Smart working statali, cambia dal 15 ottobre con Dpcm: chi rientra prima

Teresa Maddonni

24 Settembre 2021 - 16:49

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Addio allo smart working degli statali dal 15 ottobre con il nuovo Dpcm firmato da Draghi che rende ordinario il lavoro in presenza. Alcuni dipendenti pubblici però rientreranno prima di altri.

Smart working statali, cambia dal 15 ottobre con Dpcm: chi rientra prima

Lo smart working per gli statali cambia dal 15 ottobre con un nuovo Dpcm firmato da Draghi che definisce anche chi da quella data rientra in ufficio.

Chi rientra per primo in ufficio con la fine, in buona parte, dell’era smart working emergenziale, lo definisce il nuovo testo del Dpcm firmato dal Premier, laddove il lavoro agile sarà disciplinato anche dal contratto degli statali che va verso il rinnovo.

Aran, l’Agenzia che rappresenta il governo e che contratta con i sindacati, ha elaborato già una bozza per il rinnovo del contratto degli statali delle Funzioni centrali e nel quale rientra anche la nuova disciplina dello smart working.

Intanto il nuovo Dpcm va a definire le regole dal 15 ottobre per lo smart working statali rendendo la presenza in ufficio “ordinaria” e andando di pari passo con l’introduzione del green pass al lavoro.

Ulteriori indicazioni per il rientro in ufficio in sicurezza con l’abbandono dello smart working dal prossimo mese arriveranno con un decreto ministeriale annunciato dal ministro per la PA Renato Brunetta. Vediamolo nel dettaglio.

Smart working statali: regole dal 15 ottobre con il nuovo Dpcm

Un nuovo Dpcm per lo smart working statali, ora firmato da Draghi, definisce le regole dal 15 ottobre fissando la presenza in ufficio come prioritaria.

Da quella data il lavoro in sede dovrebbe diventare la modalità ordinaria, laddove il ministro per la PA Renato Brunetta ha già annunciato che lo smart working arriverà al 15 per cento. Entro il 31 gennaio 2022 infatti le amministrazioni pubbliche potranno dotarsi dei POLA, Piano integrato di attività e organizzazione.

Il rientro in presenza dallo smart working per gli statali sarà progressivo e i primi che dal 15 ottobre dovrebbero tornare in ufficio dovrebbero essere coloro che hanno un rapporto diretto con il pubblico quindi gli sportellisti; questo stando almeno alle prime anticipazioni in attesa del testo del Dpcm.

Il passo successivo di abbandono dello smart working con Dpcm sarà far rientrare il personale degli uffici e poi sarà la volta dei funzionari dei ministeri ed enti locali.

Ovviamente il rientro in presenza sarà flessibile tenendo conto delle realtà della PA in cui le nuove regole si applicano.

Nei Comuni infatti l’attività in ufficio e quella allo sportello sono spesso appannaggio della stessa persona.

Intanto è stato avviato il confronto con il Comitato tecnico scientifico che dovrà definire alcune regole di sicurezza per gli uffici e che potrebbero riprendere quanto accade a scuola e quindi:

  • derogare al distanziamento se le condizioni non lo consentono (tenendo la mascherina);
  • togliere la mascherina se tutti sono vaccinati;
  • per le quarantene si potrebbe prevedere di lasciare a casa solo chi è positivo dopo che tutti abbiano effettuato il tampone.

Ovviamente si tratta di questioni che il Cts deve affrontare e chiarire in vista del rientro in ufficio il 15 ottobre e il cambio di passo quindi per lo smart working degli statali. Le nuove regole per la sicurezza saranno affidate a un decreto ministeriale. A salutare con entusiasmo il nuovo Dpcm firmato da Draghi è stato il ministro Brunetta in un comunicato:

“Con la firma del presidente del Consiglio Mario Draghi al decreto che fa cessare il lavoro agile come modalità ordinaria di svolgimento della prestazione lavorativa nella Pubblica amministrazione, si apre l’era di una nuova normalità e si completa il quadro avviato con l’estensione dell’obbligo di green pass a tutto il mondo del lavoro: dal 15 ottobre i dipendenti pubblici torneranno in presenza, e in sicurezza.”

Che ha aggiunto:

“Con le regole e con l’organizzazione, potrà finalmente decollare uno smart working vero, strutturato, ancorato a obiettivi e monitoraggio dei risultati, che faccia tesoro degli aspetti migliori dell’esperienza emergenziale e che assicuri l’efficienza dei servizi, essenziale per sostenere la ripresa del Paese, e la soddisfazione dei cittadini e delle imprese: il mio faro.”

Smart working statali nel rinnovo del contratto

Le regole per lo smart working degli statali verranno definite con il rinnovo del contratto. Aran è partita con la bozza dalle Funzioni centrali che traccerà il percorso anche per gli altri contratti dei vari settori della PA.

Mercoledì Aran ha incontrato i sindacati, ma nella bozza che prende forma mancano ancora le tabelle con gli incrementi retributivi per i dipendenti.

Nel contratto lo smart working degli statali, ai quali è garantito il diritto alla disconnessione, non sarà più nella modalità semplificata, ma torna l’accordo individuale del dipendente con il datore di lavoro. Il dipendente pubblico dovrà quindi accordarsi per le giornate in smart working che saranno divise in fasce:

  • fascia di operatività nella quale il lavoratore è operativo nell’immediato;
  • fascia di contattabilità all’interno della quale il lavoratore può essere comunque contattato via email o telefono;
  • fascia di inoperatività che garantisce il diritto alla disconnessione per 11 ore consecutive.

Altri dettagli sullo smart working statali potranno arrivare nei prossimi giorni, non solo con il testo del Dpcm firmato e le indicazioni del Cts, ma anche dal vicino incontro tra Aran e sindacati per il rinnovo del contratto.

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