Progetto Italia: Salini-Cdp, manovre in vista aucap. Astaldi identifica obbligazionisti

Alessio Trappolini

27/06/2019

27/06/2019 - 11:37

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Prossima settimana prenderà vita il Progetto Italia, il nuovo polo italiano delle costruzioni che avrà a capo Salini Impregilo e Cdp. Gli obbligazionisti Astaldi hanno tempo fino al 5 luglio per fornire i propri dati in vista della pronuncia sul piano concordatario

Progetto Italia: Salini-Cdp, manovre in vista aucap. Astaldi identifica obbligazionisti

Si avvicina la data del giudizio, ossia quella del 6 luglio prossimo entro la quale il Progetto Italia vedrà finalmente la luce.

L’ambizioso piano del polo italiano delle costruzioni nasce attorno a Salini Impregilo e vedrà l’impegno diretto di Cassa depositi e prestiti (Cdp) con al fianco un poker di quattro banche (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm e Bnp Paribas). L’operazione porterà anche al salvataggio di Astaldi, la società guidata dal Ceo Filippo Stinellis che dallo scorso anno è sottoposta ad una travagliata procedura di concordato preventivo in continuità.

Su questo punto Astaldi in settimana ha cominciato a fare i conti in casa propria, avviando la così detta procedura di “identificazione degli obbligazionisti” per riconciliare quel fil rouge fra società ed investitori che si era rotto dopo le fumose vicende che si sono susseguite a partire dalla scorsa estate fino all’escalation del periodo ottobre-dicembre.

Progetto Italia, pronti e via

Venerdì 6 luglio è il giorno designato per il Cda di Cassa Depositi e Prestiti che sancirà con ogni probabilità l’inizio dell’ambizioso Progetto Italia.

Il piano poggia su una ricapitalizzazione da 600 milioni per Salini Impregilo che a cascata rafforzerà Astaldi per 225 milioni. Martedì il direttore generale di Salini, Massimo Ferrari, ha confermato che ormai per l’intesa si è «agli ultimi minuti dei tempi regolamentari» e già nei primi giorni di luglio si dovrebbe chiudere l’operazione. Il top manager di Salini ha poi escluso che la richiesta di extra dividendo avanzata dal governo alla Cdp non cambierà le carte in tavola (clicca qui per rileggere la notizia).

Stando a quanto riporta oggi Repubblica, domani si terrà un Cda preliminare di Cassa Depositi e Prestiti nel quale ci sarà una nuova informativa sul processo che porterà al salvataggio di Astaldi, all’aggregazione di altre realtà sane (in una seconda fase, ma con uno schema già delineato) e persino al cambio di nome di Salini, post aumento di capitale (evento anticipato dal patron della società in un’intervista di qualche mese fa).

Il nuovo polo delle costruzioni dovrebbe vedere confluire, oltre ad Astaldi, anche gli asset di Condotte, Cmc, Trevi, Vianini, Pizzarotti, Grandi Lavori Fincosit (GLF). Per la presidenza del nuovo soggetto in pole ci sarebbe Claudio Costamagna, già presidente sia del gruppo Salini e anche di Cassa Depositi e Prestiti. Per la guida operativa, Pietro Salini dovrebbe essere confermato amministratore delegato, mentre Massimo Ferrari sarà il general manager.

Astaldi identifica gli obbligazionisti

Nel frattempo Astaldi ha avviato la proceduta di “identificazione degli obbligazionisti” o “Bondholder identification”. In passato sono sempre stati vaghi numeri ed identità dei detentori del debito obbligazionario di Astaldi. Money.it più volte ha cercato di far luce sulla fumosa vicenda che ha poi riguardato gli obbligazionisti retail, dapprima riuniti in una miriade di “comitati” e alcuni di loro raggirati da pomposi studi legali che offrivano “garanzie” dietro pagamento di lauti compensi e parcelle.

Con la richiesta di identificazione affidata alla società britannica Lucid Issuer Services Astaldi punta a ricostruire quel rapporto diretto con i propri creditori mancato per più di un anno a questa parte. La società romana sa bene che gli obbligazionisti avranno un ruolo chiave quando saranno chiamati dal Tribunale di Roma ad esprimere il loro parere vincolante riguardo alla proposta concordataria che sarà formulata dai commissari.

Nel dettaglio, la sollecitazione sulle informazioni degli investitori è rivolta agli obbligazionisti detentori del bond 7,125% 2020 (750 milioni in circolazione) e del prestito 4,875% Equity Linked 2024 (140 milioni). Sia i bondholder che gli investment manager hanno tempo fino al 5 luglio per comunicare l’ammontare nominale detenuto e i propri dati.

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