Prosciutti italiani fatti con carne straniera: quali rischi corriamo?

Fiammetta Rubini

29 Gennaio 2020 - 18:02

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Prosciutti e salumi venduti in Italia ma importati dall’estero. Quali sono i rischi che si corrono e perché torna l’allerta nei consumatori.

Prosciutti italiani fatti con carne straniera: quali rischi corriamo?

Prosciutti e salumi made in Italy fatti con suini importati: “oggi 3 su 4 di quelli venduti in Italia sono fatti con cosce di maiali provenienti dall’estero, all’insaputa dei consumatori e facendo concorrenza sleale agli allevatori nazionali”. A parlare è il presidente di Coldiretti Ettore Prandini, che sostiene sia arrivato il momento di dire stop all’inganno di prosciutti fatti con carni straniere ma spacciati per “made in Italy”, e di far conoscere la vera origine degli alimenti in etichetta.

Sia chiaro che nell’Unione Europea non è illegale produrre salumi e prosciutti con suini allevati e cresciuti in altri Paesi, fatta eccezione ovviamente per i prodotti certificati DOP. E infatti dopo lo scandalo di “Prosciuttopoli” venuto alla luce nel 2018 che ha svelato la frode di Parma e San Daniele, i prosciutti più cari e blasonati del banco salumi, c’è più sensibilizzazione sull’origine dei prodotti veramente made in Italy.

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Prosciutti italiani fatti con carne importata: quali rischi?

La questione delle carni di maiale provenienti dall’estero è particolarmente cara in questo periodo di allarmi sanitari (leggi anche: Peste suina, allarme in Italia: cosa sta succedendo? e Coronavirus: attenzione a carne e pesce crudi).

Tuttavia, lungi dal creare psicosi e allarmismi infondati, è bene sottolineare de cose: in Italia vantiamo alti standard di biosicurezza e un ottimo sistema di filiera controllata, sia che la qualità dei salumi non dipende dall’origine degli animali, ma da una serie di altri fattori come genetica, come sono allevati, taglio di carne utilizzato, processo di lavorazione e stagionatura.

Da dove vengono i prosciutti venduti in Italia?

L’origine dei maiali destinati alla trasformazione in prosciutti e salumi non deve essere indicata per legge in etichetta (a differenza della carne fresca, refrigerata o congelata), ma le aziende che usano carne 100% italiana per i loro salumi sono solite indicarlo sulle confezioni. Lo fanno i marchi più noti, come Rovagnati, Beretta, Citterio, così come i brand della GDO Conad, Esselunga, Coop.

Discorso diverso per il prosciutto di Parma e San Daniele venduti anche con il proprio marchio dalle catene di supermercati sopracitate. Nel 2018 l’inchiesta del Fatto Alimentare ha portato alla luce lo scandalo dei prosciutti San Daniele e Parma cosiddetto “Prosciuttopoli”. La frode è andata avanti per 4 anni e ha coinvolto 3,5 milioni di cosce di maiale destinate a diventare Prosciutto di Parma e San Daniele senza rispettare i requisiti richiesti (i maiali erano inseminati con seme di Duroc danese e altre razze straniere).

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