Scuola, si apre la stagione degli scioperi: cancelli chiusi già dal primo giorno? I sindacati chiedono con urgenza un confronto con il Ministro Giannini per discutere dei problemi irrisolti.
Sciopero degli insegnanti nel primo giorno di scuola?
Quello che sta per iniziare sarà un anno scolastico ricco di novità, ma altrettante sono le questioni irrisolte per cui il Ministero dell’Istruzione non ha ancora trovato una soluzione. In più di un’occasione vi abbiamo parlato della frattura che da tempo si è venuta a creare tra gli insegnanti e il governo Renzi e nei prossimi mesi la situazione potrebbe persino peggiorare.
In questo scenario immaginiamo che l’anno scolastico 2016/2017 potrebbe essere caratterizzato da una grande quantità di scioperi degli insegnanti, soprattutto se come successo negli anni passati i vari sindacati non riusciranno a mettersi d’accordo su una data comune.
Quello che stupisce però è che uno sciopero della scuola è in programma già il 15 settembre, in quello che in molte regioni d’Italia è il giorno d’inizio dell’anno scolastico. I cancelli rischiano di restare chiusi già nel primo giorno di scuola? Facciamo chiarezza.
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Sciopero degli insegnanti in programma il 15 settembre, chi aderisce?
Con ogni probabilità il primo giorno di scuola non è a rischio. Infatti, al momento lo sciopero è stato indetto solamente dal sindacato SAESE che non vanta molti iscritti.
Il discorso cambierebbe nel caso in cui anche altre sigle sindacali decidano di partecipare allo sciopero, poiché visto il clima di protesta che da tempo imperversa tra gli insegnanti siamo certi che la maggior parte di loro potrebbero decidere di incrociare le braccia sin dal primo giorno per dare un segnale forte al Governo.
Le motivazioni per cui il Sindacato Autonomo Europeo Scuola ed Ecologia ha indetto lo sciopero del 15 settembre 2016 comunque sono le stesse per cui ogni giorno gli insegnanti si sfogano su Facebook. Nel dettaglio, il Sindacato ha comunicato di essere totalmente contrario ai provvedimenti legislativi del governo in ambito scolastico, aggiungendo di volere:
- l’abolizione della chiamata diretta;
- meno potere ai Dirigenti Scolastici;
- libertà di mobilità per tutto il personale scuola;
- abolizione del bonus merito poiché questo nuovo sistema crea solamente danni alla scuola;
- istituzione di concorsi riservati ai docenti precari abilitati;
- nascita di percorsi formativi per l’abilitazione all’insegnamento.
Visto che il Governo non vuole ascoltare tali richieste, il SAESE ha indetto lo sciopero del 15 settembre, ma difficilmente il grado di partecipazione sarà elevato. Infatti, la pagina Facebook del sindacato vanta solamente 3.000 iscritti, troppo pochi per mettere a rischio il corretto inizio dell’anno scolastico 2016/2017.
Gli altri sindacati comunque non restano a guardare, anzi in questi giorni hanno richiesto un confronto con il Governo per discutere di alcune politiche del MIUR.
Insomma, la partita è ancora tutta da giocare, ma qualora la situazione non sarà risolta siamo sicuri che quello che sta per cominciare verrà ricordato come l’anno degli scioperi degli insegnanti.
Scuola, i sindacati chiedono un confronto con il Governo
I sindacati FLC CGIL, CISL SCUOLA, UIL SCUOLA e SNALS CONFSAL hanno inviato una lettera ai rappresentanti del Governo per chiedere un confronto direttamente con il Ministro dell’istruzione Stefania Giannini, “in relazione alle diverse problematiche connesse all’avvio dell’anno scolastico, con particolare riferimento a quelle che investono più direttamente la gestione del personale”.
Infatti, come abbiamo potuto notare intervistando alcuni insegnanti, quello che sta per iniziare sarà un anno scolastico difficile, all’insegna delle tensioni a causa di alcuni problemi che il MIUR non è riuscito a risolvere.
I sindacati vogliono chiarezza, e per questo hanno chiesto che l’incontro venga programmato con urgenza. Insomma, gli insegnanti sono sul piede di guerra e difficilmente faranno un passo indietro nella lotta che da tempo stanno tenendo nei confronti delle politiche del Governo Renzi.
Potrebbe essere proprio il Premier la prima vittima della loro battaglia; infatti, stando al clima generale che si respira nei social network, la maggior parte degli insegnanti ha deciso che voterà per il NO al referendum costituzionale di novembre. Una decisione, che se confermata, potrebbe compromettere l’approvazione della riforma costituzionale Boschi, e di conseguenza anche il futuro politico di Renzi.
In attesa di ulteriori aggiornamenti, potete leggere la lettera inviata dai sindacati al MIUR in cui si chiede un incontro urgente con il Ministro Giannini:
Oggetto: Richiesta incontro urgente
In relazione alle diverse problematiche connesse all’avvio dell’anno scolastico, con particolare riferimento a quelle che investono più direttamente la gestione del personale (mobilità territoriale, svolgimento procedure concorsuali, dotazioni organiche del personale ATA, assunzioni), a fronte delle numerose criticità riscontrate e dei riflessi che avranno sull’ordinata ripresa delle attività didattiche, si chiede alla S.V. di voler convocare un incontro con le scriventi Organizzazioni.
Segnalando l’assoluta urgenza di quanto sopra, si porgono distinti saluti
FLC CGIL
Domenico Pantaleo
CISL SCUOLA
Maddalena Gissi
UIL SCUOLA
Giuseppe Turi
SNALS CONFSAL
Marco Paolo Nigi
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