Scudo anti-spread della Bce: come funzionerà e quale impatto sull’Italia

Violetta Silvestri

17/06/2022

17/06/2022 - 12:45

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Lo scudo anti-spread solo annunciato a grandi linee dalla Bce sta già impattando su mercati e previsioni. Il primo interrogativo è: come funzionerà? Il secondo riguarda proprio l’Italia: la salverà?

Scudo anti-spread della Bce: come funzionerà e quale impatto sull’Italia

Non si hanno dettagli specifici sullo scudo anti-spread che la Bce ha annunciato di voler preparare.

A Francoforte lo hanno indicato come uno strumento ad hoc per evitare che la politica monetaria decisa per l’Eurozona, con l’avvio graduale del rialzo dei tassi, abbia effetti frammentati sui 19 Paesi. Tradotto: faccia schizzare il costo del debito troppo nelle nazioni vulnerabili, aumentando la sfiducia verso la sostenibilità dei conti pubblici, con un onere pesante per i titoli di Stato.

L’Italia, ma anche Spagna, Grecia, Portogallo, è balzata subito in primo piano visto che lo spread Btp-Bund decennali ha sfiorato i 240 punti dopo la riunione Bce del 9 giugno.

Il dibattito sulla necessità e utilità di uno strumento specifico per il controllo dello spread si è già acceso. Come funzionerà e quali effetti avrà sull’Italia?

Come funzionerà lo scudo anti-spread della Bce?

Le caratteristiche di un ipotetico scudo Bce per evitare balzi dello spread non sono note e ai mercati restano le generali dichiarazioni scritte dopo il vertice straordinario all’Eurotower.

Le speculazioni, però, su come potrà funzionare questo strumento abbondano. Secondo indiscrezioni, Christine Lagarde ha detto ai ministri delle finanze dell’area dell’euro che il nuovo strumento anti-crisi entrerà in funzione se i costi dei prestiti per le nazioni più deboli aumenteranno troppo o troppo velocemente.

Il nuovo meccanismo che i funzionari della banca centrale stanno escogitando ha lo scopo di impedire che movimenti irrazionali del mercato esercitino pressioni sulle singole nazioni, mentre la Bce intraprende i suoi primi aumenti dei tassi di interesse in più di un decennio.

La governatrice avrebbe sottolineato che se gli spread obbligazionari si allargano oltre determinate soglie o se i movimenti del mercato superano una certa velocità si potrà intervenire con queste nuove mosse.

Tutto resta ancora piuttosto nebuloso, anche se analisti ed esperti immaginano già la natura di tale scudo anti-spread: sarà un piano che consente di acquistare senza grandi condizioni le obbligazioni per gli Stati con il maggiore debito, e quindi a rischio, dell’Eurozona. Si andrebbe così a derogare al principio tradizionale secondo il quale gli asset vengono acquistati da Francoforte in base alle dimensioni di un’economia.

Potrebbero esserci dei vincoli per i Paesi beneficiari, come l’aderenza a raccomandazioni economiche della Commissiona europea.

Il condizionale, comunque, resta d’obbligo. Rumors diffusi da Reuters hanno anticipato che lo scopo prioritario di questo strumento sarebbe fare in modo che i differenziali siano coordinati con i fondamentali economici. Portare il loro livello quasi a zero non rientrerebbe nel target.

Potrebbero esserci, quindi, alcuni parametri di misura, come gli spread storici e un sistema di allerta tipo semaforo per indicare le obbligazioni da acquistare e in quali tempistiche.

Italia salva con lo scudo anti-spread? Intanto, l’Europa si divide

L’Italia è tornata in primo piano nelle discussioni europee in queste ore e il motivo è ancora la sostenibilità del debito e l’opportunità o meno di applicare uno scudo speciale proprio per il suo spread.

L’impennata dei differenziali Btp-Bund ha fatto tremare la credibilità del Paese, anche se Visco, governatore della Banca d’Italia, si è affrettato a dichiarare che “i fondamentali economici dell’Italia non giustificano uno spread sopra i 200 punti, ma inferiore a 150.”

Tuttavia, ha anche aggiunto:

“Il marcato aumento degli spread sui titoli di Stato registrato in Italia e in Grecia ma anche, in misura più contenuta, negli altri paesi dell’area dell’euro è un segnale che desta preoccupazioni. Si tratta di tensioni che non sembrano essere spiegate dall’andamento del quadro macroeconomico”

Un modo per dire che la situazione va monitorata e, se necessario, va studiato un intervento. Proprio come auspicato da Lagarde.

L’Italia potrebbe, con un meccanismo ad hoc che vigili su rendimenti e debito, evitare un’impennata dello spread e del costo sugli interessi in un momento non facile, quello dello stravolgimento energetico causato dalla Russia. Il nostro Paese è sempre sotto la lente per l’alto indebitamento e la debolezza delle riforme strutturali e una scossa obbligazionaria non aiuterebbe la ripresa.

Il salvagente della Bce, quindi, sarebbe importante. In un’analisi, Richard Cookson su Bloomberg ha ricordato sull’Italia: “Il paese si trova all’estremità inferiore del rating investment grade assegnato da S&P Global Ratings, Moody’s Investors Service e Fitch Ratings. Sebbene la loro visione dell’affidabilità creditizia del paese sia migliorata negli ultimi due anni, quella prospettiva più rosea è stata aiutata dalla politica monetaria straordinaria della Bce, la cui spinta quasi totale è stata quella di sopprimere i rendimenti e gli spread.”

Anche se, ha aggiunto, un’inflazione più alta porta a entrate fiscali maggiori, poiché sono nominali, non reali, e un’inflazione elevata spinge verso l’alto la crescita nominale. Anche ai rendimenti attuali, è improbabile che il rapporto debito/PIL dell’Italia stia peggiorando.

Per questo, lo scudo anti-spread non ha messo tutti d’accordo in Europa e non ha convinto pienamente i mercati. La lotta tra falchi e colombe in Bce si sta riaccendendo, tra chi considera la battaglia contro l’inflazione più urgente (quindi con rialzo tassi senza deroghe) e i membri che sostengono invece un intervento salva-spread, visto che questa volta l’impennata è dovuta a fattori esogeni, più che interni.

Nell’analisi di Bloomberg è così spiegata l’incertezza su tale intervento emergenziale della Bce: con più denaro da reinvestire ai mutuatari periferici, meno andrà ai mercati principali. Ecco perché, dopo essere scesi drasticamente mercoledì, giovedì i rendimenti core sono aumentati vertiginosamente.

“Aumenteranno ulteriormente, perché non riesco a immaginare che la Germania o altri paesi accettino il piano di «frammentazione» della BCE a meno che non ci sia anche un accordo per accelerare la stretta monetaria. Ciò significa, in terzo luogo, che anche se gli spread periferici sono contenuti, i rendimenti continueranno a salire bruscamente. E, se questa interpretazione è corretta, aspetta che l’euro salga” ha ricordato ancora Richard Cookson.

Ad ogni modo, l’Italia può trovare rassicurazione da un intervento, ancora, della Bce, ma deve anche proseguire spedita con le riforme del Pnrr.

Dalla sua parte, la Bce teme che il panico sul mercato obbligazionario possa far aumentare il costo dei prestiti dei Paesi più deboli a un livello tale da trascinarli in una crisi finanziaria e impedire alla banca centrale di ridurre l’inflazione dal livello record dell’8,1% all’obiettivo del 2%.

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