Salvini ora teme la Meloni e sul coronavirus torna in campagna elettorale

Alessandro Cipolla

4 Marzo 2020 - 11:32

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Matteo Salvini ha minacciato di non votare il decreto economico del governo sul coronavirus: incalzato nei sondaggi da Giorgia Meloni, il leader della Lega è ora tornato in campagna elettorale in vista delle regionali.

Salvini ora teme la Meloni e sul coronavirus torna in campagna elettorale

La Campania possono tenerla altri, come è stato per la Calabria, ma la Puglia sarà nostra, c’è un vento forte che spira e raggiungerà anche il Sud. Poi portiamo Matteo a Palazzo Chigi”.

Parola di Massimo Casanova, proprietario del Papeete e ora europarlamentare della Lega dopo il voto di maggio, che così si esponeva in un’intervista rilasciata a La Repubblica lo scorso gennaio.

Il disegno di Matteo Salvini può apparire di conseguenza chiaro: il Carroccio per imporsi a livello nazionale ha bisogno di radicarsi al Sud, con il mettere la propria bandierina su una grande regione che rimane il modo più ottimale per radicarsi su un territorio fino a pochi mesi fa inesplorato.

Se quindi per la scelta dei candidati alle regionali sembrava ormai tutto deciso, in Puglia Raffaele Fitto (Fratelli d’Italia) e in Campania Stefano Caldoro (Forza Italia), adesso la Lega non ci sta più pretendendo un suo uomo in almeno una delle due regioni.

La crescita di Fratelli d’Italia ai danni del Carroccio evidenziata dagli ultimi sondaggi politici pone poi l’accento su un ulteriore aspetto: una rivalità di fatto tra Matteo Salvini e Giorgia Meloni che in sostanza si contendono lo stesso elettorato.

Non è un caso quindi che Matteo Salvini abbia convocato una conferenza stampa, presentandosi insieme ai due euroscettici per eccellenza Borghi e Bagnai rispolverati per l’occasione, per fare la voce grossa sul decreto economico per il coronavirus dichiarando che se non verranno aumentate le risorse stanziate la Lega non lo voterà.

Salvini torna in campagna elettorale

Mentre da più fronti si auspica una unità nazionale da parte della politica per uscire fuori da questa emergenza legata al diffondersi in Italia del coronavirus, dopo aver votato il primo decreto la Lega sarebbe pronta a rompere questa sorta di pax.

Motivo della disputa sono i 3,6 miliardi messi sul piatto dal ministro Gualtieri per gli interventi a sostegno dell’economia. Per il centrodestra servirebbero più soldi, ma se i toni di Fratelli d’Italia e Forza Italia sono comunque collaborativi, Matteo Salvini come al suo solito ha subito indossato l’elmetto.

Un modo questo per distinguersi dalla nemica/amica Giorgia Meloni, non risparmiando neanche delle stoccate a Bruxelles magari nel tentativo di riaccendere gli entusiasmi dei tanti euroscettici.

In effetti gli ultimi sondaggi parlano chiaro: con un centrodestra che nel complesso rimane stabile vicino la soglia della maggioranza assoluta, a calare sarebbero invece i voti per la Lega tutto a favore di Fratelli d’Italia.

Ed è qui che oltre alla strategia comunicativa sul coronavirus entrano in ballo anche quella in merito alle regionali di questa primavera: oltre alla Valle d’Aosta dove si voterà ad aprile con la Lega che andrà da sola, le urne si apriranno in Liguria, Veneto, Toscana, Marche, Campania e Puglia.

In base a precedenti accordi, i tre partiti del centrodestra si erano accordati nel confermare i governatori uscenti in Veneto e Liguria, con il Carroccio che avrebbe espresso il candidato in Toscana, Forza Italia in Campania mentre a Fratelli d’Italia sarebbe spettato le Marche e la Puglia.

Nonostante le nomine in pectore dei candidati, in Puglia e Campania ancora non è arrivato il disco verde da parte di una Lega che adesso vorrebbe un proprio uomo in corsa in una delle due regioni del Sud.

Oltre a temere di rallentare la propria espansione nel Meridione, Salvini potrebbe essere preoccupato anche dalla crescita di popolarità e consensi della Meloni che in qualche modo starebbe adombrando la sua leadership nel centrodestra.

Ecco dunque che si potrebbe spiegare la necessità di tornare ad alzare i toni sul coronavirus e lo stallo nelle candidature delle regionali, anche se questa strategia finora non sembrerebbe che stia dando all’ex ministro i risultati sperati.

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