Referendum sulle trivellazioni: il Movimento 5 Stelle è a favore del No-Triv. Ecco perché per il M5S bisogna votare SI al prossimo referendum del 17 aprile.
Referendum sulle trivellazioni, No-Triv: per il Movimento 5 Stelle bisogna votare SI. Per quale motivo?
Referendum sulle trivellazioni, il 17 aprile gli italiani saranno chiamati ad esprimere un proprio parere riguardo alle trivelle che si trovano nel Mar Mediterraneo.
Nei giorni scorsi già ci siamo occupati del referendum sulle trivellazioni, elencandovi le motivazioni a supporto del SI e quelle al supporto del NO. Inoltre, in un nostro precedente articolo abbiamo esposto il punto di vista di Giovanni Esentato, giornalista e segretario di AISI, che ha invitato tutti i cittadini italiani a votare per il NO al prossimo referendum sulle trivellazioni.
Oggi vogliamo dare voce alla controparte, dandovi così tutti gli elementi necessari per fare la scelta giusta al referendum sulle trivellazioni del 17 aprile. Infatti, mentre Esentato è a favore del NO, il Movimento 5 Stelle spinge per il SI, poiché secondo loro è necessario fermare la “devastazione delle nostre coste e del nostro Mediterraneo”.
Ma per quale motivo secondo il Movimento 5 Stelle al referendum sulle trivellazioni bisogna votare SI? Vediamo quali sono le motivazioni che spingono gli attivisti del M5S a fare una propaganda a favore del SI.
Referendum sulle trivellazioni: il M5S spinge a favore del SI
Coloro che sono a favore del SI hanno ribattezzato il referendum sulle trivellazioni come No-Triv, poiché vorrebbero “l’abrogazione della norma che concede di protrarre le concessioni per estrarre idrocarburi entro 12 miglia dalla costa italiana fino alla vita utile del giacimento”.
Quindi, nel caso in cui vincesse il SI verrebbe approvata l’abrogazione e quindi le concessioni non sarebbero prorogate dopo la scadenza prevista. Quando la concessione sarà terminata spetterà alle società petrolifere l’onere di smantellare le piattaforme, poiché queste con il passare del tempo sono sempre meno resistenti alle intemperie e di conseguenza potrebbero causare dei danni ambientali.
In caso di vittoria del SI non ci sarà comunque nessun cambiamento per le trivellazioni oltre le 12 miglia, né per i giacimenti sulla terraferma.
I più attivi a favore del SI sono i membri del Movimento 5 Stelle, che in questi giorni stanno cercando di diffondere il loro messaggio così da sensibilizzare gli italiani riguardo alla delicata questione delle trivellazioni.
“Il 17 aprile siamo tutti chiamati a una battaglia civile contro le trivelle in mare e la devastazione delle nostre coste e del nostro Mediterraneo. È un passo, piccolo ma importante per far capire ai politicanti preistorici che ci governano e che hanno ceduto ai petrolieri mare e coste, che noi non ci stiamo. Che un’altra politica energetica è possibile, che il futuro dell’Italia e del nostro mare non è come lo vogliono loro, che il turismo va tutelato e sostenuto con i fatti e non con le chiacchiere”.
Questo è uno dei messaggi che si possono leggere sul blog del M5S, con cui gli attivisti pentastellati spiegano le motivazioni per cui al prossimo referendum sul No-Triv bisogna votare SI.
Referendum sulle trivellazioni: ecco perché votare SI secondo il M5S
Il Movimento 5 Stelle ha pubblicato un’infografica n cui vengono elencate le motivazioni per cui al referendum sulle trivellazioni è necessario che si voti per il SI.
Inoltre, il Movimento 5 Stelle punta a sensibilizzare gli italiani ad andare a votare, poiché altrimenti si rischia di non raggiungere il quorum richiesto (il 50% più uno degli aventi diritto) per la validità del referendum. Infatti, secondo il M5S, l’obiettivo di Renzi è quello di far saltare il referendum sulle trivellazioni per mancanza di quorum ed è per questo motivo che ha “concesso così poco tempo per informare”.
Per il Movimento 5 Stelle è molto importante che una volta terminata la concessione le trivelle vengano smantellate, e al grido di No-Triv ne hanno elencato le motivazioni:
- Per evitare un disastro: con il passare del tempo le trivelle diventano sempre meno resistenti e quindi in caso di rottura dei serbatoi ci sarebbe un riversamento di petrolio nel mare. E una perdita di petrolio in un mare chiuso come il Mediterraneo “potrebbe causare dei danni incalcolabili”;
- Per fermare il delirio: i rischi sono troppo alti e soprattutto non sono giustificati. Infatti, la quantità di petrolio presente nei nostri mari è troppo bassa e inoltre si tratta di un prodotto di scarsa qualità che serve solamente per far “speculare i petrolieri”;
- Per difendere il turismo; è importante che l’Italia punti sul turismo, valorizzando le coste e i mari. Quindi è essenziale smantellare le trivelle, così da evitare che i nostri mari diventino dei “parchi giochi per i petrolieri”;
- Possiamo sfruttare altre energie: come sottolineato dal M5S, con “il petrolio estratto copri 7 settimane di fabbisogno, con il gas 6 mesi”. Mettendo fine all’estrazione di questi due idrocarburi si potrebbe incentivare l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili, come gli impianti fotovoltaici, caratterizzati da un minor impatto ambientale.
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