Riforma Fornero: assisti un parente disabile? Andrai in pensione più tardi

Valentina Brazioli

9 Ottobre 2013 - 10:31

Riforma Fornero: assisti un parente disabile? Andrai in pensione più tardi

Chi ha un parente disabile e usufruisce di permessi o congedi - previsti dalla legge - per poterlo assistere, rischia di dover recuperare il tempo “perduto” (a livello contributivo) prima di poter andare in pensione.

E’ questo l’allarme lanciato dalla Fand, la Federazione fra le associazioni nazionali dei disabili, che chiede di ovviare a questo problema con la presentazione di un emendamento che modifichi il testo della legge 14/2012.

La riforma del sistema pensionistico

Alla fine del 2011 il sistema pensionistico italiano ha subito una profonda rivisitazione: accanto all’introduzione generalizzata del criterio contributivo e dell’innalzamento dell’età pensionabile, il legislatore ha introdotto l’istituto della pensione anticipata, probabilmente al fine di favorire i soggetti che hanno iniziato a lavorare in giovane età.

La pensione anticipata

Oltre al requisito contributivo, per poter accedere alla pensione anticipata è richiesta una età anagrafica minima pari a 62 anni: i soggetti che intendono anticipare l’accesso a tale pensione prima del sessantaduesimo anno di età subiscono una penalizzazione, con una decurtazione che è pari all’1% per i primi due anni e al 2% per ogni anno successivo.

Il problema

La legge precisa che i soggetti che maturano la predetta anzianità contributiva entro il 31 dicembre 2017 non subiranno le suddette penalizzazioni, a condizione che i contributi maturati derivino esclusivamente da:

  • prestazioni effettive di lavoro;
  • periodi di astensione obbligatoria per maternità;
  • assolvimento degli obblighi di leva;
  • infortunio;
  • malattia;
  • cassa integrazione guadagni ordinaria.

Vengono di fatto esclusi, quindi, i contributi figurativi specifici per chi assiste parenti affetti da handicap.

L’allarme della Fand: discriminati i familiari dei disabili

Per quanto riguarda il mondo della disabilità, accusa la Fand:

La situazione è da considerarsi grave: sono esclusi, infatti, dal conteggio i permessi mensili previsti dalla legge 104, i congedi retribuiti per l’assistenza a familiari con handicap grave o gravissimo, e i due mesi di contribuzione figurativa riconosciuti agli invalidi civili con percentuale superiore al 74% (per ogni anno di servizio).

Insomma, la norma in questione, anche se per un periodo limitato (fino al 31 dicembre 2017) penalizza fortemente il mondo della disabilità, incidendo su quegli istituti che favoriscono l’assistenza al disabile grave.

"Si tratta di una vera e propria discriminazione ingiustificata per i lavoratori disabili gravi e i loro familiari che li assistono - spiega il Presidente Fand Giovanni Pagano - in quanto tali lavoratori saranno disincentivati da utilizzare tali istituti di assistenza per avere la possibilità di un rapido accesso alla pensione anticipata".

CGIL, situazione inaccettabile

Preoccupazione condivisa anche da Nina Daita, responsabile dell’Ufficio politiche disabilità della Cgil, che denuncia:

Si tratta di un caso di fortissima ingiustizia sociale, da affrontare e risolvere al più presto. L’assistenza per i disabili è già totalmente a carico delle famiglie, a causa dell’inesistenza dei servizi pubblici. E ora veniamo ulteriormente penalizzati, la situazione è inaccettabile.

Ecco allora la scelta della Fand di elaborare e far presentare in Parlamento un proprio emendamento, che renda nuovamente utili questi istituti ai fini del calcolo della anzianità contributiva necessaria per accedere alla pensione anticipata.

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