre i 50.000 euro | 43% |
Si tratta di un’imposta progressiva: questo significa che l’aliquota indicata si applica solamente per la parte di reddito che rientra in quello scaglione.
Facciamo un esempio prendendo in considerazione una Ral di 35.000 euro, con uno stipendio lordo dunque di 2.000 euro mensili (in quanto la retribuzione annua è calcolata su tredici mensilità, eccetto per coloro che percepiscono la quattordicesima). Significa che sui primi 28.000 euro si applica una trattenuta Irpef di 6.440 euro (23%), mentre sui successivi 7.000 euro una ulteriore di 2.450 euro.
In totale, la trattenuta Irpef - considerando il solo reddito da lavoro - applicata direttamente in busta paga è pari, al netto delle detrazioni, a 8.890 euro, quindi circa 683 euro in meno da ogni singola busta paga.
Detrazioni Irpef lavoro dipendente
Come anticipato, però, esiste la possibilità di ridurre la quota Irpef dovuta sullo stipendio lordo beneficiando di alcune detrazioni fiscali direttamente in busta paga. La più importante è la detrazione riconosciuta per il lavoro dipendente, anche questa riformata dal 1° gennaio 2024 per effetto delle novità introdotte dall’ultima legge di Bilancio.
Le formule per il calcolo delle detrazioni per i redditi da lavoro dipendente sono riassunte nella seguente tabella.
REDDITI (EURO) | IMPORTO DELLA DETRAZIONE (EURO) |
---|---|
fino a 15.000 | 1.955 euro per effetto dell’ampliamento della No tax Area |
oltre 15.000 fino a 28.000 | 1.910+1.190* (28.000-reddito)/(28.000-15.000) |
da 28.000 a 50.000 | 1.910* (50.000-reddito)/(50.000-28.000) |
oltre 50.000 | 0 |
Riprendiamo l’esempio precedente, con un lavoratore con Ral di 35.000 euro che dunque rientra nel secondo scaglione. Per questo la detrazione è così calcolata:
1.910* (50.000-35.000)/(50.000-28.000)
Ne consegue che la detrazione annua è pari a circa 2.203 euro: dunque, l’Irpef effettivamente dovuta è di 6.687 euro, 514 euro su ogni stipendio (e tredicesima).
Detrazioni familiari a carico
Altre detrazioni riconosciute in busta paga, su richiesta del lavoratore, sono quelle spettanti per i cosiddetti familiari a carico.
Si ricorda che sono considerati familiari fiscalmente a carico i membri della famiglia che nell’anno di riferimento hanno posseduto un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro. Solo nel caso dei figli di età compresa tra i 21 e i 24 anni, questi sono considerati a carico se il reddito posseduto è sotto la soglia dei 4.000 euro.
Alla luce delle novità introdotte con l’Assegno unico per figli a carico, le detrazioni per familiari a carico in vigore nel 2024 sono le seguenti.
Familiare | Ral lavoratore | Detrazione |
---|---|---|
Coniuge o parte di unione civile | non superiore a euro 15.000 | 800 – [(110 * reddito complessivo) /15.000] |
Coniuge o parte di unione civile | da euro 15.001 a euro 29.000 | 690 |
Coniuge o parte di unione civile | da euro 29.001 a euro 29.200 | 700 |
Coniuge o parte di unione civile | da euro 29.201 a euro 34.700 | 710 |
Coniuge o parte di unione civile | da euro 34.701 a euro 35.000 | 720 |
Coniuge o parte di unione civile | da euro 35.001 a euro 35.100 | 710 |
Coniuge o parte di unione civile | da euro 35.101 a euro 35.200 | 700 |
Coniuge o parte di unione civile | da euro 35.201 a euro 40.000 | 690 |
Coniuge o parte di unione civile | da euro 40.001 a euro 80.000 | 690 * [(80.000 - reddito complessivo) / 40.000] |
Coniuge o parte di unione civile | oltre euro 80.000 | 0 |
Figlio a carico over 21 | Indifferente | 950 euro, a cui si aggiungono 200 euro per ogni figlio con più di tre figli a carico, più altri 400 euro in caso di figlio con handicap |
Altri familiari, qualora se ne abbia diritto | Indifferente | 750 euro |
Applicando le seguenti detrazioni, dunque, si andrà ad abbassare ulteriormente la trattenuta Irpef applicata sullo stipendio netto, garantendosi dunque un netto più alto.
Trattamento integrativo: bonus Irpef (ex Renzi)
Dal 1° gennaio 2022, per effetto della riforma fiscale, solamente per i redditi complessivi annui compresi tra 8.174 e 15.000 euro (anziché 28.000 euro) spetta un trattamento integrativo, che si aggiunge al netto, di 1.200 euro annui. 100 euro al mese, dunque, su ogni stipendio (tredicesima esclusa).
Tra i 15.000 e i 28.000 euro, invece, spetta il trattamento integrativo, rimodulato, solamente in presenza di determinate condizioni, in quanto questo presuppone un’incapienza dell’imposta lorda rispetto a determinate categorie di detrazioni elencate dal novellato art. 1 del DL n. 3/2020.
Quota contributi a carico del lavoratore
Sullo stipendio lordo si applica poi la quota contributi previdenziali e assistenziali dovuta dal lavoratore, la quale varia in base alla tipologia del rapporto di lavoro: è pari al 9,19% della retribuzione lorda nel settore privato e all’8,80% nel pubblico. In totale, tenendo conto anche della quota a carico del datore di lavoro, si arriva generalmente al 33%.
Tuttavia, per il 2024 bisogna considerare anche gli sgravi applicati, con relative aliquote aggiornate:
- 2,19%, 1,80% nel pubblico, per i lavoratori con busta paga fino a 1.923 euro;
- 3,19%, 2,80% nel pubblico, per i lavoratori con busta paga superiore a 1.923 ma inferiore a 2.692 euro;
- zero, fino a 3.000 euro l’anno, per le donne con almeno due figli di cui almeno uno di età inferiore a 10 anni, oppure con almeno tre figli e almeno uno minorenne. Sulla quota che eccede i 3.000 euro, invece, si applica l’aliquota solitamente prevista in base alla tipologia di impiego (si tratta del cosiddetto bonus mamma in busta paga).
Come calcolare lo stipendio netto partendo dal lordo: la formula
Una volta compresi tutti gli elementi che incidono sul calcolo dello stipendio netto, possiamo sintetizzare la procedura rendendola il più semplice possibile.
Come prima cosa dobbiamo arrivare al reddito imponibile, il quale si ottiene sottraendo dalla retribuzione lorda la quota di contributi Inps a carico del dipendente che, come visto sopra, equivalgono a seconda dei casi all’8,80% o al 9,19% della Ral (al netto dei relativi sgravi).
A questo punto dobbiamo vedere qual è l’imposta lorda, alla quale ci si arriva calcolando l’Irpef dovuta in base agli scaglioni di reddito di riferimento e aggiungendovi addizionale Irpef regionale e comunale.
Per arrivare all’imposta netta, però, bisogna sottrarre da quella lorda le relative detrazioni, intese come la somma tra la detrazione da lavoro dipendente più eventuali detrazioni per carichi di famiglia.
A questo punto, la retribuzione netta è data dalla seguente formula:
(Reddito imponibile - Imposta netta) + trattamento integrativo
Va detto che anche applicando la suddetta formula non è detto si arrivi a un importo netto preciso, anche perché ci sono altre variabili che, a seconda della tipologia d’impiego e di contratto, potrebbero incidere sullo stipendio netto.
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