Regioni del Sud Italia in zona gialla: quali conseguenze per il PIL?

E. C.

21/08/2021

21/08/2021 - 22:09

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Il passaggio in zona gialla delle Regioni del Sud Italia potrebbe comportare conseguenze per il PIL italiano: ecco i dettagli.

Regioni del Sud Italia in zona gialla: quali conseguenze per il PIL?

La prospettiva per il prossimo futuro dell’economia italiana resta incoraggiante. A conferma di questo fatto si collocano le ultime stime condotte da Eurostat, ossia l’Ufficio europeo delle statistiche.

Secondo Eurostat, nel corso del secondo trimestre del 2021, le migliori performance economiche sono state registrate da Spagna ed Italia, con un aumento del PIL rispettivamente del 2,8% e del 2,7%, mentre Germania e Francia presentano una crescita più moderata dell’1,5% e dello 0,9%.

Con un andamento dell’economia che sembra essere in ripresa, il passaggio in zona gialla delle Regioni del Sud Italia potrebbe portare conseguenze per il PIL? Quali?

La previsione di crescita

Al momento, si prevede che la crescita per l’anno in corso possa collocarsi tra il 5% e il 6% e che possa essere di circa il 4,2% durante il 2022. Ciò significa che già dal prossimo anno si potrebbe tornare a livelli pre Covid-19.

Tuttavia, rimangono alcune incertezze legate all’andamento dei contagi, alle previsioni della pandemia per il prossimo autunno e soprattutto alle implicazioni che un ritorno in zona gialla delle Regioni italiane comporterebbe per l’economia del Paese.

Ritorno in zona gialla: quali conseguenze per il PIL

La Sicilia è considerata la Regione più a rischio - insieme a Sardegna e Calabria - per il ritorno in zona gialla e se l’incremento dei contagi si mantenesse stabile sui livelli attuali, potrebbe essere stabilito un cambio di colore e il ripristino di misure di contenimento più restrittive.

Pare che l’ultimo rapporto sul PIL non tenga conto di questa eventualità. Tuttavia, le conseguenze dettate dall’ipotesi che alcune Regioni possano a breve tornare in zona gialla sarebbero importanti, anche se al momento si tratta di un evento scongiurato, almeno fino al 29 agosto.

L’Italia, infatti, resterà tutta in zona bianca fino a quella data, ma poi - anche in visione del prossimo autunno - eventuali restrizioni al turismo o, più in generale, alle attività produttive potrebbero implicare la revisione al ribasso delle stime di crescita, con un impatto sull’andamento del PIL non indifferente.

I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

I fondi stanziati per le Regioni del Meridione ammontano a circa 82 miliardi, secondo quanto previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Con tali fondi si punta a ridurre lo storico divario delle infrastrutture tra Nord e Sud Italia, anche per quanto concerne l’infrastruttura digitale, ecologica e di servizi pubblici. Adesso, il passo seguente sarà quello di verificare sul campo l’effettiva attuazione degli investimenti da parte delle singole Regioni.

L’obiettivo per l’Italia dal 2021 al 2026

L’obiettivo di ridimensionare il divario tra Nord e Sud è una conditio sine qua non per realizzare l’obiettivo di una crescita del PIL in visione del quinquennio dal 2021 al 2026 del 24% circa rispetto al valore assoluto del 2020.

Secondo i dati diffusi dal Ministero per il Sud e la coesione territoriale, l’impatto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza sulla crescita del PIL italiano per i prossimi 5 anni sarebbe di circa il 16%, contro il 13% del Centro-Nord. Nel 2019, il PIL del Sud Italia rappresentava il 22% di quello nazionale.

Nel 2026, se il Piano di Ripresa e Resilienza sarà seguito, si stima che il PIL del Mezzogiorno costituirà il 24% di quello italiano, dimostrando così la capacità di ridurre il divario che ad oggi esiste tra Nord e Sud della penisola.

Le riforme attese per l’Italia

Entro l’autunno, in visione dei fondi ricevuti dall’UE, è atteso il Ddl delega di riforma del fisco, che sebbene non sia compreso nelle riforme del Piano di Ripresa e Resilienza, per la sua struttura è considerato dalla Commissione europea di notevole importanza ai fini del riordino della tassazione.

Un ulteriore punto cardine sarà la prossima manovra di bilancio. In tal senso, la tenuta della maggioranza che sostiene il governo Draghi potrebbe essere messa a dura prova, anche in considerazione delle amministrative in autunno e dell’imminente elezione del prossimo Presidente della Repubblica.

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# PIL

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