Riforma Articolo 18: reintegro licenziamento disciplinare, ecco come funziona

Vittoria Patanè

18 Novembre 2014 - 16:11

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Articolo 18: reintegro per licenziamento disciplinare. Ecco cosa cambia con l’emendamento presentato dal Governo

Riforma Articolo 18: reintegro licenziamento disciplinare, ecco come funziona

Il Governo ha presentato l’emendamento al Jobs Act sulla riforma dell’articolo 18. Il testo prevede in particolare il reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento nullo e discriminatorio circoscritto però in particolare a «specifiche fattispecie» di licenziamento disciplinare ingiustificato.

Articolo 18: reintegro per licenziamento disciplinare
L’emendamento presentato dal Governo alla Commissione Lavoro alla Camera. In particolare il cambiamento, firmato da Marialuisa Gnecchi (PD) si riferisce al comma 7 del Jobs act e riguarda il reintegro del posto di lavoro in caso di licenziamento disciplinare ingiustificato. Nessuna possibilità di reintegro invece per il licenziamento economico, per il quale ci sarà solo un indennizzo monetario calcolato in base all’anzianità di servizio.

L’emendamento inserisce una precisa modifica alla lettera c) del comma 7. Nella versione approvata dal Senato infatti, la lettera c) indica come principio per i decreti delegati la «previsione, per le nuove assunzioni, del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti in relazione all’anzianità di servizio». IOggi vengono aggiunte invece le seguenti parole:

«escludendo per i licenziamenti economici la possibilità della reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, prevedendo un indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio e limitando il diritto alla reintegrazione ai licenziamenti nulli e discriminatori e a specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare ingiustificato, nonché prevedendo termini certi per l’impugnazione del licenziamento».

In poche parole: licenziamenti e articolo 18 entrano di diritto nel ddl delega.

Bisogna precisare che le fattispecie di licenziamenti disciplinari per cui viene fatto salvo il diritto alla reintegrazione saranno esplicitate nel decreto legislativo che darà attuazione alla delega in discussione alla Camera.

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, arriva il commento positivo del capogruppo Ncd al Senato, Maurizio Sacconi:

“Siamo soddisfatti. Il Governo ha indicato correttamente la formulazione concordata che esplicitamente individua nell’”indennizzo economico certo e crescente con l’anzianità di servizio” la sanzione ordinaria del licenziamento illegittimo tanto economico quanto disciplinare, con la sola eccezione per quest’ultimo di specifiche fattispecie. Vi è l’intesa che dovranno essere disegnate in modo così circoscritto e certo da non consentire discrezionalità alcuna al magistrato, in modo che i datori di lavoro abbiano quella prevedibilità dell’applicazione della norma che li può incoraggiare a utilizzare i contratti a tempo indeterminato. Ora dobbiamo fare presto».

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