Prezzo oro: neanche il referendum risolleva la quotazione. Ma perché?

C. G.

6 Dicembre 2016 - 12:54

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Prezzo oro dopo referendum: la quotazione torna a scendere nonostante la vittoria del No e nonostante le previsioni degli analisti. Ma perché?

Prezzo oro: neanche il referendum risolleva la quotazione. Ma perché?

Prezzo oro dopo referendum - Il declino del prezzo dell’oro pare non volersi arrestare, neanche dopo il referendum costituzionale che ha sancito la vittoria del No.

Essendo l’oro un bene rifugio al quale gli investitori ricorrono in momenti di profonda incertezza, molti analisti si aspettavano che una vittoria del No al referendum avrebbe scatenato un rally del prezzo dell’oro che tuttavia non c’è stato.

Le previsioni degli analisti non hanno trovato conferma neanche dal punto di vista azionario. Molti avevano infatti previsto un crollo della Borsa Italiana in seguito alla vittoria del No e, nonostante il Ftse Mib non abbia registrato risultati degni di nota, l’indice si è mantenuto attorno alla parità e il crollo temuto non si è verificato. Non solo il prezzo dell’oro, dunque, ma anche l’andamento dei mercati non ha rispecchiato le stime degli analisti.

Il tanto atteso rally della quotazione non c’è stato e il prezzo dell’oro ha proseguito inesorabile quella discesa che continua a fargli toccare i minimi registrati a febbraio scorso. Sono diversi gli elementi che continuano ad influire sull’andamento del metallo prezioso e tra questi si inserisce anche l’accordo raggiunto dall’OPEC che sta così tanto indirizzando il greggio.

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Prezzo oro dopo referendum: l’andamento della quotazione

Nonostante il trend principale sia stato ribassista, vale la pena di sottolineare come, subito dopo la sancita vittoria del No al referendum, il prezzo dell’oro abbia avuto una reazione rialzista e abbia iniziato a guadagnare più del punto percentuale.

Dopo tale primo rialzo, tuttavia, il prezzo dell’oro ha invertito la rotta ed è tornato a perdere terreno. A nulla sono servite le funeste previsioni degli analisti che avevano addirittura parlato della possibile uscita dell’Italia dall’Euro e di uno spread impazzito con la vittoria del No al referendum costituzionale. Gli operatori di mercato non hanno dato peso a tali ipotesi e il prezzo dell’oro ne ha risentito.

Prezzo oro dopo referendum: pesa anche l’OPEC

Referendum costituzionale a parte, a determinare i continui e costanti ribassi del prezzo dell’oro è stata anche l’OPEC. La scorsa settimana, infatti, i membri del cartello si sono riuniti a Vienna e hanno raggiunto un accordo storico che ha mandato alle stelle il prezzo del petrolio. La conseguenza? Un nuovo crollo del prezzo dell’oro, come molti avevano previsto. Si ricordi, infatti, che tra il greggio e il metallo prezioso pare sussistere una relazione inversamente proporzionale come si può notare dalla seguente tabella.

Prezzo oro dopo referendum: la vittoria del No non è servita?

Perché, nonostante il referendum costituzionale abbia sancito la tanto temuta vittoria del No, il prezzo dell’oro non ha preso il volo? Molti hanno addirittura affermato che il metallo prezioso starebbe perdendo la sua qualità di bene rifugio. Ciò che è accaduto con il referendum - ossia un breve rialzo iniziale seguito da un imponente ribasso - si è già verificato in concomitanza della Brexit e dell’elezione di Trump, altri due eventi considerati rischiosi come il referendum.

Molti analisti hanno fatto notare il crollo del mercato dell’oro in India - il secondo paese importatore al mondo - conseguente l’eliminazione delle banconote da 500 e 1.000 rupie. In seguito alla manovra i cittadini hanno tentato in massa di scambiare tali banconote con l’oro e il governo ha minacciato salate multe in caso di speculazione sull’evento. La conseguenza? Il crollo degli affari per uno dei più grandi paesi consumatori del metallo. Sarà davvero questa la causa del pessimismo del prezzo dell’oro?

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