Primo attacco militare di Biden in Siria contro milizie sostenute dall’Iran

Riccardo Lozzi

26 Febbraio 2021 - 10:27

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Joe Biden ha ordinato il suo primo attacco militare in Siria contro alcune basi che, secondo il Pentagono, ospitavano milizie sostenute dall’Iran. La situazione.

Primo attacco militare di Biden in Siria contro milizie sostenute dall’Iran

A poco più di un mese dal suo insediamento alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ordinato il suo primo attacco missilistico indirizzato contro strutture che, secondo il Pentagono, ospitavano milizie sostenute dall’Iran in Siria orientale.

L’azione ordinata da Biden come comandante in capo è una risposta agli attacchi subiti dalle forze armate americane presenti in Iraq nelle scorse settimane, ma anche, come è stato dichiarato dal portavoce della Difesa John Kirby, un segnale per far fronte alle minacce nei confronti dei militari e civili statunitensi presenti nella regione.

Kirby ha affermato che gli attacchi hanno distrutto delle basi utilizzate da gruppi sostenuti dall’Iran come Kata’ib Hezbollah e Kata’ib Sayyid al Shuhada, anche se non sono legati in maniera specifica alle incursioni avvenute nelle scorse settimane.

Primo attacco militare di Biden

Non sono stati ancora diffusi i dati sui danni e le vittime causate dai bombardamenti, ma da fonti interne è stato rivelato alle agenzie di stampa internazionali che Biden ha intrapreso quella che è stata considerata una delle decisioni più moderate tra quelle disponibili, con l’obiettivo di evitare il rischio di un’escalation.

Inoltre, a differenza di altre occasioni passate, le operazioni sono state autorizzate dopo una consultazione con gli alleati, tra cui l’Iraq, in modo da non venir accusato di violazioni della sovranità nazionale.

Intanto si fanno sempre più tesi i rapporti tra Stati Uniti e Iran in vista dei negoziati sul programma nucleare di Teheran.

Infatti, il portavoce del ministero degli Esteri iraniano ha negato qualsiasi legame con gli attacchi del 15 febbraio che avevano causato la morte di un civile nella base nei pressi dell’aeroporto internazionale di Erbil nel Kurdistan.

Tuttavia il Dipartimento di Stato di Washington, ha accusato l’Iran di una responsabilità nel fornire armi prodotte all’interno della propria nazione.

A questo punto la possibilità di trovare una risoluzione diplomatica tra i due Paesi diventa sempre più lontana, con lo scenario di un conflitto armato che rischia di diventare con il passare del tempo l’opzione più probabile.

Polemiche negli Stati Uniti sui bombardamenti

L’attacco missilistico ha suscitato diverse reazioni polemiche, soprattutto da esponenti dello stesso Partito Democratico, mentre ha ricevuto il plauso da parte dei Repubblicani.

Il deputato Ro Khanna, democratico californiano e membro della commissione per gli Affari Esteri, ha infatti sottolineato come Biden sia il quinto presidente americano consecutivo a ordinare dei bombardamenti in Medio Oriente.

Secondo il congressman, inoltre, l’unico motivo valido per giustificare un’azione militare di questo genere dovrebbe essere quello dell’autodifesa e, comunque, il presidente avrebbe dovuto chiedere l’autorizzazione al Congresso prima di dare vita all’operazione.

Al contrario, il suo collega repubblicano Michael McCaul ha affermato di appoggiare la scelta di Biden senza mezzi termini, poiché rappresenta l’unico tipo di risposta in grado di agire da deterrente nei confronti dell’Iran e delle altre forze nemiche degli Stati Uniti.

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