Primarie Pd: altro che Orlando, la sinistra del partito vota Renzi

Alessandro Cipolla

3 Aprile 2017 - 10:23

Primarie Pd: si sono concluse le votazioni nei circoli, con Matteo Renzi nettamente in testa che va a vincere in alcune roccaforti storiche della sinistra del partito.

Primarie Pd: altro che Orlando, la sinistra del partito vota Renzi

Primarie Pd: Matteo Renzi esce nettamente vincitore dalle votazioni nei circoli, ottenendo autentici plebisciti anche in quasi tutte le roccaforti storiche della sinistra del partito che quindi hanno voltato le spalle ad Andrea Orlando.

L’esito delle primarie Pd riguardante le votazioni nei circoli di tutta Italia, dove avrebbero votato poco più della metà dei 405.000 iscritti, conferma quello che erano i pronostici della vigilia: Matteo Renzi è nettamente in testa in questa corsa verso la segreteria.

Ma oltre al dato nazionale, può dare diversi spunti di riflessione il fatto che Renzi abbia vinto con percentuali bulgare anche in quasi tutte le sezioni più a sinistra del partito, quelle più dure e pure e dirette discendenti del vecchio Pci.

La base del Partito Democratico quindi sarebbe compatta con Renzi, anche quella più a sinistra che invece si pensava potesse sostenere la candidatura di un Andrea Orlando che, seppur al momento sconfitto, non alza bandiera bianca.

Primarie Pd: Renzi in testa

Si sono concluse domenica 2 aprile le primarie nei 6.448 circoli del Partito Democratico dislocati in tutta Italia. Secondo le prime stime, sui 405.000 iscritti totali avrebbero votato circa il 58% degli aventi diritto.

Un numero in calo rispetto le volte precedenti e che dovrebbe confermare come in totale, dopo le votazioni nei gazebo di domenica 30 aprile, alla fine saranno sui 2 milioni gli italiani che prenderanno parte a queste primarie.

Al momento si hanno i risultati ufficiali di tutti i circoli, ma ancora manca il responso sul totale nazionale in attesa che vengano controllati e calcolati tutti i voti. Da una prima stima, Matteo Renzi sarebbe in testa con una forbice che va dal 63% al 70%, a seguire Andrea Orlando attestato tra il 25% e il 30% e infine Michele Emiliano dato tra il 6% e il 7%.

Sarebbe lontano quindi al momento lo spettro per Renzi di non riuscire a superare il 50% al primo turno. L’ex premier a questo punto può temere soltanto una massiccia affluenza ai gazebo il 30 aprile, dato questo che aumenterebbe il quorum e potrebbe riservare qualche sorpresa.

Calcoli a parte, Renzi ormai sembrerebbe avere queste primarie in pugno, visto che dalle votazioni nei circoli la sua posizione esce rafforzata dall’appoggio, un po’ a sorpresa, anche della parte più a sinistra del Partito Democratico.

La sinistra Pd ha votato Renzi

Aspettando di sapere quali saranno le percentuali ufficiali, Matteo Renzi è riuscito a esorcizzare il primo pericolo che poteva arrivare da queste primarie: il voto dello zoccolo duro del partito.

Qualche settimana fa, l’ex sindaco di Firenze aveva dichiarato come Orlando potesse essere forte nel voto dei circoli, mentre Emiliano con ogni probabilità avrebbe recuperato qualcosa nei gazebo.

Questo perché nel novero dei tre candidati, Andrea Orlando è quello che veniva considerato più a sinistra e quindi in grado di poter intercettare le preferenze di tutti gli iscritti storici, quelli ovvero che avevano la tessera già ai tempi del Pci.

L’appoggio poi di diversi big del partito, faceva temere nell’entourage renziano che l’attuale ministro della Giustizia avesse potuto ottenere dei risultati migliori nei vari feudi di questi parlamentari, cosa che invece non è accaduta.

Matteo Renzi ha vinto alla grande in molte delle sezioni considerate più a sinistra, da Bologna a Milano passando per Roma e Torino. Anche al Sud e nella Puglia di Michele Emiliano è stato un autentico trionfo, così come nelle rosse Toscana ed Emilia.

Andrea Orlando si è imposto nella sua La Spezia e in altri circoli, mentre Emiliano ha vinto a sorpresa nella sezione romana del quartiere Alessandrino, considerato una roccaforte del capogruppo Pd nella capitale Michela Di Biase, che è anche la moglie del ministro Dario Franceschini.

L’idea di un Renzi uomo dei poteri forti e più spostato al centro che a sinistra non ha quindi fatto presa tra la base del partito. Aspettando l’esito del 30 aprile, questo dato di fatto rincuora l’ex premier, che deve puntare a riconquistare tutti quei voti che la scissione di Bersani al momento ha tolto al partito.

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it