Shutdown USA: quanto costerà all’economia Americana?

Michele Ciccone

8 Ottobre 2013 - 11:04

Shutdown USA: quanto costerà all’economia Americana?

Sono passati otto giorni dall’inizio dello shutdown negli Stati Uniti. I servizi fondamentali sono garantiti, le pensioni vengono pagate, ma 800.000 impiegati del settore pubblico non lavorano e non percepiscono lo stipendio, mentre a 1.000.000 di impiegati è stato chiesto di lavorare senza paga. Una situazione delicata per l’economia americana, per via della mancata approvazione della legge finanziaria che avrebbe dovuto stanziare le risorse necessarie per il funzionamento del governo.

Secondo Alec Phillips di Goldman Sachs,

Abbiamo stimato che l’attuale shutdown ridurrebbe la crescita di 0.2 punti percentuali nel quarto trimestre se durasse una settimana, mentre se durasse due settimane la crescita si ridurrebbe di 0.4 punti percentuali

Le ricadute sul Pil

L’impatto negativo previsto sul Pil statunitense nel breve termine sarebbe attribuibile in misura maggiore al mancato pagamento degli stipendi agli impiegati pubblici, il che corrisponde ad una riduzione dei consumi pubblici; per ogni giorno di shutdown, i consumi pubblici nel quarto trimestre saranno ridotti di 400 milioni di dollari, pari a 1.6 miliardi su base annuale.

Una paralisi di 21 giorni potrebbe provocare una riduzione della crescita tra lo 0,9 e l’1%, un peso che gli Stati Uniti non si possono permettere.
Come ha dichiarato Obama

Non dobbiamo mettere a repentaglio la sicurezza economica degli americani ed esporli a problemi non necessari in un momento ancora difficile

I numeri legati allo shutdown

17 anni fa lo shutdown USA durò 18 giorni con contenuti profondamente diversi (all’epoca l’intesa su tasse e spesa pubblica non fu trovata, questa volta l’ago della bilancia pende dalla parte delle tematiche politiche), costando agli americani 1,4 miliardi di dollari, pari a 2,1 miliardi attuali.

Dello shutdown attuale i numeri ancora non sono ben definiti; si stima, però, che potrebbe pesare sulle casse dello Stato in misura maggiore rispetto al ’96. Secondo i media americani è possibile che il prezzo da pagare arrivi fino a 300 milioni di dollari al giorno, 200 dei quali solo nella capitale Washington, l’area con maggiore concentrazione di uffici, e quindi dipendenti, pubblici.

Per quanto si protrarrà la paralisi? Se le stime fossero corrette, per 18 giorni (la durata dello “shutdown” del 1996) il prezzo da pagare sarebbe 5,4 miliardi, per un mese si arriverebbe a 9 miliardi.

Possibilità di restituire gli stipendi?

Inoltre, nel 1996 alla fine della paralisi federale era stato trovato un accordo per rimborsare gli stipendi persi dai dipendenti pubblici sospesi dal lavoro. Non è detto che quest’anno si raggiungerà un’intesa analoga, ma qualora l’accordo venisse raggiunto, restituire gli stipendi di 800.000 lavoratori sospesi e in attesa di rientrare al proprio posto potrebbe costare circa 1 miliardo di dollari per ogni settimana di stop.

Non ci sono però solo gli stipendi persi ma anche pensioni, assicurazioni e una serie di altri costi collaterali. Secondo Brian Kessler, economista di Moody’s Analytics, tre o quattro settimane di “shutdown” potrebbero aggiungere costi per la cifra astronomica di 55 miliardi di dollari.

Intesa lontana e timori in arrivo

Non è servito a nulla l’incontro alla Casa Bianca tra il presidente Obama e i leader democratici e repubblicani del Congresso. In questo contesto anche Wall Street comincia a dare segnali di preoccupazione, dopo un periodo di relativa calma. A dare voce alle preoccupazioni del mondo finanziario è stato l’amministratore delegato di Goldman Sachs Lloyd Blankfein:

Abbiamo già visto succedere queste cose e non vogliamo vederle succedere ancora, non discutiamo delle questioni politiche che stanno alla base delle decisioni, ma parliamo del processo democratico e vogliamo essere certi che le conseguenze di quello che sta succedendo siano adeguatamente comprese.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it