Riunione Fed: cosa aspettarsi? C’è grande attesa per le decisioni di Powell

Violetta Silvestri

22 Settembre 2021 - 09:29

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C’è attesa per le parole di Powell al termine della riunione Fed di oggi, 22 settembre: cosa deciderà la banca centrale USA? In un momento cruciale per la ripresa, è ora del tapering? Cosa aspettarsi.

Riunione Fed: cosa aspettarsi? C’è grande attesa per le decisioni di Powell

La riunione Fed di settembre arriva nel pieno di una tempesta economica e finanziaria con il caso cinese Evergrande.

Mentre le Borse sono pressate dalle incertezze provenienti dalla Cina, con il rischio default di un colosso ora pieno di debiti e dell’intero settore immobiliare del dragone - con probabili ricadute globali - la Federal Reserve è chiamata a pronunciarsi su prossime previsioni economiche e non solo.

La conferenza stampa di Powell sarà analizzata nei dettagli per comprendere le mosse future su riduzione degli acquisti di debito - già entro l’anno? - e aumento dei tassi di interesse dal 2022 o 2023.

Cosa aspettarsi dalla riunione Fed?

Riunione Fed: c’è attesa, ci sarà il compromesso?

I funzionari della Federal Reserve statunitense stanno per rivelare quanto presto e con quale frequenza pensano che l’economia avrà bisogno di aumenti dei tassi di interesse nei prossimi tre anni, con gli investitori in allerta per un ritmo di inasprimento più rapido.

Il cosiddetto “dot plot”, infatti, pubblicato trimestralmente, traccia le proiezioni per la crescita economica, l’occupazione e l’inflazione, nonché i tempi degli aumenti dei tassi di interesse. Sarà un documento prezioso, che offrirà la visione fino al 2024.

Cosa ne scaturirà? Innanzitutto occorre ricordare che la Fed ha acquistato ogni mese 80 miliardi di dollari di buoni del Tesoro e 40 miliardi di titoli garantiti da ipoteca dallo scorso giugno per mantenere bassi i tassi di interesse a lungo termine e sostenere la domanda.

La banca centrale ha sempre ribadito che manterrà gli acquisti fino a quando l’economia non raggiungerà una soglia di progresso sostanziale sull’inflazione e sul mercato del lavoro.

Dall’estate, la Fed ha parlato di rallentare e alla fine di porre fine a questi acquisti. Circa la metà dei 18 alti funzionari sostiene il tapering “prima piuttosto che dopo”. I falchi pensano che l’economia abbia raggiunto la soglia del progresso sostanziale e sia ora tormentata dai colli di bottiglia dell’offerta, qualcosa che gli acquisti di attività della Fed, però, non possono risolvere.

L’altra metà del board ha affermato che vorrebbe vedere più miglioramenti sul mercato del lavoro prima che venga raggiunta la soglia per l’allentamento. Sostenere la domanda nei prossimi mesi è ancora importante per una parte della Fed, proprio perché permangono allarmi dalla variante Delta.

A questo punto, gli analisti si attendono un compromesso, con la Fed a segnalare che se l’economia continua lungo il percorso recente, la soglia per ulteriori progressi sostanziali sarà raggiunta entro la fine dell’anno.

Quali annunci su acquisti bond e tassi?

I mercati si aspettano date precise su quando effettivamente si comincerà a ridurre il Qe straordinario e ad aumentare i tassi.

Ellen Zentner, economista di Morgan Stanley, pensa che l’annuncio di un tapering alle porte ci sarà a novembre, con l’economia più forte, e il vero rallentamento degli acquisti inizierà a dicembre.

Altri esperti, come Michelle Myer, capo economista statunitense di BofA Securities, pensano che la Fed annuncerà e inizierà il tapering degli acquisti di asset direttamente a novembre.

Il ridimensionamento potrebbe essere completato già a metà del 2022, aprendo la strada alla Fed per alzare i tassi di interesse in qualsiasi momento dopo.

Il consenso tra gli economisti intervistati da Reuters è che i tassi rimarranno vicini allo zero fino al 2023, ma più di un quarto degli intervistati nel sondaggio di settembre prevede che la Fed li aumenterà già il prossimo anno.

Previsioni economiche sugli USA in focus

Quali novità emergeranno sulle previsioni economiche della potenza USA?

Gli economisti hanno declassato le stime del PIL per il trimestre in corso, citando deboli vendite di autoveicoli poiché persistono carenze di scorte, oltre alla recente ondata di variante Delta.

Tuttavia, i dati pubblicati giovedì scorso hanno mostrato vendite al dettaglio aumentate inaspettatamente ad agosto, segnale di una ripresa.

In focus anche il mondo del lavoro, osservato speciale poiché ancora debole. Il rapporto occupazione/popolazione, che misura la quota della popolazione in età lavorativa con un lavoro, è ancora di 2,5 punti percentuali al di sotto del picco pre-pandemia.

Le stime sull’inflazione potrebbero rivelarsi più spinose. Il presidente della Fed Jerome Powell, ancora in attesa di sapere se sarà rinominato per un secondo mandato dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha fermamente mantenuto l’idea che un’inflazione superiore al previsto sia transitoria. L’ipotesi, comunque, è che a causa di persistenti vincoli di offerta i prezzi possano indugiare in alto più a lungo.

La scorsa settimana, i dati del Dipartimento del Lavoro hanno mostrato che i prezzi al consumo sottostanti sono aumentati al ritmo più lento degli ultimi sei mesi ad agosto, suggerendo che l’inflazione aveva probabilmente raggiunto il picco. Sarà confermato questo trend?

Mercati e non solo attendono conferme dalla riunione della Fed di oggi: cosa sarà deciso?

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