Quale futuro per il rublo tra geopolitica, incognita tassi e rischi al ribasso per il greggio

Nicola D’Antuono

14 Ottobre 2015 - 18:16

Nonostante il recente rally il rublo russo potrebbe presto tornare nel mirino dei "sell", a causa di una serie di problematiche di natura economico-finanziaria e geo-politica

Quale futuro per il rublo tra geopolitica, incognita tassi e rischi al ribasso per il greggio

Questa settimana il rublo russo è salito sui massimi a un mese sul dollaro americano, con il tasso di cambio USD/RUB molto vicino al raggiungimento della soglia psicologica di 60. Dai top di area 71,6 di fine agosto scorso, la moneta russa è riuscita a recuperare fino al 17% del proprio valore nei confronti del biglietto verde.

Tuttavia il futuro per la valuta di Mosca è ancora tutto da decifrare, complice gli elevati rischi geopolitici, l’incognita legata all’andamento dei tassi di interesse e i rischi al ribasso per i prezzi del petrolio. Sul fronte geopolitico l’intervento dei militari russi in Siria non è affatto piaciuto agli Usa, che non vedono di buon grado un ritorno al potere di Assad.

Stati Uniti ed Europa continuano a criticare le mosse di Putin, al quale attribuiscono sempre grosse responsabilità per la crisi in Ucraina che Mosca sta continuando a pagare sotto forma di sanzioni economiche. Per ciò che concerne l’andamento dell’economia, la Russia è da tempo entrata in recessione e non riuscirà a venirne fuori nemmeno il prossimo anno.

Sulle possibilità di accorciare i tempi di recupero pesano gli elevati tassi di interesse, che comunque da inizio anno sono stati tagliati di 600 punti base al 17%. La numero uno della banca centrale russa, Elvira Niabullina, ha fatto intendere che per un po’ di tempo il costo del denaro non verrà ritoccato al ribasso a causa del rischio di elevata inflazione.

A settembre l’indice dei prezzi al consumo in Russia ha segnato un progresso del 15,7% su base annua, in calo per la prima volta da giugno. Tuttavia la governatrice dell’istituto monetario di Mosca si è detta convinta che il tasso di inflazione riuscirà a convergere verso il target del 4% entro il 2017, mentre nel giro di dodici mesi potrebbe tornare intorno al 7% favorendo un nuovo haircut ai tassi.

C’è poi il rischio legato all’andamento dei prezzi del petrolio, tornati a crescere a partire dai bottom di area 38$ di fine agosto scorso. Il ritorno sopra 50$ al barile per il greggio Wti sembra, però, essere solo un rimbalzo tecnico piuttosto che un’inversione del trend di ampio respiro. Le finanze russe dipendono molto dal greggio: la metà delle entrate pubbliche e i due terzi dell’export.

Ciò fa capire quanto l’economia russa (e la moneta locale) siano correlati all’andamento del greggio sui mercati internazionali. Un eventuale ritorno del bearish trend sul petrolio potrebbe spingere i trader a fare nuove grosse scommesse short sul rublo, anche in vista di un peggioramento dell’economia nazionale.

Il cambio Dollaro/Rublo potrebbe così risalire la china, riportandosi nuovamente a ridosso dell’area di resistenza chiave di 71,6. Al momento appare difficile un ulteriore movimento ribassista fin sotto la soglia psicologica di 60, soprattutto se la FED dovesse risultare più “hawkish” sui tassi Usa già a partire dal prossimo meeting di fine mese.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it