S&P declassa la Grecia: rischio default sempre più concreto senza un accordo con l’Eurogruppo

Simone Casavecchia

7 Febbraio 2015 - 09:15

La pessima settimana della Grecia si conclude con un declassamento del debito sovrano da parte di S&P e con il rischio sempre più concreto di rimanere senza fondi; cresce l’attesa per la riunione straordinaria dell’Eurogruppo.

S&P declassa la Grecia: rischio default sempre più concreto senza un accordo con l’Eurogruppo

Dopo la bocciatura della BCE e le rampogne tedesche anche dall’altra sponda dell’Atlantico arrivano segnali estremamente poco incoraggianti per la Grecia. L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha infatti deciso di rivedere al ribasso il rating del debito sovrano della Grecia, abbassandolo da B a B-, con outlook negativo.

La decisione di S&P arriva a una distanza molto ravvicinata da un’altro giudizio, di segno opposto, che la stessa agenzia di rating aveva emesso lo scorso 14 Settembre (meno di 5 mesi fa) sempre a proposito della Grecia. In quell’occasione Standard & Poor’s aveva, infatti, rivisto al rialzo il rating del debito sovrano greco (da B- a B) decidendo di premiare lo stato ellenico per gli sforzi di risanamento compiuti, in forza del programma di risanamento imposto dalla Troika.

La decisione presa ieri da S&P arriva, invece, all’indomani dell’elezione di Tsipras e delle sue prime mosse politiche, tutte orientate a contrastare i piani di austerity europei, ma anche all’indomani della decisione della BCE che ha deciso di non accettare più titoli di stato greci a garanzia di nuovi prestiti, in assenza di un prolungamento del programma di risanamento della Troika.

A ciò occorre aggiungere che il malato "Grecia", e il suo rating, rimane sotto osservazione, segnale quest’ultimo da leggere in chiave negativa dal momento che il rating sul debito sovrano greco potrebbe subire un nuovo declassamento. Dalle dichiarazioni rilasciate dall’Agenzia di rating si apprende che, secondo Standard & Poor’s, il nuovo governo greco ha un periodo di tempo molto limitato per

"raggiungere un accordo per un programma di finanziamento con creditori"

Tale osservazione viene motivata segnalando anche che

"l’avvicinarsi delle scadenze sul debito limitano la sua flessibilità nei negoziati (...) il prolungamento delle trattative con i creditori potrebbe portare a ulteriore pressione sulla stabilità finanziaria"

Nel peggiore dei casi il pericolo è quello che la Grecia si trovi stretta in una morsa mortale dove, sul fronte interno, continuerebbe quell’emorragia di capitali in atto già da alcune settimane, mentre sul fronte internazionale, oltre al rifiuto di nuovi finanziamenti si farebbero sempre più vicine le scadenze dei debiti contratti. In questo scenario la conseguenza più probabile sarebbe quella di un default che porterebbe la Grecia fuori dall’euro. Un pericolo che potrebbe essere evitato nel solo caso in cui i negoziati con i creditori consentano di ottenere nuovi finanziamenti che permettano alla Grecia di onorare i suoi debiti. Solo in questo secondo scenario S&P potrebbe rivedere il suo giudizio sul rating del debito sovrano greco.

Al di là del giudizio di S&P che arriva a giochi fatti, la sensazione che il debito pubblico di Atene sia ormai fuori controllo è sempre più diffusa nello scenario internazionale e anche l’agenzia Dow Jones ha rilevato che la Grecia, senza nuovi finanziamenti europei, potrebbe trovarsi senza fondi già a fine febbraio. Alla Grecia occorrerebbero poi, 4-5 miliardi di euro per onorare i debiti in scadenza a fine Luglio con la BCE.

A questo punto, dopo gli insuccessi della settimana appena conclusasi, l’ultima spiaggia per il nuovo esecutivo greco è la riunione straordinaria dell’Eurogruppo fissata per il prossimo Mercoledì 11 Febbraio. Anche in questo caso non si tratterà di un incontro amichevole: Jereon Dijsselbloem, presidente del consiglio dei ministri finanziari dell’Unione Europea ha già fatto sapere che l’UE non concederà prestiti ponte mentre, sul fronte opposto, anche Yanis Varoufakis sembra non avere alcuna intenzione di cedere alle richieste di Bruxelles e di accettare che il suo Paese si sottoponga a un nuovo piano di risanamento della Troika.

Anche se la Grecia in questi ultimi giorni sembra essere sempre più isolata, l’Eurogruppo dovrà comunque considerare la necessità di trovare una soluzione condivisa con la Grecia, al fine di non aggravare uno scenario internazionale, in cui anche il focolaio ucraino potrebbe giocare un ruolo determinante.

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