La proposta di legge costituzionale che riforma il Titolo IV ha superato le 50.000 mila firma necessarie per lo sbarco in Parlamento: al via la separazione delle carriere di Giudici e Pubblici Ministeri.
Separazione delle carriere nella magistratura: il ddl sulla riforma delle camere penali che riforma il Titolo IV della Costituzione - di iniziativa popolare - presto arriverà in Parlamento.
Infatti, con ben quattro mesi di anticipo dalla scadenza prefissata, la proposta di legge costituzionale ha raccolto 5mila firme in più rispetto alla soglia di 50.000 necessaria per la presentazione del ddl in Parlamento.
Un progetto che ha unito avvocati e non solo, i quali si sono mobilitati in massa sul per firmare in favore di questa proposta. Secondo i promotori di questa legge -Comitato promotore per la separazione delle carriere nella magistratura - ad oggi non ci sono tutele per i cittadini coinvolti in un processo, nonostante la riforma dell’articolo 111 della Costituzione - approvata il 23 novembre del 1999 - abbia affermato diversi principi, quali:
- formazione della prova in dibattimento;
- parità del contraddittorio delle parti;
- terzietà del giudice.
Il problema è che la riforma non può essere ancora attuata completamente perché nell’impianto costituzionale ci sono delle norme che contrastano con i principi del processo accusatorio introdotto con la legge costituzionale 2/1999, in quanto riflettono la visione inquisitoria del processo risalente al 1948.
È per questo motivo che più di 55mila firmatari della proposta legge costituzionale, hanno deciso di intervenire su alcune norme del Titolo IV della Costituzione, così da rendere effettiva la terzietà del giudice, elemento fondamentale per garantire l’imparzialità delle decisioni.
Con il raggiungimento delle 55mila firme l’iter legislativo può passare alla fase successiva, quella in cui è prevista la valutazione della Corte di Cassazione. Dopodiché il testo della riforma del Titolo IV verrà presentato ad una delle due Camere, per la discussione e l’approvazione da parte di tutto il Parlamento.
Quali sono le novità della riforma e perché la legge di iniziativa popolare ha avuto così tanto successo? L’attuazione della riforma del Titolo IV della Costituzione è molto importante, perché solo così ci sarà l’effettiva separazione della magistratura giudicante da quella requirente. Vediamo nel dettaglio in che modo questo sarà possibile analizzando tutte le novità del ddl.
Ddl sulla riforma delle Camere Penali: così cambia la Costituzione
Come precisato dai promotori della riforma, quando si parla di separazione tra magistratura giudicante e requirente non bisogna soffermarsi al lato burocratico; si tratta infatti di garantire un principio fondamentale del processo penale, quello per cui tutte le parti del processo abbiano le stesse possibilità di far valere le proprie ragioni.
Ad oggi però non è possibile, perché questo principio contrasta con la contiguità “professionale e di categoria” del giudice nei confronti di una delle due parti, ovvero la pubblica accusa.
Solamente procedendo con la separazione delle carriere della magistratura potrà essere garantito il giusto processo, tutelato dalla riforma del 1999 ma non completamente a causa di alcune norme ancora presenti in Costituzione.
In questo modo non sono solo i cittadini a beneficiarne, ma anche i magistrati poiché con la riforma del Titolo IV della Costituzione si verranno a creare degli organi dell’accusa che oltre ad essere più capaci e preparati saranno anche più liberi di esercitare le loro funzioni.
Troppi elementi in comune tra giudici e pubblici ministeri
Anche se dovrebbero svolgere due ruoli differenti, i Giudici e i Pubblici Ministeri - arruolati tramite lo stesso concorso - presentano troppi elementi in comune. Ad esempio, questi:
- possono spostarsi da una funzione all’altra;
- svolgono la loro professione nelle stesse sedi;
- sono rappresentati dalla stessa associazione sindacale;
- eleggono in maniera congiunta i rappresentanti del CSM.
Questi elementi hanno contribuito a creare una collaborazione tra questi due organi, che spesso si scambiano notizie anche sui singoli casi che stanno trattando.
Un rapporto che può risultare dannoso per la tutela dei suddetti principi, che si manifesta chiaramente nell’ambito delle indagini preliminari.
Ecco perché - come tra l’altro suggerito dal Parlamento Europeo - la carriera dei magistrati va assolutamente divisa così da separare il lavoro di chi si occupa delle indagini da chi invece deve assicurare il giusto processo.
Perché è importante la riforma del Titolo VI della Costituzione
È bene precisare che questa riforma non è in contrasto con la categoria dei magistrati, poiché ha il solo scopo di “esaltare la funzione giurisdizionale”.
Non è concepibile infatti una collaborazione tra una figura come il Pubblico Ministero, il quale nel nostro sistema svolge le indagini in maniera diretta e con ampi poteri di iniziativa, e il Giudice, che invece per essere pienamente legittimato nel suo ruolo deve essere separato da tutti e da tutto.
Superare la situazione attuale è fondamentale, perché solo riequilibrando il sistema e separando le carriere dei magistrati saranno tutelate tutte le parti del processo, dando loro gli strumenti necessari per dimostrare le proprie tesi.
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