Campionato di Serie A a rischio: cosa ha chiesto Draghi (e la risposta dalla Lega)

Luna Luciano

8 Gennaio 2022 - 00:33

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Aumentano i contagi a causa della variante Omicron mentre ricomincia la Seria A. Draghi ha quindi chiesto agli stadi di giocare a porte chiuse. Ecco la risposta delle società e della Lega.

Campionato di Serie A a rischio: cosa ha chiesto Draghi (e la risposta dalla Lega)

Stadi a porte chiuse. È questa adesso la nuova proposta del Governo. A causa della variante Omicron che corre sempre più veloce, ci si aspetta di sfiorare il picco entro fine gennaio. Non basta più quindi una capienza ridotta del 50%, adesso le Istituzioni chiedono che le partite siano giocate a porte chiuse.

Le società della Serie A, però, non sembrano essere intenzionate ad ascoltare l’esecutivo. Se dovessero opporsi, sarà il Governo a stabilire la soluzione migliore, quindi procedere alla chiusura degli stadi. Ecco cosa ha chiesto Draghi alla Serie A e qual è stata la risposta della Lega.

Campionato di Serie A a rischio: cosa ha chiesto Draghi

Ogni settore dovrà fare i conti con l’aumento dei contagi, anche il mondo del calcio, che non ne uscirà indenne. Per rallentare la curva epidemiologica non bastano gli stadi con la capienza ridotta del 50% - troppe persone - il rischio è che i contagi aumentino ancora di più a causa della variante Omicron. Il Governo quindi decide di giocare d’anticipo.

La mossa è arrivata oggi: una nuova proposta ai club di Serie A. Saranno le società a decidere in autonomia la chiusura degli stadi al pubblico, invitando a essere responsabili, tenendo conto della fase critica in corso. Di questo hanno discusso durante in un colloquio il premier Mario Draghi e il Presidente della FIGC Gabriele Gravina. Una riunione senza tensioni.

Fin da subito il premier è stato chiaro: non si sta parlando di uno stop totale al campionato per due settimane, ma di partite a porte chiuse o con massimo 5.000 spettatori. Dato la situazione critica, Draghi avrebbe quindi deciso di non imporre alcuna nuova norma, chiedendo in cambio “collaborazione” al mondo del calcio.

Serie A, la Lega: “avanti a costo di lavorare senza pubblico”

La questione Serie A è stata portata nell’Assemblea di Lega - in programma questo pomeriggio. La proposta di Draghi è stata come una vera deflagrazione.

Le società non ne voglio sapere. La proposta del Governo viene visto come un attacco alle loro risorse. Infatti chiudere gli stadi di fatto significherebbe togliere ai club l’incasso del botteghino, o addirittura di dover restituire una parte dell’abbonamento comprato dai tifosi.

La Lega Serie A non sembra quindi disposta a negoziare: si andrà avanti lo stesso, costo di dover lavorare di nuovo senza pubblico. Lo stesso presidente della FIGC, Gravina, ha spiegato a Draghi come dalla Serie B in giù ci sia stata una pausa per capire come procedere, guardando anche la situazione contagi. La Serie A però non può permettersi uno stop, nemmeno temporaneo, viste le cifre in gioco e un calendario che non permette troppi recuperi.

Eppure il Governo non sembra dare altre alternative, l’unica offerta è lo stop totale, che non comporterebbe solo la restituzione dei biglietti, ma anche problemi con le TV, come avvenuto nel 2020. La speranza quindi è che le società ascoltino il Governo, continuando così a giocare. La decisione definitiva però potrebbe arrivare prima della Supercoppa italiana: il 12 gennaio. Non resta che aspettare.

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