Risultati elezioni Russia: scontata la vittoria di Putin

Giorgia Bonamoneta

20/09/2021

20/09/2021 - 09:05

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Vladimir Putin sembra aver vinto le elezioni in Russia, un dato che deve essere ancora accertato, ma abbastanza scontato. Nel frattempo le accuse di brogli si fanno sempre più insistenti.

Risultati elezioni Russia: scontata la vittoria di Putin

Dal 17 al 19 settembre in Russia si votava il rinnovo dei seggi della Duma, ovvero delal camera bassa del Parlamento. Nel 2016 la Russia Unita (RU) conquistò alle urne il 54,2% delle preferenze, per un totale di 343 seggi, ma il risultato destò dubbi sospetti per i possibili brogli, che causarono una serie di proteste in piazza.

Quest’anno, con solo il 12,25% dei voti scrutinati, l’RU ha già conquistato il 40% dei voti, ma si pensa che entro la fine degli scrutini possa arrivare a un buon 45%. La “supermaggioranza” (che verrebbe raggiunta con il 50%) è lontana e forse irraggiungibile.

Se infatti l’opposizione del dissidente Alexei Navalny ha scalfito il potere indiscusso del presidente Vladimir Putin lo ha fatto solo come voto di dissenso, detto anche “voto intelligente”. Il nome promosso era quello di Gennady Zyuganov, capo del Partito Comunista che ha ottenuto fino ad ora il 20% dei voti.

Nessuna sorpresa per i risultati delle elezioni russe

In questi giorni in Russia si sono svolte le elezioni parlamentari (17-19 settembre) per eleggere i 450 deputati della Duma, ovvero la camera bassa dell’Assemblea Federale Russa.

I pronostici degli strateghi del Cremlino, come si legge online, vedevano la Russia Unita al 40%, anche se più auspicabile era un 45%. Stessa percentuale anche per l’affluenza alle urne, dati che per ora sono stati entrambi rispettati.

Secondo l’opinione comune queste percentuali di voti e affluenza mostrerebbero una vittoria “giusta”, nel senso di montata a tavolino dal partito, a differenza delle passate edizioni che finirono nelle proteste per aver sognato troppo in grande. Una strategia quindi? Sembra che un centro di sondaggi indipendente avesse calcolato il consenso di Russia Unita fermo al 27%. Le elezioni sembrano però puntare in un’altra direzione, molto più propense verso la RU.

Brogli e violazioni documentati, ma lo scrutinio va avanti

Non sono infatti mancate le critiche e le denunce di possibili violazioni e brogli alle elezioni. Da una parte Alexei Navalny ha visto la proprio lista limitata e censurata da Google sotto richiesta dell’autorità per le telecomunicazioni russa Roskomnadzor; dall’altra sembrano esserci stati una serie di problemi con le schede elettorali.

L’Ong Golos ha denunciato uno scarso controllo delle schede elettorali, lasciate incustodite troppo a lungo, un numero di schede maggiore rispetto al numero dei votanti del seggio e oltre 3 mila schede annullate per i più svariati motivi.

Il Partito Comunista e i voti di protesta

Con Alexei Navalny fuori dai giochi, il voto di protesta (detto anche “voto intelligente)” doveva pendere verso un altro oppositore di Putin. È stato trovato in Gennady Zyuganov, capo del Partito Comunista russo. Anche Zyuganov ha segnalato una serie di violazioni nel numero delle schede elettorali.

Comunque il risultato del Partito Comunista è una sorpresa, dal 13% delle scorse elezioni a un buon 25% di quelle attuali. Il passo avanti è notevole e sicuramente una parte è stato frutto della richiesta del dissidente politico Navalny che ne aveva richiesto il voto.

Dopo il boicottaggio di Google, l’azione del voto intelligente, promosso fino all’ultimo dal dissidente - che ha inneggiato al voto con lo slogan “non siate pigri, oggi il voto conta davvero” - ha dato i suoi frutti. Non certo un vero ostacolo a Putin, ma almeno potrebbe impensierirsi.

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