Saldi Target2: cosa succede se l’euro crolla?

Daniele Morritti

28 Febbraio 2017 - 09:18

Saldi Target2 in peggioramento: per gli economisti la colpa è del QE. Ma cosa succede se l’euro crolla?

Saldi Target2: cosa succede se l’euro crolla?

Nell’ultimo periodo si è tornato a parlare di saldi Target2. Con l’espressione “Target2” ci si riferisce al circuito creditizio che regola i pagamenti nell’eurozona. In altre parole, Target2 è il sistema che consente a una banca commerciale, poniamo italiana (A), di trasferire denaro presso un’altra banca commerciale, poniamo tedesca (B). Nel sistema di pagamento Target2 le transazioni estere da una banca commerciale all’altra sono filtrate dall’intermediazione delle rispettive Banche centrali nazionali.

Lorcan Roche Kelly, dalle colonne di Bloomberg, ha parlato del sistema Target2 come di una “conduttura idraulica” del credito. La direzione del credito (o del debito, dipende da che angolatura si osserva la transazione) è la seguente:

  • Banca commerciale Paese A;
  • Banca centrale Paese A;
  • Banca centrale Paese B;
  • Banca commerciale Paese B.

Naturalmente, il deflusso di capitale (Italia) evidenzia un saldo Target2 negativo, un afflusso (Germania) l’esatto contrario, vale a dire un saldo Target2 positivo. Marcello Minenna parla, per l’appunto, di un “rapporto debito/credito” - che poi significa che ciascun Paese dell’eurozona presenta una condizione debitoria o creditizia nei confronti della BCE, in quanto i pagamenti sono denominati in euro.

Di per sé i saldi Target2 - siano essi negativi o positivi - non rappresentano grattacapo particolare per i governi dell’eurozona. Questo perché la BCE garantisce l’irreversibilità dell’euro. Tuttavia, come lo stesso Draghi ha di recente dichiarato, se un Paese intende uscire dall’euro può farlo a patto che regoli la propria posizione debitoria nei confronti della BCE, il che rende i saldi Target2 una bomba a orologeria per due motivi:

  • l’aumento spropositato dei saldi Target2 negativi nei Paesi del sud - connesso al quantitative easing (QE) dalla BCE;
  • il principio di reversibilità dell’euro.

Saldi Target2: cosa succede se l’euro crolla?

Come riporta la BCE, Target2 (acronimo di Trans-European Automated Real-Time Gross Settlement Express Transfer System) è

“un sistema di pagamento di proprietà dell’eurosistema, che ne cura anche la gestione. È la principale piattaforma europea per il regolamento di pagamenti di importo rilevante; viene utilizzato sia dalle banche centrali sia dalle banche commerciali per trattare pagamenti in euro in tempo reale [...]. Permette alla moneta di fluire liberamente attraverso i confini e sostiene l’attuazione della politica monetaria unica della BCE”.

In estrema sintesi, i saldi Target2 registrano in termini di debito e credito la posizione di ogni singola Banca centrale operante nell’eurosistema nei confronti della BCE. Dai saldi Target2 è possibile inoltre evincere il transito del credito nell’eurozona. Assumendo l’eurozona come un’area stratificata in termini di centro e periferia, i saldi Target2 del blocco germanico - Germania, Olanda e Lussemburgo - risultano positivi, quelli della periferia - Paesi dell’Europa del sud - negativi. Significa, per fare un esempio, che la Germania eroga credito verso la periferia (deflusso di capitale) per un valore superiore ai 700 miliardi di euro quando l’Italia, invece, ha accumulato passività (afflusso di capitale) nell’ordine di 364 miliardi di euro.

Come ha ricordato Marcello Minenna, economista della Bocconi, i saldi Target2 non rappresentano di per sé un problema. Anche se dietro queste “scritture contabili” (così Minenna compendia i saldi Target2) si celano in realtà gravi condizioni debitorie (Italia, Spagna e Portogallo), l’apparente irreversibilità dell’euro, garantita dalla BCE, rende l’accumulo sconsiderato di passività un non problema. Per Ambrose Evans Pritchard, la BCE è responsabile di aver valutato i saldi Target2 alla stregua di una “finzione contabile”, ragion per cui l’aumento delle passività registrate nei Paesi dell’ Europa del Sud negli ultimi anni non ha destato particolari preoccupazioni.

La situazione dei saldi negativi nei Paesi dell’Europa del Sud è andata peggiorando in seguito al QE promosso dalla BCE a partire dal 2012. Stando a Minenna, la liquidità pompata dalla BCE nel circuito creditizio di Italia, Spagna e Portogallo ha alimentato ancor di più il deflusso di capitali verso lidi più sicuri, come il mercato nord-europeo. In altre parole:

“Tutti i fondi destinati dal QE alle banche centrali nazionali per l’acquisto di titoli pubblici dei rispettivi governi [Italia, Spagna e Portogallo N.d.R] sono transitati verso l’estero, abbandonando in breve tempo i rispettivi sistemi finanziari domestici”.

Quindi, se il QE ha finito per incrementare le passività dei Paesi dell’Europa del Sud nei confronti della BCE, ciò che rende i saldi Target2 potenzialmente esplosivi è la reversibilità dell’euro. Di recente Mario Draghi ha dichiarato che il prezzo dell’uscita di un Paese dall’euro è commisurato all’entità del saldo (negativo) Target2. Se l’Italia vuole uscire è tenuta a versare alla BCE un importo pari a 364 miliardi di euro, vale a dire il valore totale delle passività accumulate in seno al sistema Target2. Qualora un Paese uscisse dall’euro, l’effetto domino sarebbe inevitabile:

“La reazione a catena inizierebbe con il default di un Paese del Sud nei confronti della BCE, che a sua volta non riuscirebbe a restituire i relativi crediti al blocco dei Paesi del Nord”.

Dal computo di Pritchard, rimarrebbero sul piatto della BCE 1500 miliardi di passività (la somma dei saldi Target2 negativi registrati nell’eurozona) “inesigibili”. Molto più che quisquilie di natura contabile.

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