Roberto Speranza attacca duramente il suo ex partito durante la prima assemblea del Movimento dei Democratici e Progressisti: “Pd ormai partito moderato e di centro..."
Roberto Speranza torna a parlare del Partito Democratico e, durante la prima assemblea nazionale dei comitati promotori di Articolo 1-Movimento Democratici e Progressisti, attacca duramente il suo ex partito.
A margine della convention di Napoli, a cui non sono voluti mancare anche Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani, Speranza ha usato parole di fuoco verso il Partito Democratico, definendolo ormai un partito di centro e assoggettato al volere di Matteo Renzi.
Concetti questi condivisi anche dall’ex Sel Arturo Scotto, che ha posto l’accento sullo ius soli sulle modifiche da apportare al Jobs Act, due temi che alla vigilia dell’approvazione da parte del governo del Def pongono anche seri interrogativi sulla tenuta dell’esecutivo.
Le parole di Roberto Speranza e Arturo Scotto delineano ancora di più la frattura tra Partito Democratico e il neonato Movimento Progressisti e Democratici. Una distanza che al momento sembra insanabile e che addensa le nubi sopra il cielo del governo Gentiloni.
Roberto Speranza e gli attacchi a Pd e Renzi
In occasioni simili spesso si prende in prestito il titolo del film C’eravamo tanto amati di Ettore Scola per descrivere una situazione, in questo caso però per parlare del rapporto tra Roberto Speranza e Matteo Renzi mai dicitura potrebbe essere più sbagliata.
La scissione del Mdp è stato solo l’apice di un rapporto di stima e fiducia che con ogni probabilità non è mai nato tra Speranza e Renzi, con l’ex Pd che durante la convention di Napoli non ha risparmiato di nuovo dure critiche all’ex premier.
Speranza è tornato ad attaccare su uno dei suoi temi preferiti come quello della trasformazione del Pd nel Pdr, ovvero quel Partito Democratico di Renzi che per il deputato è ormai più vicino alle esigenze dei potenti che a quelle della classe lavoratrice.
Noi in questi anni abbiamo smesso di essere noi stessi, siamo stati amici di chi ha vinto non di chi non ce la fa. Amici di Marchionne, mai degli operai di Melfi e Mirafiori.Il Pd è diventato Pdr, partito personale e pigliatutto, con dentro tutto e il contrario di tutto. Non mi meravigliano alleanze strane, arriverà presto l’alleanza con Silvio Berlusconi alla quale diciamo di no.
Frasi dure quelle di Speranza, che immagina un Pd pronto ad un’alleanza con Silvio Berlusconi post voto dopo aver governato in questi anni assieme ad Alfano e Verdini, per un Partito Democratico ormai definito come una forza moderata e centrista.
Quella di un’alleanza tra Partito Democratico, Forza Italia e i centristi, è un tema che viaggia in parallelo con quello della nuova legge elettorale. Speranza ribadisce che per loro l’importante è che vengano tolti i capilista bloccati, per il resto sono aperti ad ogni discussione.
Che futuro per il Mdp?
Se gli ultimi sondaggi politici elettorali dovessero essere veritieri e nella prossima legge elettorale non dovesse essere abbassata la soglia del premio di maggioranza, l’Italia si troverebbe di fronte a due scelte di governo.
La prima è quella di un governo del Movimento 5 Stelle con l’appoggio esterno di qualche altra forza politica. In quest’ottica, Bersani nei giorni scorsi si è già espresso in maniera favorevole a questa ipotesi.
Il secondo scenario è invece quello di un governo dalle larghe intese, formato da Partito Democratico, Forza Italia e Alternativa Popolare, sempre che questi partiti non facciano registrare tracolli elettorali tali da non poter avere poi i numeri in Parlamento.
Interpellato nello specifico, Roberto Speranza ha sottolineato come Andrea Orlando abbia buoni propositi, ma che non ha speranze di vincere le primarie Pd del prossimo 30 aprile contro Matteo Renzi.
Con un Pd di nuovo con Renzi al comando, non ci sarebbe spazio per un’alleanza tra le varie forze di centrosinistra, con Speranza che invece guarda con più interesse al Campo Progressistadi Giuliano Pisapia.
Caro Giuliano, questa è casa tua, questa è anche casa tua perché l’obiettivo che abbiamo è lo stesso e riguarda la possibilità che l’Italia riparta con un centrosinistra ampio. Se quello è l’orizzonte io sono convinto che le nostre strade si incontreranno molto presto.
L’idea di Speranza e Bersani a questo punto potrebbe essere quella di fare fronte comune con Pisapia e Sinistra Italiana, per poter blindare così il superamento della soglia di sbarramento garantendosi in questo modo anche una discreta rappresentanza in Parlamento.
I pericoli per il governo Gentiloni
In tutto questo continuo scambio di accuse tra Pd e scissionisti, il premier Paolo Gentiloni osserva silenzioso l’evolversi delle varie querelle, preoccupato per le eventuali ripercussioni sul proprio governo.
Sempre da Napoli, l’ex Sel e ora confluito nel Mdp Arturo Scotto ha apertamente dichiarato che il governo deve mettere mano allo ius soli e al Jobs Act, che per il deputato deve essere modificato nell’aspetto dei licenziamenti collettivi e disciplinari.
Parole queste che sono giunte anche alle orecchie di Angelino Alfano, che ha dichiarato come i suoi parlamentari non siano disposti a seguire un’agenda politica dettata dal ricatto della Cgil.
Al momento nessuno vuole ipotizzare crisi di governo, ma a breve l’esecutivo dovrà approvare provvedimenti importanti come l’approvazione del Def.
Gentiloni avrà dunque l’arduo compito di mediare tra la varie anime della sua fragile maggioranza, nel tentativo di scongiurare l’ipotesi di un voto anticipato a settembre.
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