Recovery Fund, pronta la cabina di regia per la gestione dei fondi

Mario D’Angelo

24/07/2020

25/05/2021 - 13:05

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Niente task force per il Recovery Fund, ma sarà una cabina di regia (piuttosto affollata) fra Palazzo Chigi, i Ministeri e gli enti locali a gestire i fondi Ue

Recovery Fund, pronta la cabina di regia per la gestione dei fondi

Arriva la cabina di regia sul Recovery Fund. Immediatamente dopo la celebrazione della vittoria a Bruxelles, il Governo Conte è apparso profondamente diviso sulla gestione dei fondi di recupero. Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva hanno tutti idee diverse su come utilizzare i 209 miliardi Ue.

A trovare la quadra adesso ci penserà il CIAE, Comitato interministeriale per gli affari europei. Chi sarà ammesso in cabina di regia?

Recovery Fund, risolto nodo gestione

Mentre si configura lo stallo sul MES, il premier Conte risolve - almeno momentaneamente - quello su chi deciderà dove verranno allocati i fondi di recupero.

In un primo tempo era spuntata l’ipotesi task force modello Colao, che aveva subito scatenato diversi malumori in maggioranza. A nessuno poteva andare bene una nuova squadra alle dirette dipendenze del presidente del Consiglio.

Conte ha dunque aperto al Comitato, che sarà anche più ampio di quanto inizialmente previsto.

Chi gestirà il fondo di recupero

In prima istanza si era pensato a un consesso aperto a pochi Ministeri. Ma il CIAE, secondo il decreto che lo ha istituito nel 2015, è aperto non soltanto a tutti i dicasteri, ma anche agli enti locali. L’ultima parola spetterà comunque a Conte.

Ma non sono finiti così facilmente i mal di pancia della maggioranza. La rapida risoluzione dello stallo sul Recovery Fund è direttamente correlata alla questione MES. PD e Italia Viva premono affinché lo si attivi, aiutati dalla notizia secondo cui Gualtieri lo richiederà per evitare problemi alle casse dello Stato.

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, nella sola giornata di oggi, venerdì 24, ha smentito la notizia non una ma ben due volte, negando con forza che il MES sia indispensabile ad evitare il rischio default. “L’andamento delle disponibilità di cassa e la previsione dei saldi futuri sono del tutto in linea con le aspettative contenute nei documenti di finanza pubblica”, afferma il Mef in una nota serale.

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