Procedura per il rimborso agli obbligazionisti subordinati dopo la vicenda salva-banche: come inviare la richiesta, importo e destinatari, modalità per il rimborso automatico. Tutto ciò che serve sapere.
Al via alla procedura di richiesta per il rimborso agli obbligazionisti subordinati delle quattro banche salvate lo scorso novembre.
Dopo mesi di attesa e indecisioni, a maggio il Consiglio dei Ministri ha ufficializzato il decreto indennizzi, che prevede l’erogazione di un rimborso agli obbligazionisti subordinati dell’80% dell’investimento azzerato a seguito del decreto Salva-Banche e il relativo salvataggio di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti, istituti di credito sull’orlo della bancarotta.
Mercoledì 13 luglio, arriva il via ufficiale della procedura di richiesta dei rimborsi da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi, incaricato dal Governo di gestione del fondo di solidarietà creato per rimborsare le perdite registrate dagli investitori nella vicenda delle quattro banche salvate.
Vediamo insieme chi può ricevere il rimborso, come funziona la procedura per l’invio della richiesta e quali sono i parametri da rispettare per poter ricevere il compenso.
Rimborsi agli obbligazionisti delle banche salvate
Rimborsi per gli obbligazionisti delle banche salvate lo scorso anno (Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti), arriva l’ufficialità: il rimborso ai risparmiatori che hanno perso il proprio investimento sarà automatico per l’80% dei casi. Il rimborso per i restanti obbligazionisti potrà avvenire, invece, tramite un processo di arbitrariato.
Gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche salvate saranno elargiti ad intero carico del sistema bancario tramite, al quale il Governo italiano non ha imposto alcun limite, sia sul fronte dei rimborsi automatici sia per quelli che saranno confermato dopo gli arbitrariati.
Da mesi gli obbligazionisti attendevano la notizia e finalmente il Consiglio dei Ministri ha deciso per la soluzione alla vicenda “sui generis”: sul finire dello scorso anno gli investitori che avevano sottoscritto i bond di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti hanno visto il proprio investimento azzerato dopo i procedimenti previsti dal decreto salva-banche.
Rimborso obbligazionisti: la procedura
La procedura per l’invio della richiesta per il rimborso agli obbligazionisti deve avvenire entro il 3 gennaio 2017, a sei mesi esatti dall’ufficializzazione e l’attivazione della legge - avvenuta lo scorso 3 luglio.
La domanda deve comprendere una serie di documenti:
- il contratto di acquisto delle obbligazioni subordinate;
- i moduli di sottoscrizione o d’ordine di acquisto;
- l’attestazione degli ordini eseguiti;
- una dichiarazione sulla consistenza del patrimonio mobiliare;
- copia di un documento di identità in corso di validità;
- copia della procura conferita, nel caso in cui l’istanza sia presentata al FITD tramite Studi legali o Associazioni di Consumatori.
L’invio della richiesta per il rimborso sarà possibile dal 22 luglio tramite:
- sito web del Fondo interbancario di tutela dei depositi
- raccomandata con ricevuta di ritorno.
Si parla di 6.500 domande in arrivo, che si traducono in un totale di rimborsi tra i 150 e 200 milioni di euro.
Rimborso obbligazionisti: i requisiti per l’indennizzo
Per poter ricevere il rimborso automatico erogato dallo stato per l’azzeramento delle obbligazioni subordinate a seguito del decreto salva-banche dello scorso novembre pari all’80% del totale il risparmiatore deve soddisfare 3 requisiti:
1) Il parametro “spartiacque”
Fa riferimento alla data di acquisto e divide gli obbligazionisti coinvolti in due categorie. Per poter accedere al rimborso automatico bisogna aver sottoscritto le obbligazioni prima del 12 giugno 2014.
La data è quella della comparizione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea del sistema del bail-in, compreso nella direttiva Brrd, secondo cui non è più lo Stato a salvare le banche in crisi. Il decreto rimborsi sottintende, dunque, che il risparmiatore doveva essere a conoscenza della direttiva europea a partire da questa data. Il parametro spartiacque per i rimborsi automatici, secondo quanto stabilito dal CdM, dà accesso alla quasi totalità degli obbligazionisti coinvolti: sono esclusi solo 158 risparmiatori.
Stabilita la precedente statistica, sui circa 10.000 risparmiatori coinvolti si applicano altri due fattori discrezionali, qui di seguito
2) Fattore reddituale
Al fine di ricevere il rimborso automatico il risparmiatore deve avere un reddito annuale non oltre i 35.000 euro
Non si fa riferimento al reddito lordo ma a ciò che è stato definito “reddito complessivo”: l’addizione di tutti i redditi che rientrano all’interno della dichiarazione Irpef prima dell’applicazione dell’aliquota.
L’obbligazionista delle banche salvate, nel calcolare il suo reddito dovrà escludere i redditi non assoggettabili all’Irpef, tra cui arretrati stipendio, Tfr e redditi finanziari.
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L’anno di riferimento al quale rimandare i redditi in questione sarà il 2014 e non il 2015.
3) Fattore reddituale
Il patrimonio immobiliare dell’interessato deve avere un valore risulti al di sotto dei 100.000 euro
Rimborso obbligazionisti: l’importo dell’indennizzo
L’importo del rimborso fissato per gli obbligazionisti subordinati delle quattro banche salvate varierà in base alla portata dell’investimento azzerato e sarà pari all’80% dell’importo investito.
Tuttavia, l’importo dell’80% è destinato a scendere, date le spese da detrarre, tra cui:
- le spese di acquisto dei titoli
- rendimenti derivanti dall’investimento già percepiti - qualora superiori al rendimento del BTP analogo.
Il rimborso dell’80% dell’investimento non sarà quindi puro, ma al netto delle spese di acquisto e della differenza tra la cedola garantita sui bond subordinati delle quattro banche salvate e le cedole dei Btp - i titoli di Stato.
Rimborso obbligazionisti: l’impegno del Governo
Tutto questo non è ancora chiaro quanto costerà allo Stato.
All’interno della Legge di Stabilità 2016 il Governo aveva già individuato la costituzione di un fondo a carico del sistema bancario: questo, prevedere il decreto, viene alimentato "sulla base delle esigenze finanziarie connesse alla corresponsione delle prestazioni" da parte del "Fondo interbancario di tutela dei depositi" stesso.
Tutto questo avverrà tramite i soldi che il sistema bancario, ovvero le banche, paga allo Stato sotto forma di commissione nell’accompagnamento all’uscita dal meccanismo delle imposte differite, come spiegato da Il Messaggero.
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