Russia, tassi tagliati al 12,5%. A rischio la tenuta del rublo

Il significativo taglio dei tassi di interesse messo a punto dalla banca centrale russa potrebbe avere ripercussioni negative sull’andamento del rublo sui mercati internazionali. La moneta di Mosca aveva recuperato buona parte delle perdite subite sul finire dello scorso anno, quando crollò in modo clamoroso sia contro l’euro che contro il dollaro americano. Il tasso di cambio dollaro/rublo, che toccò il record assoluto intorno a 77,90 a metà dicembre scorso, è sceso fino a quota 49, per poi stabilizzarsi poco sopra la soglia psicologica di 50.

Tuttavia la valuta russa potrebbe nuovamente finire nel mirino della speculazione internazionale dopo che l’istituto monetario centrale di Mosca ha deciso di tagliare il costo del denaro al 12,5% dal 14%. E’ la terza volta che quest’anno l’istituto guidato da Elvira Nabiullina tagli i tassi nel tentativo di risollevare l’economia russa, finita da qualche tempo in recessione a causa soprattutto delle sanzioni occidentali e per la caduta dei prezzi del petrolio. A dicembre i tassi in Russia erano stati alzati fino al 17%, allo scopo di evitare il collasso del rublo.

L’ultimo haircut ai tassi ha sorpreso gli analisti finanziari, che si aspettavano una riduzione del tasso di riferimento al 13%. L’economia russa è finita in recessione per la prima volta in 6 anni: secondo gli esperti i primi segnali di ripresa potrebbero vedersi solo a partire dal 2016. Il taglio dei tassi è stato comunque reso possibile dal rallentamento dell’inflazione, che nella seconda parte del 2014 era stato il vero tallone d’achille delle manovre monetarie della banca centrale russa. Sul fronte valutario il cambio dollaro/rublo potrebbe iniziare a salire dal supporto di 50, spingendosi verso 60 o anche 65.