Quota 100, soluzione tecnica vs intenzioni politiche: quale avrà la meglio?

Simone Micocci

12 Dicembre 2018 - 09:09

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Su Quota 100 non c’è unità di intenti: la parte politica del Governo non vuole introdurre alcun paletto, ma secondo i tecnici il costo rischia di essere superiore a quello preventivato.

Quota 100, soluzione tecnica vs intenzioni politiche: quale avrà la meglio?

Come anticipato nella giornata di ieri, Quota 100 nonostante le resistenze dell’Europa si farà; resta da capire, però, come funzionerà questa misura previdenziale visto che ad oggi ci sono molti aspetti sui quali c’è poca chiarezza.

Nel dettaglio, in questi giorni stiamo assistendo ad una “sfida” tra tecnici e politici del Governo, con i primi che hanno pensato a diverse proposte per ridurre i costi di Quota 100 e dell’intera riforma delle pensioni, mentre i secondi, con “a capo” Matteo Salvini, che non sembrano essere disposti a fare alcun passo indietro in merito alle promesse fatte in campagna elettorale.

Sullo smantellamento della Legge Fornero non torniamo indietro” fanno sapere dalla Lega; proprio nel Carroccio, però, c’è un tecnico che ha pensato ad una Quota 100 alternativa, con alcune soluzioni possibili per ridurre i costi della riforma delle pensioni, ossia il consigliere economico di Palazzo Chigi Alberto Brambilla.

Quota 100: le soluzioni pensate dai tecnici

La prima soluzione pensata da Brambilla per ridurre i costi della riforma delle pensioni è quella di passare ad una Quota 100 scansionata nel tempo: nel dettaglio, l’intenzione è di dare priorità nel pensionamento a coloro che hanno almeno una Quota 104 (ossia a chi ha maturato i requisiti per Quota 100 da due anni), per poi consentire le altre uscite anticipate entro il 2020. In ogni caso, però, Quota 100 sarà riservata a coloro che ne maturano i requisiti (38 anni di contributi, età anagrafica pari almeno a 62 anni) entro la fine del 2018.

C’è poi una seconda soluzione, meno fattibile: prevedere una clausola di salvaguardia per Quota 100, con questa misura che verrebbe “chiusa” al superamento dei limiti di spesa prefissati. Il problema è che in questo modo le domande di pensione aumenterebbero vista la paura di restare fuori dalla possibilità di utilizzare la misura.

Vi è poi una terza soluzione, ma non ancora approfondita da Brambilla: una Quota 103, con l’uscita dal lavoro con almeno 64 anni e 39 di contributi.

Brambilla: “I conti dell’Inps sono corretti, ma sulle pensioni è una scelta politica

Anche i tecnici dell’Inps in queste settimane hanno affrontato il tema della “riforma delle pensioni”, effettuando diverse previsioni di spesa per Quota 100. Come dichiarato dal Presidente dell’Istituto - Tito Boeri - in nessuna simulazione effettuata i costi sono inferiori a quelli stanziati attualmente nella manovra finanziaria (6,7 miliardi per il 2019 e 7 miliardi ciascuno per il 2020 e il 2021).

Quindi, per ridurre il deficit ed andare incontro alle richieste del Governo bisogna rivedere il progetto iniziale, che ricordiamo prevede una Quota 100 per chi matura 38 anni di contributi ed ha compiuto almeno 62 anni alla quale si può accedere in determinati periodi dell’anno (quattro finestre di accesso, la prima ad aprile 2019).

Lo stesso Brambilla ha confermato che “i calcoli dell’Inps sono corretti” ed è per questo che lui stesso ha pensato ad una soluzione alternativa. Lo stesso Brambilla ha poi aggiunto che “ora la scelta è politica”, passando la palla al Governo.

Lega e Movimento 5 Stelle: “Da Brambilla solamente un parere personale

Lega e Movimento 5 Stelle smentiscono la possibilità che il Governo possa prendere in considerazione la soluzione alternativa di Brambilla.

Qualora il suo progetto venisse accolto, infatti, Quota 100 verrebbe rinviata al 2020-2021, poiché nel 2019 potrebbero andare in pensione solamente coloro che soddisfano i requisiti per una Quota 104; un passo indietro di questo genere Lega e Movimento 5 Stelle non se lo possono permettere, specialmente a pochi mesi dalle Elezioni Europee.

Se da un lato i tecnici consigliano di rivedere Quota 100, quindi, dall’altra la parte politica di questo Governo ha tutto l’interesse a non farlo e a mantenere le promesse fatte all’elettorato. Dall’Europa però fanno pressione affinché l’Italia riduca il deficit del 2,4% indicato nella manovra finanziaria; in caso contrario evitare la procedura d’infrazione sarebbe impossibile.

Insomma, il Governo è davanti ad un bivio: dar retta al “cuore” spingendo per una Quota 100 senza paletti, oppure dar retta alla “ragione” optando per la soluzione alternativa proposta dai tecnici.

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